Roma, 5 dicembre 2025 – Dopo 14 anni, la Germania reintroduce la leva militare: il Bundestag, il parlamento tedesco, ha approvato il piano nella mattina di venerdì 5 dicembre 2025 con 323 voti a favore e 272 contrari, sollevando manifestazioni di rivolta in molte città tedesche.

La reintroduzione della leva in Germania, come funziona

Concretamente, il nuovo servizio militare volontario tedesco prevede un impegno di minimo sei mesi, retribuito 2.600 euro al mese e un sostegno economico per la patente di guida, il tutto finanziato attraverso il fondo speciale da oltre 100 miliardi di euro (“Zeitenwende”), stanziato dal governo precedente di Olaf Scholz. Da gennaio 2026, la Bundeswehr, l’esercito tedesco, invierà un modulo a tutti i giovani nati nel 2008, a cui solo gli uomini avranno l’obbligo di rispondere, prima di presentarsi per una visita medica. Un ritorno graduale, frutto del compromesso tra centrodestra della CDU, più volontarista e i socialisti della SPD contrari all’obbligo. La progressività della riforma è resa necessaria anche dalla mancanza di caserme e infrastrutture adeguate per poter accogliere più di 20.000 giovani volontari l’anno prossimo.

Esercitazione militare Mangusta 2025 (foto Imagoeconomica)5

Esercitazione militare Mangusta 2025 (foto Imagoeconomica)

Il modello francese

Dall’altro lato del Reno, Parigi ha rivelato poche settimane fa un progetto di servizio militare volontario rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, dopo l’abolizione decisa da Jacques Chirac nel 1997. Il costo stimato per questo nuovo servizio militare volontario è intorno ai 2,3 miliardi di euro per il periodo 2026-203. Il governo di Sébastien Lecornu prevede un testo di legge sulla strategia militare a inizio 2026, dopo il passaggio difficile – e ancora incerto – della manovra finanziaria. Il piano del presidente francese Emmanuel Macron sostituirà il servizio nazionale universale, un esperimento fallito di servizio civile, incapace di attirare i giovani tra i 15 e i 17 anni. Rispetto alla proposta tedesca, il servizio militare francese prevede un compenso ridotto, di circa 800 euro mensili: le giovani reclute non verrebbero dispiegate in missioni all’estero, ma potrebbero pattugliare le strade nell’ambito dell’operazione “Sentinelle”, equivalente della missione italiana “Strade Sicure”.

Chi ha reintrodotto la leva e chi non l’ha mai abolita

Se la mossa di Francia e Germania può sembrare prematura di fronte a una minaccia russa concreta, ma geograficamente lontana, diversi Stati europei hanno già rotto gli indugi: la coscrizione è stata reintrodotta nel 2014 in Ucraina, nel 2015 in Lituania, nel 2017 in Svezia e nel 2024 in Lettonia. Altri Stati invece non hanno mai abolito la leva, come Cipro, la Grecia e la Turchia – per via del conflitto mai risolto nella parte nord dell’isola di Cipro -, ma anche Danimarca, Estonia, Finlandia e Norvegia, affacciati sul Mar Baltico, area strategica condivisa con la Russia e l’enclave di Kaliningrad.

In Austria, dove la leva militare è sempre rimasta in vigore, un tentativo di abolizione è stato respinto nel 2013 dal referendum popolare: quasi 6 austriaci su dieci si erano espressi a favore del suo mantenimento. In Belgio è in discussione un possibile ritorno del servizio militare su base volontaria, retribuito 2.000 euro al mese, mentre la Croazia ha già approvato il ripristino della leva a partire dal 2026. La modalità della leva differiscono significativamente tra un Paese e l’altro: in Danimarca i giovani sono estratti a sorte e il compenso mensile si aggira intorno ai 1.900 euro, ben più del tetto di 140 euro dei coscritti in Grecia o delle 4.380 corone svedesi (circa 400 euro).

CINQUE MINUTI

Il ministro della Difesa Guido Crosetto

Il caso italiano

Tra i Paesi meno inclini a un ritorno della leva, figurano quelli geograficamente più distanti da Mosca – Regno Unito escluso – come Irlanda e Islanda, dove non è mai esistita, ma anche Spagna e Portogallo. L’Italia rappresenta invece un caso a sé: il servizio militare è stato abolito definitivamente nel 2005 con la legge del ministro della Difesa di allora Antonio Martino, durante il secondo governo Berlusconi. L’attuale successore, Guido Crosetto, ha annunciato un progetto di legge, sul modello franco-tedesco, per un ripristino della leva volontaria dal 2026, con l’obiettivo di reclutare ogni anno tra 10.000 e 15.000 riservisti.

Crosetto: “Servono forze armate professionali”

Un cambio di rotta dopo la bocciatura, da parte dello stesso ministro, della proposta presentata dal deputato della Lega Eugenio Zoffili a maggio 2024 e che il leader del partito particolarmente ostile al riarmo e al sostegno ucraino, Matteo Salvini, aveva definito “una grande forma di educazione civica da impartire ai ragazzi”. Durante l’audizione in Senato sul Documento programmatico pluriennale, il 4 dicembre 2025, il ministro della Difesa ha chiarito: “Io ho bisogno di forze armate professionali che facciano le forze armate sempre di più”.