Su SalernitanaNews, le dichiarazioni del direttore sportivo della Salernitana Daniele Faggiano. Un modo per fare chiarezza su tutti gli aspetti del momento granata e sulle strategie del club.

Dalle 15.30, dalla sala stampa dello stadio Arechi, il dirigente risponderà alle domande dei giornalisti. La conferenza non sarà trasmessa in diretta sui canali ufficiali del club granata. Le parole del ds saranno disponibili qui in tempo reale grazie alla diretta testuale con gli aggiornamenti dei nostri inviati.

ORE 15.40 – Inizia la conferenza del ds – “Voglio precisare che io Iervolino, Pagano, Milan, insomma la società è tutta unita e compatta. Vi dico questo, perché ne sentiamo tante e vogliamo togliere le chiacchiere da mezzo. Questa unione è fondalmentale, stiamo facendo cose importanti. La stampa deve aiutarci. Avere un presidente, come Iervolino, con tanta voglia, nonostante ciò che è successo negli anni e nonostante siamo in Lega Pro. Io guardo al futuro, guardo al Trapani, per smussare anche alcune cose che magari non sono state fatte bene. Io, come area tecnica, rappresento una società importante, che ha messo 30 milioni per ricapitalizzare. Sono qui per precisare che Iervolino è sempre carico, con lui c’è un rapporto quotidiano. Se io sono qui a Salerno, è perché io gli ho scritto, perché io volevo diventare il ds della Salernitana. Il presidente, prima di scegliermi, è venuto a casa mia a Pescara per parlarmi. Il rapporto che ho io col presidente e con gli altri componenti va oltre. Oltre al calcio, ho una passione che è la politica. Prima c’erano le correnti, la DC di Andreotti e Marinazzoli, il Partito Repubblicano. Qui c’è una sola corrente, quella di Iervolino, che non ci fa mancare nulla, con stipendi pagati puntualmente e ciò in tante società non succede. Se possiamo creare un argine per non farcelo scappare e non fargli sentire alcune cose. Lunedì, dopo la sconfitta, il primo messaggio è stato il suo, per darci serenità e per farci lavorare ancora, tutti insieme, me, allenatore e calciatori. Era dispiaciuto e rammaricato, ma ha voluto dimostrare il suo attaccamento, per farci sentire vicinanza. Ogni tanto leggo che verrà qui e verrà a parlare, ma non ha senso: sentiamo la sua vicinanza, sia se è presente o meno. Ho persino sentito che vuole vendere la società. Ma non penso che uno che voglia vendere, già parli di mercato. Siamo tutti sul pezzo. Questa aria di malcontento la sento anche io e mi dispiace. Fino alle 20 di lunedì eravamo primi. I campanelli di allarme possono arrivare da un 5-1, ma anche da un altro risultato. Il calo in una squadra di calcio può starci. Vogliamo fare qualcosa di buono. Non ho sentito questo clamore, quando hanno perso Benevento e Catania, che fino a qualche tempo fa erano dietro di noi. C’è sempre il girone di ritorno. Catania e Benevento provano da due anni a vincere il campionato. Abbiamo una squadra completamente nuova e non era facile arrivare in alto al giro di boa. Sento disfattismo e non capisco. Certamente non siamo contenti e possiamo migliorare. Abbiamo preso Longobardi, perché ci siamo accorti che c’erano dei problemi. Cerchiamo tutti di compattarci. Se sbaglio qualcosa, voglio che mi si venga detto. La società è importante e io non voglio far passare la voglia a nessuno. Abbiamo mandato via alcuni esuberi, ma non posso fare calca nella rosa. Voglio non vincere qualche partita, perché preferisco non affossare la società. Col presidente abbiamo un rapporto speciale, mi ha chiesto di dargli del tu ma io faccio fatica, quindi se attaccano la mia società è come se attaccassero la mia famiglia. Nella mia carriera, ho avuto Matarrese, sempre contestato. Finito Matarrese, è finito il Bari. Iervolino deve campare cento anni, con o senza Faggiano. Non mi piacciono le destabilizzazioni che sento. Sento di cambi societari, ma il problema non esiste, perché c’è la fiducia del presidente. Il mercato è una palude, non pensate che non stiamo lavorando. Lo stiamo facendo sottotraccia. Io vorrei cambiare il meno possibile, ma dipende dalla squadra. Io voglio creare un gruppo. Con i miei calciatori parlo nello spogliatoio, per farli svegliare, perche non voglio darli via. Io devo puntellare la squadra per arrivare al risultato.

Devo stare attento al budget, non perché Iervolino non mi dà i soldi. Devo cercare di ottimizzare, magari dando via un calciatore e prendendone un altro. Comprare e vendere è semplice, ma poi rovinerei il gruppo e pure le casse societarie. Devo ottimizzare quello che abbiamo. Se dovessimo chiedere al patron un sacrificio, lo farà. Ci stiamo lavorando da prima di Longobardi. A gennaio il margine di errore sarà più basso. Ci sono le tre partite fino alla pausa e a gennaio ce ne sono quattro. Dobbiamo tutelare i calciatori.

Non credo che chi sta facendo meno bene si senta già altrove. Longobardi non era la conseguenza del ko del derby. È stato preso ed è stato detto dopo la partita, perché prima non era consono dirlo alla squadra, per rispetto di chi stava giocarlo. I miei giocatori, me li tengo tutti, ma devono essere tutti allineati. Se vedo che qualcuno che non gioca mette il broncio, poi gioca e non fa il suo dovere, le cose cambiano.

I cali ci sono. La sconfitta di Benevento mi dà fastidio per le proporzioni. Sono dispiaciuto di più per i pareggi con Latina e Potenza, sono 4 punti persi. Perdere a Benevento può starci. Anche i punti persi col Cerignola pesano. La fiducia al mister è incondizionata. Ho tenuto allenatori anche quando non vincevano per 12 partite. Non attacco i calciatori, ma se il mister prepara una cosa e i calciatori non recepiscono, vuol dire che manca attenzione.

Comprare e vendere è facile, gestire il gruppo è difficile. Prima di Benevento, sentivo dire del mercato. Ma io pensavo alle partite, sempre. Se un professionista fa le cose per bene, può restare qua, ma anche trovare una squadra migliore.

Non cambieremo tanto per, se devo fare acquisti tanto per, mi tengo i miei. Ci sono tre partite e tutti mi devono dimostrare di poter stare qua. Per fare valutazioni, non devo guardare gli altri gironi. Le difficoltà in difesa sono evidenti. Aspetterò le ultime tre giornate, ma comunque mi sto muovendo.

Quando i calciatori arrivano qui sanno che sono in una grande piazza e in una società ambiziosa. Il calo delle ultime partite ha influito sui calciatori. Quando a qualcuno è stata data fiducia, a volte è andato in difficoltà. I cambi non sono stati fatti senza criterio. I calciatori non sono stati messi da parte al primo errore. Può darsi che qualcuno ne abbia risentito psicologicamente. Spero si riprendano.

Col mister parleremo anche dei calciatori funzionali ai moduli. La squadra non segna molto, però il mister a volte ha fatto giocare tutti gli attaccanti insieme. Dobbiamo ancora trovare un equilibrio, in una squadra nuova può starci. Dobbiamo puntellare, ma non prenderemo tanto per.

Le tre partite sono un banco di prova per tutti. Spero di farvi vedere qualche novità in gruppo, se devo fare qualche ritocco, spero di farlo il prima possibile. Il mercato a gennaio non è facile, perché o prendi qualcuno che non gioca o quelli di categoria superiore aspettano la B fino all’ultimo. Vorrei fare il prima possibile, per non dare alibi a nessuno.

Il portiere quando prende gol non è mai felice, come l’attaccante quando non segna. Un po’ tutti non stanno attraversando un periodo particolare. Le critiche a Inglese non le capisco. Col Potenza ha fatto lui l’assist a Ferrari. Se posso me li tengo tutti. Inglese è inamovibile. Può bussare chi vuole.

Io non voglio prendere rincalzi, voglio giocatori di primo piano. Lescano piace a tutti. C’è da guardare anche l’aspetto economico. Lescano è dell’Avellino, è stato pagato e non è semplicissimo. Longobardi è molto duttile. Ci avevo pensato anche in estate, la norma ora gli ha permesso di giocare subito. È un quinto, può fare anche il braccetto. In estate non lo abbiamo preso, perché abbiamo preferito Quirini e Ubani.

Potevo forse fare qualcosa in più negli ultimi giorni di mercato. Non è stato però facile inserirmi in una nuova società, peraltro retrocessa e far capire il mio modo di lavorare. Sono orgoglioso che il presidente voglia darmi del tu. Io vivo di calcio. La squadra lavora, ho detto che devono stare più attenti. Voglio più fame. I 5 gol bruciano anche a loro, potevano anche essere di più. Potevo fare personalmente di più, ma l’ambiente era depresso. Per togliermi di alcuni ingaggi, non ci dormivo la notte. Cedere alcuni è stato più importante di prenderne altri. C’erano calciatori che non avevano fatto bene, non scarsi, e che erano svuotati. Forse per darli via, ho fatto cose sbagliate. Ho preso gente che aveva la voglia di giocare qui”.

ORE 16.30 – Termina la conferenza del ds.