di
Lorenzo Cremonesi

L’intervista alla scrittrice: «Alla Casa Bianca ci sono linee e piani diversi. Trump dice che non vuole il collasso di Kiev, ma oggi sembra meno in controllo della situazione

«Questo documento è il suicidio degli Stati Uniti così come li abbiamo conosciuti da dopo la Seconda guerra mondiale. Donald Trump tradisce gli alleati e distrugge la reputazione americana nel mondo». Non ha mezze parole Anne Applebaum nel criticare le nuove linee guida dell’America First trumpiana.

In che senso?
«Washington dichiara che non ha alleati, ma solo interessi economici: un partner di cui non ci si può più fidare».



















































Le conseguenze?
«È un disastro non solo per l’Ucraina, ma per gli alleati europei. Trump ci dice che il business con noi è meno interessante che non con Mosca e che dunque le preoccupazioni per la nostra sicurezza sono ai suoi occhi secondarie».

Il documento segnala anche di sostenere i partiti che remano contro la Ue…
«Vi sono appoggiati i partiti anti Bruxelles e filo Mosca. La questione è ora capire come intendono agire: con la Cia, con la diplomazia, con quali mezzi vogliono operare? Aggiungerei un elemento di cautela, perché l’attuale amministrazione Usa si è dimostrata poco competente e non è chiaro quanto gli autori di questo documento siano in grado di mettere in atto i loro propositi. Sembra più una dichiarazione propagandistica volta a generare preoccupazione e rabbia, ma le cui conseguenze reali sono ancora tutte da valutare».

Dunque Trump sarebbe disposto a permettere il trionfo di Putin?
«Ci sono elementi contradditori. Trump ha anche affermato più volte che non vuole il collasso dell’Ucraina, perché poi lui sarebbe considerato colpevole, così come Joe Biden fu accusato di avere permesso la vittoria telebana in Afghanistan. Dunque, se è vero che il negoziato condotto da Witkoff e Kushner sembra portare alla sconfitta di Kiev è anche vero che a Washington molti sono contrari. Il fatto resta che oggi Trump appare stanco, a tratti confuso, persino malato, molto meno in controllo della situazione che non all’inizio del suo secondo mandato in gennaio».

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Casa Trump nel caos?
«Nella sua amministrazione c’è un sacco di gente che presenta piani e politiche diversi, non sono coerenti tra loro».

Quanto a confusione e divisioni anche l’Europa non scherza, basti guardare alle controversie sull’utilizzo dei miliardi russi congelati: non crede?
«Non va mai dimenticato che al momento l’Europa sta pagando e sostenendo interamente lo sforzo bellico ucraino. Gli Usa non danno più alcun contributo. Intanto gli ucraini riescono a colpire quotidianamente le raffinerie e le infrastrutture energetiche russe. I servizi di intelligence occidentali riportano che nel solo mese di novembre sono morti o rimasti feriti almeno 26.000 soldati russi. Gli europei vanno rassicurati e sostenuti: non è sufficiente, ma stanno garantendo la capacità ucraina di combattere. Soltanto 3 anni fa una cosa del genere sembrava impossibile. Inoltre, c’è un numero crescente di leader e cittadini europei consapevoli del fatto che la Russia rappresenta una minaccia diretta con i suoi blitz cibernetici, la propaganda, i droni, le azioni violente».

La Russia sta già attaccando direttamente l’Europa?
«Guardiamo alla vicenda dei fondi russi congelati nelle banche belghe. Emerge che Mosca ha minacciato di persona il premier belga: una chiara indicazione che Putin intende ricorrere alle intimidazioni mirate e alla violenza senza confini per forgiare a suo favore la politica europea».

Cosa sa dei tentativi di assassinio contro Zelensky?
«Da Dublino segnalano che 4 o 5 droni sospetti incrociavano nelle vicinanze del suo aereo in atterraggio due giorni fa. È l’ennesimo segnale per cui i russi sono pronti a ricorrere a ogni mezzo per creare danni in Europa: assassinii, sabotaggi di treni, droni presso gli aeroporti…».

Come vanno i negoziati russo-ucraini?
«La mediazione Usa si muove su due binari. Il primo riguarda il futuro degli scambi economici tra Washington e Mosca. Putin lavora per rendere allettanti i mercati russi ai mediatori americani, che non hanno alcuna esperienza diplomatica. Con queste premesse, valuto difficile che il secondo binario della pace ucraina possa portare da qualche parte».

Dunque il malaffare non è solo a Kiev?
«Assolutamente no. Mentre lo Stato ucraino combatte con successo la sua corruzione interna, nessuno fa nulla per fermare l’incredibile corruzione imperante sia a Washington che a Mosca, dove gli affari privati sono continuamente confusi con quelli pubblici».

6 dicembre 2025 ( modifica il 6 dicembre 2025 | 08:43)