È un fatto: oggi nel mercato del vino hanno la meglio le aziende dalle spalle grosse, governance solida, progetti forti e portafoglio pieno. In un 2025 pesante per il settore, a causa di vari fattori come conflitti geopolitici, dazi, nuovi stili di consumo, cambiamenti climatici, «piccolo non è più bello», avverte Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini e della sua maison toscana.
Ovunque ci sono cantine in vendita. E il terreno è fertile per chi ha i mezzi per crescere. «La spinta viene dal basso, dalle aziende che hanno storia e buon nome, ma non hanno più la forza di crescere da sole e tanto meno di partecipare ai mercati internazionali — sostiene Lorenzo Tersi, wine advisor di riferimento del mercato, fondatore e ceo di Lt wine&food advisory —. Senza contare che c’è un’altra agenda che non si può eludere: quella dei passaggi generazionali. Un problema che sta dietro tante operazioni concluse e tanti progetti in fieri».
Insomma, è diffusa la necessità di trovare una sponda forte, soprattutto in un’ottica di sviluppo internazionale. È ciò che ha spinto la Cantina sociale di Monteforte d’Alpone a entrare nel Collis veneto wine group: operazione ancora fresca di inchiostro che ha rafforzato la maggiore cooperativa veneta, dandole la leadership nella produzione del Soave.
4 dicembre – 15:05
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