Gudmundsson FiorentinaIl sorriso di Albert Gudmundsson (foto di ACF Fiorentina)

«Un convincente 3-0 nella mia battaglia». Sono le parole scritte da Albert Gudmundsson al termine della sua tempesta giudiziale che l’ha visto accusato e poi assolto due volte dall’accusa di cattiva condotta sessuale in Islanda. Due gradi di giudizio per giungere alla sentenza definitiva: Gudmundsson è innocente. «Sono ormai trascorsi 893 giorni da quando si verificarono gli eventi. Ero lì, ricordo tutto e so cos’è vero e corretto. Sono felice di vedere la Corte d’Appello confermare la decisione a cui il Tribunale distrettuale era già giunto – e non bisogna dimenticare che anche il procuratore distrettuale aveva archiviato il caso a suo tempo» scrive il calciatore della Fiorentina.

Quasi tre anni per far emergere la verità giudiziale: Gudmundsson iniziò il suo percorso tra aule di tribunali quando era un giocatore del Genoa. La vicenda complicò anche il suo trasferimento alla Fiorentina tanto che i due club inserirono nel contratto di cessione delle opzioni sull’assoluzione o eventuale condanna che intricarono il riscatto. «Quasi tre anni dopo, dopo essere stato sotto la lente dei media praticamente ogni giorno per tutto questo tempo. È stato pesante – sia mentalmente che fisicamente. Questo caso mi ha impedito molte opportunità nel calcio; come tutti sanno, la carriera è breve e ogni anno, ogni mese e persino ogni giorno è prezioso. Non sto però chiedendo compassione. Ciò che mi ha tenuto in piedi sono state le persone a me più care. I miei figli, la madre dei miei figli, i miei genitori, le mie sorelle, la mia famiglia e i miei amici. Siete voi gli eroi di questo percorso. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza» scrive Gudmundsson.

Nel suo lungo messaggio sui social, Albert chiarisce: «Ho anche perso persone che si sono rivelate essere amici solo quando faceva comodo a loro – ma non quando ce n’era davvero bisogno. Questo ha fatto male, ma è stato anche utile capirlo prima. Al contrario, altri sono rimasti al mio fianco e mi hanno mostrato cosa sia la vera amicizia. A loro sarò sempre profondamente grato. So che ci sono persone là fuori che non mi crederanno, indipendentemente da cosa dicano i documenti del caso o le sentenze – e va bene così. So chi sono e quali valori rappresento. L’opinione degli altri non mi spezzerà mai»

«A voi che avete ancora dubbi, vi incoraggio a leggere le sentenze di entrambi i gradi di giudizio e a tenere a mente che, secondo gli atti del caso, non ero l’unico ad essere accusato quella notte. Ma non mi lascerò intimidire, soprattutto per qualcosa che non è mai accaduto. Possiamo entrare nei dettagli più avanti, se sarà necessario. Spero sinceramente che, anche se là fuori c’era una mela marcia, ciò non rovini le cose per coloro che sono vere vittime di violenza. Nient’altro per ora: pace» chiosa Gudmundsson.

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