Era l’underdog di questa edizione di X Factor e, come nelle più classiche delle favole, è il “nuovo” punk (edulcorato verso il pop) di Rob a vincere l’edizione 2025 di X Factor. Un risultato non scontato, arrivato al termine di una finale iniziata con uno spettacolo davvero entusiasmante, tra luci al neon e flash stroboscopici. Peccato per gli outfit invernali che caratterizzano lo show, tra pellicce che ricordano l’atmosfera sovietica o i costumi di Mamma, ho perso l’aereo. E così, in un attimo, sembra quasi di essere finiti nello speciale di Capodanno di Rai Uno, e ti aspetti che – da un momento all’altro – spunti fuori Carlo Conti a condurre, seguito dai Cugini di Campagna pronti a un medley di 45 minuti. Ma questo, d’altronde, è X Factor.

Certo, una finale di un talent che riempie una piazza storica come quella del Plebiscito, a Napoli, è davvero impressionante: scene così non si vedevano dai tempi del rimpianto Festivalbar, quando ancora si credeva nel futuro e nelle compilation estive. Peccato che, in tutto questo glorioso e oggettivamente scintillante spettacolo, non ci sia una band. Niente. Zero. Nemmeno uno che accordi una chitarra per finta. Solo qualche bel pianoforte a coda piazzato lì come arredo di lusso. La lezione dei Måneskin, in Italia, evidentemente non l’abbiamo ancora capita: suonare strumenti veri pare un optional.

eroCaddeo – “L’emozione non ha voce” / Best of / “Punto”: 7
Sulle note di Celentano si concede virtuosismi inutili, e spero che il “molleggiato” originale (considerata l’età) fosse già a letto da un pezzo. Poi ci delizia con versioni sarde di Tiziano Ferro e Franco Battiato: di tutto ciò avrei fatto volentieri a meno, grazie. Con l’inedito dimostra di essere un piccolo – anzi, piccolissimo – Baglioni. Come cantava un altro cantautore: “il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette”.

Delia – “Cu’ mme!” / Best of / “Sicilia bedda”: 5
Nella prima manche è evidentemente “nuda” senza pianoforte. Nel best of, nonostante un talento oggettivamente allucinante, mette in scena una performance muscolare quanto poco emozionante.
Il suo inedito, al secondo ascolto, fa purtroppo venir voglia di cambiare canale, ma io sono pagato per guardare X Factor, quindi niente zapping. Peccato: il folk ha tante sfumature, ma qui si sente sempre e solo la solita solfa.

Rob – “Città vuota” / Best of / “Cento ragazze”: 9
Spacca i timpani con una voce stratosferica sulle note di Mina: se avesse cantato nella birreria sotto casa mia, avrebbero chiamato i carabinieri per superamento dei decibel. Anche nella seconda manche canta con gli ultrasuoni e rischia di frantumare i parabrezza di tutti i motorini parcheggiati in divieto di sosta nel centro di Napoli. Il suo inedito ha evidenti carenze testuali, ma alla sua età possiamo perdonare anche questo: ci spacca le orecchie, ma almeno ha un grandissimo talento. E l’Italia ha bisogno di un sano pop-punk.

PierC – “Shallow” / Best of / “Neve sporca”: 3
Cerca sempre di essere una (bruttissima) copia di Elton John. Nella seconda manche, da Bruno Mars ai Queen, gestisce male le energie e finisce con il fiatone di mia nonna quando fa le scale invece di prendere l’ascensore. Secondo Paola Iezzi, il suo inedito potrebbe meritare la vittoria a Sanremo: e io penso che a X Factor girino sostanze psichedeliche di altissima qualità. Ditemi dove le trovate.

Francesco Gabbani: 4
Durante la finale riesce persino a riciclare le sue peggiori battute della stagione. Ridateci Manuel Agnelli, e fate presto. Molto presto.

Paola Iezzi: 9
Nonostante Vamos a bailar (alcuni peccati originali non si cancellano), si dimostra la giudice con più competenza musicale. Miracoli della televisione: e infatti vince il suo Rob. Capolavoro.

Jake La Furia: 8
Vestito come l’Elton John della periferia milanese. È un maranza che ce l’ha fatta e dunque un esempio per tutti: ce lo ricorderemo negli annali come il giudice più divertente dello show.

Achille Lauro: 5
Anche in questa finale non ritrova la verve dei tempi migliori. Manca l’Achille Lauro “punk” dell’epoca di Rolls Royce. Non ci sono più i coatti romani di una volta.

Giorgia: 7
Per la prima volta in questa stagione, come conduttrice, regge il palco nell’occasione più importante. Ovviamente il prossimo anno – perdonami, cara Giorgia – ci servirà un conduttore vero. Cattelan è senza lavoro, giusto?