di
Marco Madonia

La società rilevata dalla torinese BasicNet chiude la sede nel capoluogo emiliano dove sono impiegati 109 lavoratori e quella di Milano con 30 dipendenti: «Gravi difficoltà finanziarie»

A Torino vi aspetta un ufficio tutto nuovo. Se non accettate il trasferimento, di fatto, è come se vi dimetteste. Quindi addio posto di lavoro e addio anche all’indennità di disoccupazione. La doccia fredda per i 139 dipendenti di Woolrich è arrivata giovedì (4 dicembre): 109 impiegati bolognesi e i 30 della sede di Milano si dovranno spostare nella nuova sede torinese, un’operazione da chiudere entro marzo. Prendere o lasciare.

Woolrich rilevato dalla torinese BasicNet

Quando la durissima vertenza Yoox sembra indirizzata verso una, seppure dolorosa, conclusione, si apre un altro pesantissimo fronte nel settore della moda da tempo in sofferenza con un altro dei marchi simbolo della città in forte difficoltà. I sindacati sono già sulle barricate e parlano di licenziamenti collettivi travestiti da trasferimenti. Il brand più antico degli Stati Uniti, fondato nel 1830 in Pennsylvania, è stato rilevato nelle scorse settimane da BasicNet, il gruppo torinese che comprende i marchi Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga, Sebago e Briko.



















































Un’operazione da 90 milioni di euro

L’accordo, siglato nelle scorse settimane con il fondo d’investimento L-Gam, prevede l’acquisizione del marchio Woolrich per l’Europa e del 100% di Woolrich Europe, la società con sede a Bologna che gestisce distribuzione e retail del brand in Europa. Il valore complessivo dell’operazione è stato di 90 milioni di euro, finanziati con il supporto di UniCredit. 

Salvi i 90 addetti dei negozi

Al momento, sotto il cappello della società bolognese ci sono 229 dipendenti: 9 dirigenti, 22 quadri e 198 impiegati. Fatti salvi i 90 addetti dei negozi, la nuova proprietà ha comunicato che intende trasferire tutti gli altri (sono 139) nel quartiere generale di Torino. La comunicazione ai dipendenti è arrivata giovedì 4 dicembre; l’azienda nei giorni scorsi ha incontrato i sindacati in Confindustria. Siamo in una fase iniziale, ma la vertenza si annuncia dura.

BasicNet: «Gravi difficoltà finanziarie»

«Accogliere Woolrich nella nostra famiglia è perfettamente coerente con la nostra visione di lungo periodo: custodire e rilanciare marchi autentici, con una gestione dinamica e responsabile», avevano dichiarato Lorenzo e Alessandro Boglione, il ceo di BasicNet, al momento dell’acquisizione del marchio americano basato a Bologna. Il documento che ha annunciato ai sindacati il piano di trasferimenti descrive una società che «si trova purtroppo da alcuni anni in grandi difficoltà economico-finanziarie, visto il trend negativo del fatturato degli ultimi anni e l’alto indebitamento. Nonostante le azioni intraprese nell’ultimo anno le perdite non hanno invertito il trend negativo» .

Il testo del documento ai sindacati

Il gruppo BasicNet «ha affrontato con entusiasmo questa operazione straordinaria per dare ingresso nel gruppo ad un marchio storico importante che apre a nuove prospettive di crescita». L’operazione del valore di 90 milioni è resa possibile grazie al ricorso a linee di finanziamento garantite da Unicredit. «Si tratta di un investimento molto significativo, dunque, in un contesto economico complesso», spiegano presidente e amministratore della società. In quest’ottica, si legge ancora nel documento, per garantire la continuità aziendale di Woolrich, la nuova dirigenza vuole puntare sulla massima efficienza anche grazie alle sinergie con la casa madre. 

Dismesse le sedi di Bologna e Milano

Da lì la necessità di chiudere la sede di Bologna, che verrà dismessa, come la sede di Milano. Tutti i 139 dipendenti colpiti dall’operazione verranno trasferiti nella sede torinese di viale Largo Vitale. Una misura, dice la società, prevista dal contratto. Chi non accetterà il trasferimento, dunque, è come se si dimettesse. Un’interpretazione che non ha per nulla convinto i sindacati che, in via informale, parlano di licenziamenti collettivi travestiti da trasferimenti per sottrarsi agli obblighi.

I sindacati sulle barricate

Il documento dell’azienda dice che «il trasferimento sarà comunicato alle risorse individualmente al termine della consultazione sindacale». L’idea è chiudere entro marzo. La società «esclude che esista la possibilità di evitare detto trasferimento». Al riguardo, continua il documento, «non sono purtroppo ipotizzabili scelte alternative, in quanto le stesse, oltre a gravare in maniera insostenibile sui costi aziendali, sarebbero incompatibili con l’impostazione organizzativa che rappresenta una misura imprescindibile al fine di perseguire la continuità e la crescita aziendale». I sindacati hanno intenzione di coinvolgere Regione e Comune come nel caso di Yoox.


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5 dicembre 2025 ( modifica il 5 dicembre 2025 | 07:37)