di
Alberto Brambilla
Cresce l’Albania, fuga dal Portogallo. Nel 2018-2024 sono calate del 23% le uscite di chi sceglie di trasferirsi per le tasse o perché il costo della vita è minore. E il 43% di chi va via non è italiano
Sorpresa: le pensionate e i pensionati italiani che si trasferiscono all’estero sono in calo. Secondo gli ultimi dati disponibili, i Paesi preferiti da chi si stabilisce in un Paese straniero per motivi di convenienza fiscale o perché il costo della vita è minore rispetto all’Italia, sono la Spagna, seguita da Tunisia (Hammamet risulta particolarmente apprezzata dai dipendenti pubblici) e Romania oltre al classico Portogallo che dal 2024 però non concede più agevolazioni tributarie ai nuovi arrivati mentre li mantiene per 10 anni per quelli ante 2023. Cresce anche l’Albania mentre sono circa 750 in Grecia e Thailandia, oltre 710 nel Principato di Monaco 285 a Malta e 112 negli Emirati Arabi Uniti.
Gli assegni nella penisola iberica
In Spagna, nel 2023, si sono trasferiti 536 pensionati (451 del 2022) per un totale di circa 8.417 italiani a cui l’Inps paga nel complesso circa 147 milioni per un assegno di importo medio mensile, per 13 mensilità, pari a 1.339 euro (una media di 17.500 euro l’anno). Nel quinquennio 2019-2023 si sono trasferiti nel Paese circa 2.300 pensionati, ponendo la Spagna al primo posto nelle scelte dei nostri connazionali grazie al sistema che prevede aliquote fiscali più basse di quelle italiane, oltre a esenzioni e detrazioni di imposte (6.500 euro per chi ha un’età tra i 65 e i 75 anni, 7 mila per quelli over 75) sui redditi esteri e detrazioni per spese mediche. Il costo della vita, nelle zone meno centrali è contenuto.
Flusso minore
Dal 2024 invece si è ridotto il flusso di coloro che si trasferiscono in Portogallo perché da quella data sono state eliminate le norme fiscali di favore istituite nel 2009, per i pensionati provenienti da altri Paesi; nel quinquennio 2019-2023 il flusso di nuovi arrivi (2.000 nel 2023) si è ridotto di oltre l’83%. Tuttavia, il Portogallo anche nel 2023 è il Paese in cui si paga il maggior importo complessivo di pensioni pari a 157,4 milioni, con un importo medio annuo lordo di 48.000 euro pari a un assegno mensile di 3.700 euro, per un totale di pensionati residenti pari a 3.365. Per coloro che si sono trasferiti nel 2023, l’importo medio della pensione è stato di 2.631 euro.
Il caso Tunisia, la Romania
La Tunisia, e soprattutto la zona e la città di Hammamet, vede in aumento i pensionati italiani che la scelgono come meta post lavoro; tra il 2019 e il 2023 si sono trasferiti nel Paese circa 1.000 connazionali convinti da un sistema fiscale che prevede una no tax area per l’80% del reddito con la possibilità di detrazioni per le persone a carico e aliquote modeste con esenzione totale fino a 1.500 euro e un massimo del 35% per redditi superiori a 50 mila euro. Gli ex dipendenti statali che non beneficiano della pensione lorda se risiedono all’estero, sono il 63% dei pensionati italiani che vivono a Hammamet e dintorni.
Sempre nel quinquennio 2019/23, gli ex lavoratori che si sono trasferiti in Romania sono stati circa 500 (100 pensionati nel 2023) e in base agli accordi con l’Italia, in Romania si può ricevere la pensione al lordo delle imposte pagando sulle rendite estere una aliquota forfettaria del 10%. In Albania negli ultimi 5 anni si sono trasferiti 200 pensionati (100 nel solo 2023) perché il Paese dal 2021 offre l’esenzione fiscale totale sui redditi da pensione.
Trascurabili i trasferimenti di pensionati in Grecia che offre una aliquota agevolata del 7% per 15 anni, (37 trasferimenti), Cipro, dove c’è già una discreta comunità italiana che offre una aliquota fissa del 5% sui redditi (3 trasferimenti), Malta e Slovacchia. Pochi gli expat anche in Croazia, Slovacchia e Sudafrica.
Più stranieri in uscita
Negli ultimi dieci anni il numero totale di pensionati nati in Italia o stranieri che si sono trasferiti all’estero è passato dai 5.700 del 2018/19, a 3.600 del 2020/21, per poi arrivare nel 2022 a circa 4.600 e superare le 5.500 unità nel 2023/24. Gli interessati sono soprattutto titolari di pensioni dirette. Il 43,9% di quelli che si trasferiscono all’estero è costituito da stranieri, in aumento del 77% nel corso degli ultimi sette anni che tornano, in generale, nei Paesi da cui sono emigrati per venire in Italia a partire dagli anni ’80. Una volta maturati i requisiti per la pensione italiana, in regime nazionale o internazionale, molti di essi hanno scelto di fare ritorno nel proprio Paese d’origine, contribuendo così all’aumento del numero di pensioni pagate all’estero. Nel 2024, i pensionati stranieri che hanno lasciato l’Italia sono stati complessivamente 2.428, pari al 43,9% del totale dei pensionati che si recano all’estero con prevalenza delle donne che rappresentano il 76,2% e sono il 62,1% del totale delle pensionate che hanno lasciato l’Italia.
Il 74% del totale dei pensionati stranieri si trasferisce in Europa, il 13% in Asia, il 5,6% in America meridionale e il 4,5% in Africa; nel 2024 535 si sono trasferiti in Romania, 387 in Ucraina, 219 nelle Filippine, 123 in Bulgaria, 127 in Polonia, 83 in Croazia e in altri Paesi, tra cui Tunisia, Moldavia, Albania, Perù, Senegal Sri Lanka tra i 40 e le 19 persone, tutte nazioni da cui proviene gran parte dell’immigrazione.
La frenata delle donne
Nel periodo 2018-2024, il numero dei pensionati italiani che si sono trasferiti all’estero per vari motivi, tra i quali il costo della vita più basso, un clima più gradevole o per ricongiungimento familiare e soprattutto per un regime fiscale più favorevole, ha registrato un calo complessivo del 23,8%. Il maggior numero di pensionati che hanno lasciato l’Italia si è spostato in Tunisia (336 pensionati), in Albania (134) in Romania (125). Tra i pensionati che scelgono di trasferirsi all’estero, le donne rappresentano il 36,4%, in diminuzione rispetto al 38% del 2023.
7 dicembre 2025 ( modifica il 7 dicembre 2025 | 13:29)
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