Parigi, 6 dicembre 2025 – Il cuore della difesa nucleare francese non batte a Parigi, ma nella rada di Brest, una baia protetta naturalmente all’estremità occidentale della Bretagna. È qui che, nella serata di giovedì 4 dicembre, i gendarmi francesi hanno neutralizzato cinque droni non identificati. Proprio sopra la base navale d’Île Longue, dove i quattro sottomarini nucleari lanciamissili (SNLE), che trasportano una parte delle testate atomiche strategiche francesi, si danno il cambio tra una missione e l’altra.
Il volo è avvenuto in delle condizioni di visibilità perfette, con un cielo terso illuminato dalla luna piena. L’ideale per osservare e raccogliere informazioni su un’area altrimenti custodita gelosamente dagli sguardi indiscreti: cercando su Google Maps, tutta l’area risulta sfocata. La procura militare di Rennes ha immediatamente aperto un’inchiesta.
L’importanza strategica di Île Longue
Questa striscia di terra di 1,10 chilometri quadrati è da cinquant’anni il porto d’attracco dei quattro sottomarini nucleari francesi: Le Triomphant, Le Terrible, Le Téméraire e Le Vigilant. Ognuno di loro è in grado di trasportare “16 missili M51, dotati ciascuno di sei testate nucleari dalla portata di 10.000 chilometri”, scrive il quotidiano francese Le Parisien. Se per la maggior parte del tempo almeno uno di questi naviga invisibile nei fondali dell’oceano, la posizione degli altri è certa: è qui, nella base di Île Longue, che tornano a galla, dopo 70 giorni di missione, per il cambio di personale a bordo e per delle operazioni di manutenzione, tra cui quelle dei reattori che ne consentono la propulsione.

Sottomarino della base nucleare di Ile Longue, ovest della Francia (Afp)
Ipotesi destabilizzazione
Le indagini sono in corso ma, data la rilevanza strategica, una delle piste privilegiate è quella di un atto ostile di destabilizzazione, come già avvenuto nei mesi scorsi in Estonia, Danimarca, Germania e Belgio, anche se la procura militare ha precisato che per il momento non è possibile stabilire un legame tra i droni e eventuali ingerenze straniere.
Chi c’è dietro? Le autorità francesi prudenti
Il promontorio di Île Longue era già stato sorvolato da un piccolo drone – non militare – tra il 17 e il 18 novembre 2025, nonostante il divieto assoluto di sorvolo nell’area. “Qualsiasi sorvolo di un’installazione militare è vietato nel nostro Paese, [se succede, ndr] segue automaticamente una denuncia e un’inchiesta, che permetterà di determinare cosa sia effettivamente avvenuto durante questo sorvolo. Quindi, a questo stadio, nessuna attribuzione”, ha dichiarato la ministra della Difesa francese, Catherine Vautrin, nella giornata di venerdì 5 dicembre, giustificando la discrezione delle autorità sul caso. Le autorità francesi, infatti, preferiscono mostrarsi prudenti e del resto, i gendarmi intervenuti, non hanno abbattuto i droni, ma li hanno neutralizzati con un ‘brouilleur’, un disturbatore o jammer anti-drone. Una scelta che solleva dubbi sull’effettiva sicurezza di uno dei siti militari più strategici e protetti del Paese, sorvegliato da oltre “10.000 sensori” e “300 telecamere” e da cui dipende la credibilità della dissuasione nucleare francese.
Abbattere i droni: controproducente e legalmente difficile
Né il prefetto né il ministero hanno fornito ulteriori spiegazioni, ma dopo un caso simile in Belgio a inizio novembre, l’esperto dell’Institut royal supérieur de défense belga Alain De Nève, in un’intervista alla radio-televisione nazionale francofona (RTBF), spiegava che “abbattere un drone sarebbe controproducente […] bisognerebbe sapere se questi dispositivi trasportano o meno una carica esplosiva o biologica e se così fosse, sarebbe necessario identificare con precisione la zona sopra la quale si potrebbe distruggerlo”.
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Inoltre, la legislazione francese dovrebbe evolvere per permettere agli agenti e ai militari di poter abbattere facilmente i droni nei pressi di zone sensibili. Il governo francese ha annunciato il mese scorso di lavorare a una riforma, seguendo le orme della Germania, dove la legislazione è già entrata in vigore in ottobre e che dispone da poco di uno scudo antimissilistico e anti drone come quello israeliano. Il capitano Guillaume Le Rasle, portavoce delle Prefettura marittima dell’Atlantico di Brest ha comunque assicurato che “le infrastrutture sensibili non sono state minacciate”. Finché i responsabili non sono individuati, non è escluso un caso simile in futuro.

Un sottomarino nucleare nella base navale di Ile Longue, nella Francia occidentale (foto Afp)