di
Rinaldo Frignani
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di tentato omicidio, detenzione illecita di armi da sparo, tentato sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso, estorsione aggravata
Anche i reparti speciali dei carabinieri sono entrati in azione per portare a termine all’alba di venerdì una maxi operazione contro la malavita organizzata. Quattordici arresti in diverse zone di Roma per colpire persone vicine al clan Senese al termine di un’indagine coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. I reati contestati a vario titolo sono tentato omicidio, porto e detenzione illecita di armi da sparo, estorsione aggravata dal metodo mafioso e (in alcune ipotesi) dal fine di agevolare le attività dell’associazione di tipo mafioso, tentato sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso.
Le misure anche in ambienti ultrà e a un pugile
Tra gli arrestati ci sono Angelo Senese, fratello del super boss Michele, Ettore Abramo detto «Pluto» già stretto collaboratore di Fabrizio Piscitelli «Diabolik», capo ultrà della Lazio, ucciso a Roma il 7 agosto 2019 nel parco degli Acquedotti, Girolamo Finizio, detto «Cillo», nipote di «Michele ‘o pazzo» e capo ultrà romanista del Gruppo Quadraro, i fratelli Alvise e Leopoldo Cobianchi, anche loro vicini ad ambienti ultrà di recente finiti sotto indagine per estorsioni e appalti anche a Cortina d’Ampezzo, insieme con Kevin Di Napoli, ex pugile di Ostia, già vittima di un agguato a Casoria, nel napoletano, preso di mira anche l’estate scorsa con una bomba che ha gravemente danneggiato la palestra del padre Gianni in via delle Azzorre.
L’aggressione al gioielliere e gli interessi del clan Di Lauro
Fra gli episodi ricostruiti da chi indaga l’aggressione a un gioielliere romano sul quale convergevano gli interessi anche del clan Di Lauro, attivo nella provincia di Napoli, da parte di un malvivente della Capitale che lasciava intendere di essere un emissario della famiglia Senese, così determinando la reazione violenta sia del sodalizio campano sia di quello capitolino, rappresentato proprio da Angelo Senese, con conseguente richiesta risarcitoria.
La punizione per i rapitori che avevano fallito
In particolare dalle indagini dei carabinieri è emerso come nell’ambito dell’attività dei gruppi criminali siano stati commessi due tentati omicidi a colpi di pistola al Tuscolano-Don Bosco ad aprile e maggio 2023 per regolamenti di conti per droga, ma anche la tentata estorsione al gioielliere, per chi indaga vicino ad ambienti della malavita, con l’utilizzo da parte di uno degli arrestati del nome del clan Senese, con la reazione dei boss che hanno ordinato alle persone a lui vicine di sequestrarlo pena ripercussioni anche su di loro. Un rapimento con l’inganno, dopo essere stato prelevato dal suo nascondiglio vicino Bracciano, fatto fallire dai carabinieri che durante il tragitto verso il covo hanno bloccato l’auto dei sequestratori e arrestato l’uomo per un altro reato. A quel punto però è scattato il pestaggio per i complici di quest’ultimo nelle sue attività sfruttando il nome del clan e per non aver portato a termine il rapimento.
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5 dicembre 2025 ( modifica il 5 dicembre 2025 | 12:42)
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