L’Europa cambia strategia: sì agli aiuti di Stato: l’analisi di Ferruccio de Bortoli sulle nuove strategie di sicurezza economica della Ue. Regali finanziari per i figli: dal pac al fondo pensione. E se arriva il tesoretto dell’Inps…
Aiuti di Stato? Non sono più un tabù, è cambiato il mondo. Se ieri erano da evitare per garantire una concorrenza equa fra le imprese in Europa, ora sono quasi da invocare perché le aziende del Vecchio Continente possano aumentare di taglia e affrontare al meglio i colossi statunitensi o cinesi. I confini si fanno più netti, il libero mercato sta praticamente scomparendo. Si torna al «noi e loro». In questo quadro, sfuma il diritto dei consumatori ad avere prezzi più bassi garantiti dalla concorrenza alla pari, perché l’emergenza è difendere il diritto delle imprese europee di stare sul mercato.
È il senso dell’analisi di Ferruccio de Bortoli che sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani con il quotidiano, parla della nuova strategia di sicurezza economica della Commissione europea, annunciata il 3 dicembre. «Può essere tradotta così — scrive de Bortoli —: d’ora in poi il mercato unico non sarà più, almeno nelle intenzioni, terreno di facile conquista di giganti americani e cinesi. Useremo tutti gli strumenti a disposizione per difenderlo; ridurremo la dipendenza di beni e servizi strategici. In una parola: faremo la faccia dura».
E ancora: «Conterà sempre meno il cittadino consumatore, e la sua libertà di avere beni e servizi al minor prezzo, e sempre di più la necessità di irrobustire le aziende in grado di competere a livello internazionale. Anche a costo di aiutarle con denaro pubblico». E de Bortoli cita l’esempio delle telecomunicazioni, dove la lotta sui prezzi al dettaglio è stata forte, a scapito però degli investimenti in tecnologia. Con la chiosa: «La fascinazione del mercato perfetto cade sotto i colpi esterni all’Unione di chi non segue alcuna delle nostre regole».
Noi e la Cina: meno matrimoni, più merci
Fuori dall’Ue c’è la Cina che verso l’Italia si sta muovendo in modo contrastante. Da un lato chiude sempre meno acquisizioni nel Paese, anche per barriere come il golden power; dall’altro immette sempre più merci (a basso prezzo) sul mercato tricolore. Lo dice un’indagine di Kpmg per L’Economia, che il settimanale pubblica, con la nuova mappa delle partecipazioni cinesi in Italia. In sintesi: matrimoni al lumicino ed export in impennata. Mentre Francesco Mutti, ceo di Mutti e presidente Centromarca, a fronte dell’espansione cinese invita a tutelare le aziende italiane, riducendo la burocrazia.
I piani di Aboca
La copertina è dedicata all’imprenditore Massimo Mercati, ceo di Aboca. Esporta le filiere della salute in Sudamerica, investe sui farmaci naturali, raddoppia la capacità produttiva: un modello sostenibile di made in Italy.
Fra i personaggi c’è Diletta Balocco, che a 27 anni prende le redini dell’azienda di famiglia. Dice: «La crisi dei consumi si batte con un patto fra produttori e grande distribuzione». Altro protagonista è Nicola Monti, ceo di Edison, della francese Edf: vuole triplicare i cantieri in Italia. A proposito di Parigi, dopo Luca de Meo in Kering sale ai vertici Pietro Beccari in Lvmh. Come sarà la nuova stagione italiana della moda francese?
Nella sezione Risparmio, i consigli per regalare ai figli un fondo pensione o un piano di accumulo
7 dicembre 2025
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