di
Silvia Turin

L’ipotesi sostenuta da uno studio svizzero durato sette anni: le cellule «spazzino» del sistema immunitario cercano di inglobare le particelle di inchiostro, ma muoiono nel tentativo. Ecco che cosa può significare

Gli inchiostri usati per i tatuaggi si accumulano nei linfonodi e possono compromettere il normale funzionamento del sistema immunitario
Lo ha scoperto una ricerca condotta dall’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona (Svizzera) affiliato all’Università della Svizzera italiana (USI), al termine di uno studio durato sette anni.

Gli scienziati hanno dimostrato che l’inchiostro non rimane confinato nella pelle: migra rapidamente nei linfonodi, dove può restare intrappolato per anni modificando il comportamento delle cellule che cercano di assimilarlo.



















































I macrofagi che muoiono  

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica «Proceedings of the National Academy of Sciences» (PNAS), ha monitorato il comportamento delle particelle di inchiostro arrivate nei linfonodi che scatenano prima un’infiammazione acuta iniziale (di circa due giorni), poi un’infiammazione cronica che può durare anni

Questo avviene perché i macrofagi – le cellule «spazzino» del sistema immunitario – cercano di inglobare le particelle di inchiostro, ma non riescono a distruggerle e in questo compito muoiono uno dopo l’altro, sostituiti da nuove cellule che ripetono lo stesso ciclo inutile.
«Questo processo cronico esaurisce e disturba il sistema immunitario», spiega l’USI, aumentando potenzialmente il rischio di infezioni e, in teoria, anche di tumori

Il fenomeno è particolarmente marcato con gli inchiostri rossi e neri, meno con quelli verdi.

Meno protetti dopo la vaccinazione 

Per avere la conferma di un indebolimento del sistema immunitario a seguito di un tatuaggio i ricercatori hanno tatuato e poi vaccinato dei topi contro il Covid: negli animali tatuati (rispetto al gruppo di controllo con animali non tatuati) la produzione di anticorpi è risultata «nettamente inferiore».
Secondo gli autori, la causa è stata l’alterazione prolungata dei macrofagi «intrappolati» nell’inchiostro.

Spunto per altre ricerche 

Non è la prima volta che si osserva la migrazione degli inchiostri verso il sistema linfatico: quello che si è osservato meglio è il comportamento dei macrofagi e la reazione infiammatoria scatenata dall’interazione con le particelle colorate. Si valuta che oggi una persona su cinque nel mondo sia tatuata almeno una volta.

«Nonostante i tatuaggi siano molto popolari non si sa molto sugli effetti dell’inchiostro sul sistema immunitario. Restano aperte molte domande sulle conseguenze che questi colori possono avere sul resto del corpo – ha spiegato ai media il direttore del Laboratorio dell’IRB a Bellinzona, Santiago F. González, che ha guidato il gruppo di ricerca -. L’esito della nostra ricerca può essere motivo di preoccupazione, ma sicuramente sono necessari ulteriori approfondimenti per caratterizzare meglio i risultati», ha chiarito González e ha concluso: «Bisognerà capire in che modo l’infiammazione cronica causata dall’inchiostro può influenzare altre patologie, come tumori o malattie autoimmuni. Saranno necessari ulteriori studi anche per suggerire procedure più attente alla sicurezza di questa pratica sempre più diffusa».

5 dicembre 2025