di
Lorenzo Cremonesi

L’ex ministro: «Putin crede di star vincendo. Se riuscissimo a tirare dalla nostra parte la Cina e l’Arabia Saudita avremmo vita più facile»

«Non è il momento di pensare alle elezioni o alla propria carriera politica. Dobbiamo invece lavorare col presidente Zelensky per rafforzare il Paese nella transizione da lui iniziata», sostiene Dmytro Kuleba da Kiev. L’ex ministro degli Esteri è considerato una delle vittime di Andryi Yermak, il massimo collaboratore di Zelensky appena licenziato perché sospettato di essere coinvolto nello scandalo per corruzione che ha investito i vertici dello Stato.

Dunque non si candida?
«Non ci penso neppure. In questo periodo tanto difficile occorre l’impegno di tutti per difendere il Paese. Quando dovesse arrivare il momento di votare vedrò che fare, ma adesso si deve lavorare per l’unità contro il nemico comune».



















































Zelensky resterà al suo posto?
«L’unico modo per cambiare il presidente sono le elezioni democratiche, che possono avvenire solo dopo la fine della guerra. Zelensky ha fatto una mossa importante rimpiazzando Yermak e ciò apre a rinnovamenti fondamentali nel governo: possiamo diventare molto più efficienti contro l’invasione russa».

Cosa accadrebbe se l’Ucraina perdesse?
«Va definito cosa voglia dire un’eventuale vittoria russa. Credo uno degli aspetti sarebbe il ritorno del controllo di Mosca su Kiev accompagnato dall’occupazione militare totale o parziale del nostro territorio. Per gli ucraini ciò significherebbe la perdita della sovranità nazionale. Per gli europei ciò sarebbe un incubo e comporterebbe che la guerra russa minaccia i loro confini, peggiorata dal fatto che Mosca potrebbe utilizzare le vaste risorse rubate all’Ucraina. Sulla scena internazionale vedremmo l’eclissi dell’Europa».

Lei personalmente cosa farebbe?
«Resterei a battermi sino all’ultimo e alla fine me ne andrei, però soltanto nel caso in cui i russi occupassero Kiev e fossi minacciato di morte. Questo è il mio Paese e ne condivido il destino».

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Come evitare la sconfitta?
«Putin crede di stare vincendo. Ma non dobbiamo essere apocalittici, perché noi abbiamo il tempo sufficiente per cambiare la situazione a nostro favore. Ucraina, Europa e Stati Uniti lavorino assieme, nulla è predeterminato. È vero che negli ultimi tempi la Russia ha imparato le lezioni della guerra meglio di noi, ma ciò non significa che nel prossimo paio d’anni non possiamo diventare più forti».

La preoccupa la crisi demografica ucraina?
«Dobbiamo continuare a resistere, non abbiamo alternative: lottiamo con le risorse che abbiamo. La scelta di permettere ai giovani tra i 18 e 22 anni di emigrare nonostante la legge marziale, che blocca gli uomini in età di leva, soddisfa i singoli cittadini, ma è cattiva per il Paese intero. E questo non per la guerra ma per l’economia nazionale. E comunque anche con 25 milioni di abitanti possiamo continuare a combattere. Il nostro fronte non collasserà, ma i russi continueranno ad avanzare lentamente».

Intanto l’Europa litiga sul che fare degli asset russi …
«Occorre che gli europei considerino il riarmo come una priorità vitale: devono usare i fondi russi congelati per finanziare l’Ucraina. Tuttavia, gli europei hanno atteggiamenti molto diversi tra loro. Alcuni sono ben consapevoli della gravità della situazione, altri per nulla. Il premier belga teme lo scontro con Putin perché in cuor suo valuta che vincerà la guerra e non vuole esser vittima di rappresaglie russe. Ma tutte queste incertezze spariranno quando i droni russi inizieranno a colpire in Europa».

Trump detesta l’Europa e le convenzioni internazionali. Il suo piano di 28 punti ha sbalordito tutti per come appariva dettato dal Cremlino. Come può Zelensky lavorare con lui?
«Sino ad ora abbiamo assistito al ripetersi della stessa scena. Trump con le sue iniziative di pace lancia un attacco all’Ucraina e agli interessi europei. Noi lo fronteggiamo uniti, ma non lo blocchiamo del tutto, così dopo un po’ torna all’offensiva. E comunque Putin ogni volta rifiuta. Questa dinamica continuerà: non è positiva, ma possiamo ancora tenerla sotto controllo».

Macron vorrebbe convincere la Cina a bloccare gli aiuti militari alla Russia: è realistico?
«Non potremo terminare la guerra senza i cinesi: bene portarli a bordo. Ma Pechino non vuole essere seconda a Washington. E credo anche che Xi esiga di ottenere benefici commerciali da Trump. Se riuscissimo a tirare dalla nostra parte la Cina e l’Arabia Saudita, che garantisce il controllo dei prezzi dell’energia, avremmo vita più facile».

5 dicembre 2025 ( modifica il 5 dicembre 2025 | 08:20)