di
Dimitri Canello

Nato in Ucraina, arrivato in Italia da bambino dopo l’adozione, aveva costruito un pezzo importante della sua vita nella frazione di San Luca, ma non aveva mai reciso quel legame profondo con le proprie radici

TRIBANO (Padova) – Aveva soltanto 21 anni Artiom Naliato, il giovane cresciuto a Tribano, in provincia di Padova, e morto lunedì in un bombardamento che ha colpito un campo di addestramento in Ucraina. Un attacco improvviso, violento, che non gli ha lasciato scampo: l’edificio dove si trovava è stato centrato da una bomba e, nonostante il trasferimento in ospedale, ogni tentativo di salvarlo è stato vano. La notizia ha colpito come un fulmine la comunità di Tribano, dove Artiom era arrivato da bambino dopo l’adozione da parte di una famiglia locale. 

Nato in Ucraina, ha mantenuto un legame forte con le sue radici

Era nato in Ucraina, ma aveva costruito un pezzo importante della sua vita nella frazione di San Luca. Nonostante l’infanzia segnata dal distacco dalla patria, non aveva mai reciso quel legame profondo con le proprie radici, tanto che all’inizio del conflitto aveva scelto di tornare nel Paese natale per arruolarsi e partecipare alla difesa contro l’invasione russa: «Ha deciso di rischiare la vita – ha dichiarato con voce rotta dall’emozione il sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana – per qualcosa in cui credeva. Ha lasciato una comunità che lo amava e una famiglia che lo aveva accolto con amore, per combattere una guerra che sentiva sua. La sua scelta merita rispetto, anche se oggi ci lascia un vuoto profondo. Tribano perde un figlio, e il dolore è immenso». Pochi giorni prima della tragedia, Artiom era tornato brevemente in Italia, per una visita alla sua famiglia adottiva. Un saluto veloce, prima di ripartire per il fronte. Nessuno poteva immaginare che sarebbe stato l’ultimo. 



















































Il ricordo di tutti

A ricordarlo, oltre ai familiari e al sindaco, ci sono anche colleghi e amici della Aries Srl, agenzia vicentina per la sicurezza dove Artiom lavorava prima della partenza. Alessio Raffo, direttore operativo, ha voluto dedicargli un messaggio carico di commozione: «Ho provato in tutti i modi a dissuaderlo dal partire, ma era testardo, determinato. Era un soldato dentro. La sua correttezza e generosità resteranno un esempio per tutti. Le guerre distruggono ciò che di più umano abbiamo: l’amore, l’amicizia, la speranza. Mi ha insegnato più lui di quanto io abbia insegnato a lui. Non lo dimenticherò mai». Un altro toccante ricordo arriva da Kevin Maneo, amico fraterno e compagno di lavoro: «Ciao amico mio, sei stato un grande collega e fratello: non ti dimenticherò mai. Sei morto difendendo la tua patria e la tua terra. So che che era il tuo desiderio come mi hai sempre detto ma speravo di vederti tornare in Italia con il tuo solito sorriso e la voglia di spaccare il mondo». Poi ancora, un pensiero profondo: «Da oggi saremo sempre un uomo in più in ogni servizio perché lassù ci sarai tu a vegliare su di noi e a proteggerci. Avremo la forza di due uomini perché ci coprirai le spalle in ogni intervento e la tua luce illuminerà anche la notte più buia che sembra non finire mai, quando nelle fredde notti d’inverno la stanchezza si fa sentire. Rimarrai un esempio per tutti e anche se mi chiedevi sempre consigli sul lavoro sono più le cose che io ho imparato da te e che mi porterò sempre nel cuore. Mi mancherai, ciao Artiom: vola alto». 

La veglia venerdì alle 21 nel Duomo di San Lorenzo

La comunità di Tribano e tutto il territorio si preparano ora a rendere omaggio ad Artiom con una veglia di preghiera prevista per venerdì alle 21 nel Duomo di San Lorenzo a Conselve. Un momento di raccoglimento collettivo per onorare una giovane vita spezzata troppo presto, ma vissuta con intensità, dignità e coraggio.


Vai a tutte le notizie di Padova

Iscriviti alla newsletter del Corriere del Veneto

23 luglio 2025