di
Alfio Sciacca
Marzio Capra, ex vice comandante del Ris e consulente da anni della famiglia Poggi sulla perizia della genetista Albani: «Quel profilo genetico non è nemmeno un indizio»
«Il Dna è una cosa seria e bisogna alzare le mani se non si è in grado di dire qualcosa che abbia un fondamento scientifico». Per Marzio Capra, ex vice comandante del Ris e consulente da anni della famiglia Poggi, la perizia della dottoressa Albani è «un esercizio retorico e matematico, stiamo parlando del nulla».
Addirittura. Perché?
«Perché fa valutazioni statistiche su dati che non sono scientifici per loro natura, in quanto sono in partenza inaffidabili».
Sia più chiaro.
«Il dato di partenza è la perizia De Stefano del 2014 che non consentiva comparazioni e non permetteva di individuare un chiaro profilo genetico. La stessa Albani in premessa dice che il dato di partenza non è affidabile ma poi conclude che potrebbe essere identificativo della linea paterna di Sempio. Sia chiaro: lei ha fatto quello che le è stato richiesto. Ma così qualcuno sta tentando di ingannare il giudice».
Parla anche dell’errore delle repliche fatte da De Stefano su quantitativi diversi?
«Io all’epoca c’ero. La replica venne fatta sul quantitativo residuale di materiale genetico, ma d’accordo con le parti e autorizzato dal giudice. Le repliche sono sempre soggette all’errore di misura, ma non per questo non sono valide».
E De Stefano dice che quel Dna non è attribuibile?
«Non lo dice De Stefano. Lo dice la scienza».
Quindi per lei l’Y non si può attribuire ai Sempio?
«Per niente. Magari può essere uno spunto investigativo. Ma come elemento di prova non porta da nessuna parte».
Ma almeno è un indizio.
«No. L’indizio è già qualcosa di più. Se io vado a cercare le caratteristiche Y dei portoghesi li trovo in tutto il mondo, perché erano navigatori».
Quindi contesta che delinei la linea paterna di Sempio?
«Assolutamente sì. Stiamo parlando di un cromosoma Y che di partenza non è consolidato ed è misto. Ma ammettiamo che sia buono. Ricordate il caso Bossetti? Aveva lo stesso Y dei Guerinoni. Seguendo la linea paterna possiamo andare a centinaia di generazioni. Io ho un Y di origini croate e non ho mai conosciuto un mio avo croato».
Ma di chi potrebbe essere quell’Y se non di Sempio?
«Di chiunque. Abbiamo il Dna dei Ris che analizzarono le unghie? È stata valutata la possibile contaminazione in sala autoptica? Ricordate la garza per il tampone nella bocca di Chiara? Per qualcuno era già l’impronta dell’assassino e invece era contaminata».
Immagino dunque che escluda possa essere Dna da contatto diretto con Chiara.
«In quel caso avresti trovato maggiori quantitativi di materiale genetico e magari un Dna completo e non solo la Y».
Quindi per voi la perizia non porta da nessuna parte?
«Dal punto di vista scientifico certamente. A livello investigativo e giudiziario non lo so. Comunque ha già portato a centinaia di migliaia di euro spesi dalla collettività».
La famiglia Poggi come ha reagito?
«Sentono ogni giorno di continui colpi di scena e presunte novità . Spesso è difficile spiegare loro che non c’è nulla di nuovo, ma si fidano delle nostre valutazioni».
Perché restate scettici su quanto potrebbe emergere dalla nuova indagine?
«La famiglia è stata sempre aperta a qualunque approfondimento. Ma questi debbono avere un minimo di fondamento. Altrimenti si crea solo nebbia e dubbi su cose sulle quali dubbi non ci sono».
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6 dicembre 2025
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