Caro direttore, gentili amici, vi prego di comprendere le ragioni della mia assenza alla fiera Più libri più liberi. Io sono favorevole alla tolleranza, anzi la pratico – anche con gli intolleranti per scelta, per età, per temperamento. C’è però una distinzione. Un conto sono gli intolleranti un altro, ben diverso, chi si fa partecipe cioè complice delle idee di un regime criminale come il nazismo.

Ricordo un lontano episodio. Un giorno si trovarono a dibattere Vittorio Foa, esponente politico e sindacale socialista, ebreo – e Giorgio Pisanò repubblichino di Salò, convinto neofascista. Il suo tentativo era di mettere sullo stesso piano le rispettive posizioni durante la guerra e l’occupazione. A un certo punto Foa disse: Pisanò sa qual è la differenza? Abbiamo vinto noi la guerra e lei oggi è senatore – se aveste vinto voi io sarei in galera.

Non ho nulla in contrario all’esistenza di un editore di dichiarate simpatie neonaziste, non vado a imbrattargli le vetrine, lo lascio tranquillo – non voglio però avere nulla a che spartire con lui nemmeno lo spazio di un bel salone come questo. Spero che mi capirete scusando la mia assenza.