Non ha avuto il coraggio di andarsene, come da lui stesso riferito, ma ha avuto la brutale sfrontatezza di ucciderla a mani nude: bastano questi pochi passaggi a inquadrare le ultime deposizioni di Mauro Pedrotti, oggi 59 anni, l’assassino della madre Santina Delai, ammazzata quando ne aveva 78 – era il 2 febbraio 2024 – nella sua abitazione di Puegnago. Il figlio è accusato di omicidio volontario aggravato: quel giorno aveva addirittura simulato una rapina finita male, per poi crollare e ammettere le sue colpe al termine di un lunghissimo interrogatorio nelle caserme dei carabinieri di Salò e Brescia.
L’omicidio di Puegnago
Sono passati quasi due anni e prosegue il processo in Corte d’assise: giovedì c’è stata una nuova udienza, in cui appunto è stato ascoltato l’imputato, la prossima è convocata per il 22 gennaio e quel giorno è attesa anche la sentenza. Le indagini, coordinate dalla pm Ines Bellesi, avevano portato in poche ore all’arresto di Pedrotti, operaio molto conosciuto in Valtenesi, sposato e padre di una figlia che abita a Gavardo.
Proprio l’ipotesi di trasferirsi con la moglie a Gavardo, lasciando la casa di famiglia, a detta di Pedrotti avrebbe accentuato i litigi e gli screzi con mamma Santina. “La casa non devi venderla, tuo padre si rivolterebbe nella tomba: se tua moglie vuole andare, separati”, è quanto la madre avrebbe detto a Pedrotti, almeno secondo quanto riferito dall’uomo in aula. I due avrebbero seriamente litigato il 28 gennaio, quando erano a pranzo insieme: il 2 febbraio si è poi consumata la tragedia.
La confessione di Pedrotti
“Erano le 5 e dovevo andare a lavorare, sono salito da lei perché sapevo che era già sveglia a fare i mestieri – sarebbero state queste le parole di Pedrotti in aula –: quando ci siamo visti, mi ha parlato ancora della casa e io non ci ho visto più, anzi ci ho visto tutto nero, l’ho presa per il collo e l’ho strangolata. Non ne potevo più, s’intrometteva in tutto”. Nonostante ciò, Pedrotti ha ammesso di non aver avuto il coraggio di andarsene: “Mi voleva sempre vicino”. Ha avuto invece il coraggio di ucciderla con le proprie mani.
“Adesso sono libero, non ho più la civetta sul collo”, avrebbe detto ancora Pedrotti: “Già dopo il pranzo del 28 gennaio avevo pensato di ammazzarla”, ha ammesso. L’assassino si dice pentito per quanto accaduto: “Se potessi tornare indietro, lo farei”. Troppo tardi: il sangue è già stato versato.