
© Deceuninck-Quick-Step
Jason Osborne si ritrova nel ciclismo virtuale e ottiene i suoi migliori risultati. Il tedesco si è recentemente imposto per la seconda volta consecutiva ai Mondiali eSports 2025, disputati lo scorso 15 novembre ad Abu Dhabi. Dopo aver vissuto l’avventura nel WorldTour per due stagioni nella rosa della Alpecin-Deceuninck, ha deciso a fine 2024 di abbandonare il ciclismo su strada, proprio al culmine della suo stato di forma, per dedicarsi al ciclismo virtuale. La motivazione per il classe ’94 risiede nel fatto che l’attuale sistema del ciclismo professionistico sia troppo orientato agli obiettivi e ai bisogni delle squadre, tralasciando quelli individuali.
Il trentunenne in un’intervista a Marca esalta una nuova, ritrovata serenità che aveva invece perso nel periodo da professionista: “C’erano troppe limitazioni. Non riuscivo a raggiungere appieno il mio potenziale perché i team operavano in modo troppo centralizzato. Allenamento, metodi, decisioni…tutto era controllato. Non c’era spazio per l’individualità.” La sua nuova condizione gli ha consentito di migliorare ulteriormente, raggiungendo uno stato di forma mai ottenuto prima: “I miei numeri sono i migliori della mia vita, migliori di quando correvo su strada. È un po’ triste, perché con questi numeri avrei potuto fare grandi cose su strada, ma non ho mai avuto l’opportunità di svilupparli”.
Tutto merito, a suo dire, della “libertà” conquistata e della flessibilità che gli era mancata negli anni del WorldTour. “Questa flessibilità cambia tutto. Il ciclismo indoor mi permette di gareggiare ovunque: tutto ciò di cui ho bisogno è un rullo, un iPad e la mia bici.” ammette il classe ’94, che poi aggiunge: “Nel ciclismo virtuale, tutto dipende da te. Ho ritrovato la soddisfazione che avevo perso su strada.” Il campione iridato esalta poi l’organizzazione dei Campionati mondiali di MyWhoosh e confida in una crescita ancora maggiore di questa nuova disciplina, compreso l’ingresso nel programma olimpico. Ammette però la mancanza di adeguati controlli antidoping, elemento che al momento non la rende ancora pienamente paragonabile al ciclismo tradizionale. Guardando al futuro, sostiene: “Si sposterà verso atleti ibridi, con strutture più individualizzate e meno dipendenza da un team. Più libertà e meno stress. Questa è la strada da seguire.“
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