
Neppure più Babbo Natale sta bene… In Natale senza Babbo, Alessandro Gassmann soffre della crisi del maschio contemporaneo. Foto ufficio stampa Prime Video
C’ERANO UNA VOLTA I CINEPANETTONI. C’è adesso Natale senza Babbo di Stefano Cipani (Mio fratello rincorre i dinosauri, Educazione fisica) , la commedia natalizia all’italiana di quest’anno. Il film (nato per la tv e produzione Oginal) è già disponibile in streaming su Prime Video. Per chi volesse sentirsi già, appunto, a Natale…
Natale senza Babbo: regista e cast del film di Natale 2025 già in streaming su Prime Video
La coppia regista e protagonista è la stessa del bel Mio fratello rincorre i dinosauri. Come lì la chiave era cercare di raccontare l’handicap in modo “diverso”, qui siamo alle prese con una commedia natalizia particolare. Per come hanno immaginato il protagonista – maschio alpha in crisi e in fuga – e per la partecipazione all’avventura della Befana e di Santa Lucia, rispettivamente interpretate da Caterina Murino e Valentina Romani. Con loro anche Luisa Ranieri, moglie di Babbo Natale. A loro si aggiungono Michela Andreozzi, Angela Finocchiaro, Rita Longordo, Paolo Calvano, Francesco Centorame, Simone Susinna, Francesca Alice Antonini, Alberto Astorri, Stefano Ambrogi. E in partecipazione straordinaria (la stella in alto sull’albero) Diego Abatantuono.

Diego Abatantuono
Che storia racconta Natale senza Babbo: la trama del film
Ha il suo bel da fare la terapista di coppia (Angela Finocchiaro) costretta a riportare la calma tra Nicola (Gassmann) e Margaret (Ranieri), coppia sul divano ad accusarsi a vicenda di essere un immaturo depresso o una control freak. Soprattutto quando lei sostiene che il marito sia Babbo Natale. Ma la donna non sta delirando, visto che subito dopo la coppia raggiunge la segretissima sede dalla quale parte la slitta carica di regali. Ogni anno, a parte questo. Prima che se ne accorgesse qualcuno, infatti, Nicola/Babbo Natale è scappato in una spa per evitare lo stress del 25 dicembre e riprendersi dalla crisi esistenziale in cui versa. Tutta la responsabilità è ormai sulle spalle della povera Margaret. Che dovrà anche guardarsi dalle mire della Befana (Murino) e di Santa Lucia (Romani), decise a succedere al Signore delle Feste, Klaus XVI, rubandogli il trono.

Valentina Romani
Dio è morto e neppure Babbo Natale sta molto bene: la recensione di Natale senza Babbo
Questo di Stefano Cipani è un film di Natale piuttosto particolare. A suo modo coraggioso, per il tentativo di raccontare in maniera diversa – persino con suggestioni horror e non sempre buoniste (per l’uso smodato del ricatto) – il panciuto protagonista. Che sia Santa Claus, San Nicola o il “papale” Klaus XVI, che qui vediamo suonare con i Natallica. Un Babbo Natale in crisi, “come tutti i maschi in questo momento storico” ci tiene a sottolineare la sceneggiatrice Michela Andreozzi. Il film gioca molto sulla ridefinizione dei ruoli di genere e si affida a una forza motrice del tutto femminile, costituita dall’interazione della ‘”mamma Natale” di Luisa Ranieri con la Befana e Santa Lucia e dalle dinamiche tra loro.

Luisa Ranieri
Prima antagoniste, mosse da ambizione, poi pronte a rivedere le proprie priorità in nome di un bene superiore. L’occasione per realizzare il tanto auspicato rovesciamento di certe tradizioni, qui lette in senso patriarcale e aggiornate ma non cancellate. Ovviamente l’innesco è quello dato dalla fragilità del maschio alpha per eccellenza, disilluso, stressato e depresso dal consumismo dilagante. Nostalgico di quella che ra una festa di renne più che di strenne. Elemento forse meno originale di altri, ma che si aggiunge ai temi interessanti ed encomiabili trattati dal film, tanti, forse troppi. Che scena dopo scena, personaggio dopo personaggio, finiscono per creare qualche difficoltà alla storia. Una babele narrativa complicata anche dalla moltiplicazione di ambienti (più o meno espliciti, come nel caso dei riferimenti alla guerra), gag e citazioni (anche se quelle dei guerrieri della notte son sempre apprezzate). La sensazione è che dentro ci siano tutti gli ingredienti giusti, ma che nella pentola si siano messe le quantità a occhio, dimenticando tutto sul fuoco.

Alessandro Gassmann
Sei domande ad Alessandro Gassmann
Che Babbo Natale è il suo?
Uno che non è Babbo Natale tutto l’anno, ma soltanto per le feste. Deve usare il Cuore del Natale per trasformarsi. È un uomo che accetta le proprie problematiche, e grazie a una moglie forte e intelligente impara a chiedere scusa. Se ci pensate, il lavoro di Babbo Natale è impegnativo, fatevelo voi il giro del mondo in ventiquattr’ore, è un lavorone!
Per quanto fragile, è anche un padre che non nasconde ai figli quello che è, non banale in questo momento storico.
È molto educativo. Ci vuole coraggio, per riscoprire la gentilezza e la dolcezza da parte di noi uomini. Per me è innato, io lo sono di natura, ma capisco che la società, costruita in maniera patriarcale, abbia allontanato sempre di più gli uomini da questa loro parte interiore. Questa sceneggiatura, e Stefano con la sua grande sensibilità, mi hanno dato una grandissima mano e sono riuscito a mantenermi fragile, malgrado Diego Abatantuono!
La felicità e la riflessione
Tra fantasy e favola, il film dice: “Quanti bambini sotto le bombe riescono a mandare una lettera a Babbo Natale? Zero”. Si ride e si riflette…
Ho accettato di fare questo film perché dava una visione diversa e innovativa del Natale. Umanizzando un personaggio magico, rendendolo terreno e permettendogli di affrontare tematiche drammatiche che sono presenti nella nostra società. E le guerre sono drammaticamente sempre più grandi, sempre più vicine, ci mettono paura. Posso immaginare quanta paura possano mettere ai bambini, e questo è un film che ho fatto per regalare ai bambini un’ora e quaranta di felicità, ma è importante anche che nei film vengano ricordate queste cose, in maniera breve, ma incisiva. Credo che sia un valore aggiunto per il film.

Caterina Murino
Babbo Natale non è un supereroe
Pensa che ormai Babbo Natale possa passare il testimone? È tempo per una Mamma Natale?z
Ma sì, perché no? Perché non una papessa, mi viene da pensare. Perché una donna non può celebrare messa? Mi sembra un po’ strano. Totalmente sì. In questo film si dimostra quanto ci si debba aiutare a vicenda, quanto Babbo Natale non sia un supereroe e quanto abbia bisogno di una moglie forte. Soprattutto di capire le proprie debolezze e cercare aiuto. Credo sia molto importante, quindi perché no?
Nel film appare anche un Babbo Natale nero in un quadro: sarebbe un’altra bella novità…
Mi sembra che comunque sia un film molto rispettoso del Natale che ha tanti livelli di lettura, ed è importante che ciascuno possa goderselo come crede. Noi l’abbiamo fatto per l’idea iniziale, che era fortissima, e perché la sceneggiatura ci ha sorpreso positivamente e fatto molto ridere..
Quale sarebbe il suo Natale ideale, oggi?
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Natale è diventato il momento in cui i commercianti sono più felici. Per cui forse il Natale ideale potrebbe essere un Natale dove sì, ci facciamo i regali – perché è bello, io adoro fare regali e riceverne – ma regali un po’ più piccoli. E mettere da parte qualcosa per chi è in difficoltà. Vorrei che ci regalassimo molti più abbracci e ascolto, soprattutto per chi non la pensa come noi. Spero in un Natale che possa portare un po’ di pace, che secondo me, è la cosa che interessa di più a tutti in questo momento.