I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito perquisizioni nei confronti di cinque persone indagate per tentata estorsione e manipolazione del mercato ai danni del presidente della Lazio Claudio Lotito.

Le accuse ai cinque indagati

In particolare, sono accusati in concorso di avere, con reiterati atti di minaccia tramite social, mail e telefonate anonime al presidente della Lazio, compiuto atti per costringerlo a cedere il capitale della società o, in almeno un caso, a procedere ad un aumento di capitale. I cinque sono accusati inoltre di aver diffuso a mezzo social network o attraverso una testata online notizie false relative alla imminente cessione da parte di Claudio Lotito del pacchetto azionario di controllo della Lazio e alla intenzione di Lotito di far deliberatamente retrocedere la squadra della Lazio in una serie minore per ottenere il cosiddetto paracadute di 35 milioni di euro dello Stato. 

Le parole del pm

 «Un disegno più ampio e unitario volto, da un lato, a diffondere notizie false idonee a cagionare una riduzione del prezzo delle azioni della società sportiva quotata in borsa e, d’altro lato, a indurre e costringere l’azionista di maggioranza а cedere il pacchetto azionario di controllo sono stati raccolti ancora nelle ultime settimane dalla acquisizione delle pseudonotizie diffuse attraverso la pubblicazione on line» per «orientare una protesta delle tifoserie della Lazio contro Lotito». E’ quanto viene scritto dai pm nel decreto di perquisizione di 10 pagine riguardo le minacce al presidente della Lazio Claudio Lotito. Diversi gli episodi denunciati dal presidente della squadra tra cui uno striscione esposto l’11 giugno da un appartamento in piazza del Parlamento, di fronte alla Camera dei Deputati, con su scritto ‘Lotito libera la Lazio’. Ma anche una telefonata ricevuta il 17 luglio durante la quale un uomo, «esprimendosi con accento romano, lo minacciava specificando che l’avrebbe ucciso se non fosse andato via e avesse lasciato la S.S. Lazio». E ancora il 20 settembre una guardia giurata di vigilanza ha notato sotto l’abitazione di Lotito un uomo che attaccava «alcuni adesivi dal contenuto oltraggioso»


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