Ogni volta che gli Stati Uniti vengono travolti da un’ondata di gelo eccezionale, tra gli appassionati di meteorologia e non solo torna la stessa domanda: «E adesso tocca all’Europa?». L’idea che il freddo nordamericano “si sposti” verso il Vecchio Continente dopo qualche settimana è molto diffusa nel linguaggio comune, ma in realtà non rappresenta una legge statistica né una relazione meteorologica affidabile. La climatologia degli ultimi decenni mostra infatti che non esiste un nesso automatico fra una fase gelida negli USA e un successivo raffreddamento in Europa o in Italia. I due continenti possono subire effetti paralleli solo se l’intera struttura emisferica cambia assetto, e questo dipende da dinamiche più complesse del semplice “trasferimento” di un’irruzione fredda.

Perché gli USA stanno vivendo un gelo così intenso

Il gelo americano di questi giorni nasce da una particolare configurazione del vortice polare, deformato e sbilanciato verso Canada e Stati Uniti. Questo ha creato un canale preferenziale — spesso chiamato Polar Express — attraverso cui l’aria artica scende ripetutamente dal Polo verso il Midwest e la East Coast.

Quando questo accade, l’emisfero mostra spesso un comportamento “a specchio”:

  • freddo intenso su Nord America,
  • flusso atlantico più mite sull’Europa.

E infatti, secondo i principali modelli previsionali, l’attuale gelo americano è favorito proprio da un’Europa più calda e anticiclonica, con alta pressione prevalente e correnti oceaniche miti.

USA gelidi non significano automaticamente Europa gelida

In meteorologia conta il pattern emisferico, non il singolo evento. Affinché il freddo possa coinvolgere anche l’Europa, serve un cambiamento strutturale della circolazione con:

  • NAO negativa,
  • alta pressione su Groenlandia o Scandinavia,
  • jet stream deviato verso sud,
  • irruzioni fredde continentali dirette verso il Mediterraneo.

freddo usa 5 dicembre 2025

Una forte ondata di gelo americana segnala solo che il vortice polare è disturbato, ma non implica automaticamente un’ondata di gelo europea. In molti casi accade addirittura l’opposto: il gelo americano convive con un’Europa insolitamente mite e dominata dagli anticicloni.

Qual è la probabilità reale che il gelo arrivi in Italia?

Ad oggi, e in base alle dinamiche che hanno generato il gelo sugli USA, la probabilità immediata di un’ondata di freddo intensa sull’Europa occidentale è bassa. L’attuale assetto atmosferico favorisce:

  • anticicloni sull’Europa centro-occidentale,
  • flussi occidentali miti,
  • assenza di un ponte di blocco verso la Groenlandia.

Ciò non esclude che nelle prossime settimane qualcosa possa cambiare. Se il disturbo al vortice polare dovesse intensificarsi o propagarsi verso la troposfera, allora aumenterebbero le chance di un raffreddamento europeo, soprattutto tra fine dicembre e gennaio.

Fasi NAO Europa

Ma allo stato attuale, non ci sono basi statistiche né dinamiche per affermare che “dopo il gelo USA toccherà all’Italia”. Il freddo, per arrivare sul nostro Paese, ha bisogno di un vero cambio di regime sul Nord Atlantico e di blocchi alle alte latitudini.

Un gelo “americano” non garantisce un gelo “europeo”

L’ondata gelida che sta investendo gli Stati Uniti è notevole e scientificamente interessante, ma non rappresenta un segnale predittivo diretto per il nostro continente. Perché il freddo raggiunga anche l’Italia è necessario che l’intero assetto emisferico si riorganizzi, e questo dipende da fattori come NAO, ondulazioni del jet stream, presenza di blocchi atlantici e stato del vortice polare.

In sintesi: il gelo negli USA non è un indizio sufficiente per prevedere un freddo imminente in Europa, ma è un pezzo — importante — di un quadro emisferico che va osservato nella sua interezza con un approccio rigoroso e basato su analisi scientifiche e teleconnessioni atmosferiche.