Il suo elicottero non smetteva di salire. A oltre 7mila metri di quota, il pilota Maurizio Folini continuava a non vedere l’alpinista in difficoltà sull’Everest, l’uomo che avrebbe dovuto salvare. Con l’aria così sottile le pale faticavano a creare la portanza necessaria.
Per alleggerire l’elicottero Folini aveva tolto le porte, caricato solo il minimo di carburante e ridotto il suo erogatore dell’ossigeno al minimo. Eppure ce l’aveva fatta, aveva riportato quell’uomo sano e salvo a terra dal campo quattro dell’Everest, restando in volo, fermo, sopra di lui, mentre l’alpinista veniva agganciato a una corda. Ancora oggi quell’intervento del 2013 a 7.800 metri di quota è ricordato come il soccorso più alto mai effettuato in elicottero.
Nel 2015, subito dopo due forti scosse di terremoto in Nepal, Folini era salito a bordo del suo elicottero e aveva portato a valle 140 alpinisti rimasti bloccati sull’Everest.
Oggi a 60 anni ha raggiunto 15mila ore di volo ed è uno dei piloti della compagnia di elicotteri nepalese Kailash Helicopter Services. In alta stagione effettua anche venti voli di soccorso al giorno, la maggior parte attorno a quota 5mila. Rispettare la sensibilità dei nepalesi, che considerano alcune vette sacre e preferiscono che non vengano sorvolate, è una delle sue regole. Così come l’addestramento dei piloti locali, per condividere con loro le tecniche di soccorso.
Ai piedi dell’Everest Folini trascorre le stagioni di picco del turismo, la primavera e l’autunno. Per il resto dell’anno lavora in Engadina o in Valtellina al trasporto di materiali e operai per la messa in sicurezza delle zone minacciate dalle valanghe. Proprio come stava facendo oggi al momento dell’incidente a Lanzada.
Poco distante, a Chiuro in provincia di Sondrio, si trova la sua casa, dove Folini vive con la moglie e due figlie, cura il vigneto familiare e si dedica allo scialpinismo come hobby. Su queste montagne aveva mosso i primi passi fino a diventare maestro di sci e guida alpina.
Al volo si era appassionato partendo dal deltaplano, poi al parapendio. Investendo tutti i risparmi aveva deciso a un certo punto di andare in California, dove in due anni aveva ottenuto il brevetto da pilota da elicottero. Poi aveva iniziato a lavorare in Svizzera.
Per unire le sue due passioni, l’alpinismo e il volo, quasi quindici anni fa Folini si è trasferito in Nepal, dove un turismo sempre più in espansione attrae piloti di elicottero di tutto il mondo. Purché siano capaci di affrontare le difficoltà del volo in altissima quota e, da ottime guide alpine, sappiano leggere gli umori mutevoli delle montagne.