Nell’intervista con Paolo Petrecca, direttore di Rai Sport, Ubaldo Scanagatta è partito dai successi italiani per chiedere come questo fenomeno abbia influito sugli ascolti degli eventi tennistici curati dalla Rai, per poi domandare come l’emittente pubblica si relaziona con i suoi competitor riguardo ai diritti televisivi. Poi, i sogni nel cassetto e l’esperienza di Petrecca come direttore.
L’impatto Sinner e come è cambiato il movimento tennistico
“Il movimento tennistico ha dato un colpo straordinario a questo sport in Italia grazie al lavoro che è stato fatto in Italia in questi anni. È nata la collaborazione con la Federazione Italiana Tennis e Padel con Angelo Binaghi per incentivare attraverso il servizio pubblico l’amore per il tennis e quindi siamo tornati grazie a Sinner ma non solo. Abbiamo visto che c’è una nazionale fortissima e il tennis è tornato quasi ai livelli di quando giocavano Panatta e Bertolucci, anzi forse di più”.
Il ricordo di Nicola Pietrangeli
“L’ho intervistato qualche volta in passato e sono state interviste sempre bellissime. Lui era un uomo straordinario anche nel contributo che dava: era spiritoso, accattivante, era un signore.
“C’è questo grande particolare che denota i grandi tennisti del passato. Panatta era sempre spiritoso, io ce l’ho a ‘La Domenica Sportiva’ come opinionista e lui ha sempre la battuta pronta. E così anche Nicola. Questo forse lo ritroviamo in Berrettini e Cobolli, ma un po’ manca nel tennis di oggi: ci vorrebbe un po’ più di umorismo. Manca un po’ di goliardia e di dolce vita”.
I dati registrati per le ATP Finals e la Coppa Davis
“La Coppa Davis ha fatto, domenica 23 novembre, 4.000.000 di spettatori con 24,17% di ascolti e 12.000.000 di contatti. Già alle 15:09 sono stati registrati 3.600. 000 spettatori con 24,37% di ascolti e 14.000.000 di contatti su Rai 1 – diverso da Rai 2 che è notoriamente il canale olimpico e il canale sintomatico dello sport.
“Noi siamo andati su Rai 1, abbiamo fatto una scommessa con Binaghi, abbiamo creduto in questa gestione della Rai e ha pagato”
“Le ATP Finals hanno, invece, registrato 5.371.000 di spettatori alle ore 18:00 della finale, il 28,41% di ascolti con 11.000.009 di contatti. Alle 17:55 già 4.000.400 spettatori erano collegati, il 22,16% di ascolti con 11.000.000 di contatti. La Rai ha superato i 5.000.000 di spettatori tra le 18:00 e le 20:00 con questo evento, è il 27,71% di ascolti, con 12.000.175 contatti. Cifre che faceva solo il calcio.
“Il tennis di oggi è così grazie a Sinner, grazie a questi grandi campioni e grazie a queste soddisfazioni che ci siamo levati come Italia. Abbiamo in qualche modo riparato come sport un po’ la delusione della nazionale nel calcio.”
La nazionale è un brand che paga sempre.
“Metteremo una fish per i prossimi Mondiali di calcio, però certo il tennis e la nazionale adesso se la battono. Parliamo di identità nazionale, di qualcosa che nel cuore del tifoso rappresenta l’amore per quello sport ma anche e soprattutto l’amore per la Nazionale.
“Non solo con il tennis e il calcio: il volley ha fatto i numeri veri con semifinali e finali dell’Italia maschile e femminile. Noi abbiamo fatto degli ascolti pazzeschi su Rai 2, che è una bella notizia perché è notoriamente meno vista. Abbiamo fatto di media 6 o 7 milioni di spettatori”.
Come la Rai intende rispondere al discorso delle Pay-TV e della concorrenza?
“Io, come direttore di Rai Sport, ho incentivato subito il tennis perché quando sono entrato il 27 marzo non c’era neanche lo studio pronto degli Internazionali, quindi ho lavorato subito su questo. Perché mi piace il tennis e perché so che il tennis è uno degli sport più amati nel nostro paese, come il volley, il calcio e il ciclismo.
“Io rispondo da parte mia perché l’azienda mi supporta in questa intenzione di incentivare, fare accordi con le Federazioni, muovere il movimento sportivo il più possibile ma soprattutto conquistare grandi eventi che sono il futuro della televisione. Noi come servizio pubblico abbiamo un ruolo importantissimo, che è quello di andare a riempire dove non c’è la Pay-TV.
“La Rai ha un Piano di Revisione dovuto alle richieste del Ministero dell’Economia che dice di dover ridurre i costi; quindi, stiamo cercando di fare quadrare i costi mantenendo il budget che abbiamo o assorbendo qualche riduzione. Magari rinunciando a qualche piccola cosa, come all’opinionista piuttosto che all’evento, oppure al fatto episodico.
“Questo non vuol dire ridurre quelli che vengono definiti sport minori perché dobbiamo stare molto attenti al fatto che lo sport minore è lo sport di tutti”.
Cosa pensi del recente decreto-legge, ribattezzato da qualcuno come “Legge Sinner”?
Si tratta di un decreto-legge per cui, una volta esauriti i vari contratti stipulati dalle Pay-Tv per i quattro Slam, il servizio pubblico potrebbe avere i diritti per le semifinali e finali qualora ci fosse un italiano coinvolto.
I diritti occupati:
- Discovery Channel fino al 2030 per il Roland Garros e fino al 2031 per l’Australian Open
- Sky fino al 2030 per Wimbledon
- Super Tennis fino al 2030 per l’US Open
“Io credo che la politica debba supportare in questo momento non solo la televisione e il servizio pubblico, ma debba supportare la gente che non si può permettere la Pay-TV.
“L’offerta è ampia ed è ampia anche la platea degli eventi e quindi cerchiamo di lavorare su quello e andare, con un’operazione che ovviamente passa attraverso le dinamiche del Governo e le dinamiche di politiche, a dare la possibilità a tutti di vedere il più possibile.
“Oggi il mondo delle Pay Tv sta cambiando, sui grandi eventi si fanno alleanze tra Pay-TV e televisione che trasmette in chiaro. Si possono fare trattative sui secondi diritti come abbiamo fatto anche per gli Internazionali di tennis con Binaghi. Ma io penso che si possa dialogare anche fuori dalla Federazione, ad esempio noi con Sky stiamo lavorando su tante cose.
“Il mondo della televisione va verso delle alleanze, quelle tra grandi colossi del broadcasting sono il futuro. Io sono ottimista perché anche al di là delle trasmissioni c’è sempre tanta voglia di tornare da Mamma Rai”.
Prevedi, al di là delle telecronache, degli approfondimenti speciali sullo sport?
“La prima cosa che ho detto quando sono arrivato in questa posizione è che lo sport va raccontato; quindi, non solo prevedo ma realizzo. Ieri abbiamo mandato in onda un paio di documentari relativi al grande Nicola Pietrangeli.
“Io ho fatto anche fare la doppia conduzione in eventi storici perché credo che il conduttore debba essere accompagnato da qualcuno che sappia raccontare.”
“Io sul tennis ho Panatta, che penso sia la massima istituzione non solo perché lo sa fare con simpatia ma proprio a livello di competenza, poi Omar Camporese, che credo sia indiscusso sulle capacità tecniche, e Rita Grande. Quindi il tema è che io ho una squadra già di opinionisti che affiancano Alessandro Fabretti, Fanelli che abbiamo messo in pista e altre persone che navigano attorno al tennis.
“Rai Sport ha due grandi bacini: il calcio e le varie. Le varie sono quegli sport in cui si specializzano quelli a cui piace. La competenza è indispensabile, ma fa il grande giornalista? O è il grande giornalista che diventa competenza? Noi ci proviamo.”
“Il mondo è cambiato. Abbiamo avuto l’invasione dei social che è stata una bella invasione, se vengono usati bene sono un grande bacino di trasmissione. Noi dobbiamo canalizzare, bisogna aumentare il contatto tra la televisione e i social e bisogna mettere le due cose in relazione. Non per andare con la televisione sui social, ma per portare i social dentro la televisione in modo che raccontino quello che facciamo.
“L’ultima puntata de “La Domenica Sportiva” ha fatto il 3% in più dei giovani tra i 15 e i 24 anni pur perdendo uno 0,2% di spettatori più anziani. Quindi il tema è che se tu agisci nel mondo dei social con intelligenza guardando alla televisione e facendo una sinergia probabilmente riesci a ottenere qualcosa.
“Secondo me l’importante è già mantenere l’ascolto, la televisione rimane il mezzo più utilizzato ma stiamo andando verso lo streaming sempre di più. Quindi la ricetta non esiste, io sto cercando delle sinergie e soprattutto la competenza delle persone che parlano”.
C’è un cavallo di battaglia per Rai Sport?
“Sono sicuramente la squadra, le persone che lavorano con me, sicuramente la nazionale di calcio che è un brand qui alla Rai e speriamo che tutto vada bene alle qualificazioni e soprattutto ‘La Domenica Sportiva’ che sta facendo molto bene.
“Io lo dico qui e lo nego qui: ho chiesto che passi definitivamente su Rai1. Abbiamo fatto questo esperimento dopo l’Italia in Norvegia ed è andato molto bene, abbiamo fatto il 14%. Se riuscissimo a riportarla agli albori quando nacque su Rai 1 sarei l’uomo più felice sulla terra”.
La decisione più difficile che hai preso come direttore?
“Io sono un decisionista ma non mi piace impormi. Purtroppo, c’è stato un momento in cui ho dovuto decidere qualcosa sul componimento della mia squadra interna e l’ho fatto con un po’ di rammarico. Quando c’è una persona competente con limitazioni di carattere io mi rendo conto che non è abbastanza, il giornalista quando lavora in una squadra deve saper lavorare in squadra. Che sia chiaro, non ho mandato nessuno in panchina perché io lascio tutti in primo piano, ho solo cercato di ottimizzare le risorse dando altri incarichi a chi stava in posizioni di comando e viceversa, ora lavorano tutti in maniera egregia. Noi abbiamo tante stelle e io le sfrutto tutte”.
Un evento sportivo che la Rai può sperare di prendere in esclusiva?
“Io sogno di prendere l’America’s Cup ma non so se riusciremo per una questione di budget e anche di interessi commerciali. Al di là dei mondiali di calcio che lo do per scontato. Io, lo dico in maniera poco diplomatica, rinuncerei al Sei Nazioni per prendere l’America’s Cup. Come rinuncerei a un altro evento per prendere magari Wimbledon, però mi rendo conto che i diritti fino al 2030 sono occupati”.
Se dovessi fare una scommessa: è più facile lavorare con Discovery Channel, Sky o Super Tennis e la Federazione che ha i diritti dell’US Open?
“Noi abbiamo un ottimo rapporto con la Federazione. Tra Discovery e Sky io ti dico Sky perché abbiamo già un buon rapporto con loro. Ma questo non vuol dire che non possiamo averlo con Discovery. Io non mi occupo dei diritti, c’è una direzione in Rai che se ne occupa con Giuseppe Pasciucco e Rodolfo Funaro”.
a cura di Sabrina Giorgi