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Lo straniero nato in Italia, per diventare italiano a 18 anni deve superare un esame di integrazione e non deve avere condanne o procedimenti penali per delitti non colposi. Punta a una stretta sulla cittadinanza la proposta di legge presentata dalla Lega alla Camera, che introduce anche nuove cause di revoca, tra cui una condanna definitiva oltre i 5 anni o superiore a 3 per reati di violenza di genere, stupro, maltrattamenti contro familiari e conviventi, stalking, revenge porn, nonché quelli cosiddetti “culturalmente motivati”, come la costrizione o induzione al matrimonio, le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili o la tratta di esseri umani
Lega: cittadinanza solo a chi la merita
I risultati del referendum dell’8 e 9 giugno sulla cittadinanza (con la bocciatura della proposta di dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza necessari per i maggiorenni ottenere la cittadinanza italiana), «unitamente ai sondaggi e all’ascolto quotidiano dei cittadini nelle strade e nelle piazze, consentono di affermare che gli italiani considerano lo status di cittadino come un riconoscimento importante, da attribuire solo agli stranieri residenti nel territorio nazionale che dimostrino di meritarlo», affermano nella presentazione del testo i firmatari, il capogruppo Riccardo Molinari e i deputati Jacopo Morrone, Giorgia Andreuzza, Ingrid Bisa ed Elena Maccanti, il cui testo punta a «limitate ma puntuali modifiche della disciplina vigente», ossia la legge 5 febbraio 1992, n. 91 sulla cittadinanza.
Esame per verificare effettiva integrazione
L’esame per ottenere la cittadinanza, secondo il testo, serve a verificare l’effettiva integrazione nonché la conoscenza delle regole sociali e giuridiche minime: contenuti e modalità della prova sono stabiliti dal Ministro dell’interno. La Lega propone inoltre di raddoppiare, da 2 a 4 anni, il periodo minimo di residenza legale in Italia per i minori, figli o discendenti di secondo grado di italiani, per chiedere la cittadinanza al raggiungimento della maggiore età.
Taglio delle procedure amministrative
Per quanto riguarda invece le procedure amministrative per ottenere il riconoscimento, si propone invece di accorciare i termini, con una riduzione da 24 a 12 mesi (prorogabili fino a 24 anziché 36). Inoltre la Lega chiede di ridurre da 10 a 2 anni il termine per l’adozione della revoca della cittadinanza, ed elimina l’impossibilità di revoca se l’interessato non possiede o non può acquisire un’altra cittadinanza, «elemento che – si spiega nella proposta – rende di fatto attualmente inapplicabile la revoca nella maggioranza dei casi».
Stretta sui ricongiungimenti familiari
Una stretta è prevista anche sui ricongiungimenti familiari: sono esclusi da questa possibilità persone «che nella propria vita attiva non hanno fornito alcun contributo al progresso della comunità nazionale italiana e che, ragionevolmente, possono determinare un aumento degli oneri in termini di prestazioni sociali anziché rappresentare un sostegno per la collettività». Il riferimento, viene precisato nella presentazione del testo, è a genitori a carico o ultrasessantacinquenni. Inoltre si chiede di aumentare la soglia di reddito minimo annuo per richiedere il ricongiungimento, dall’attuale importo pari a quello dell’assegno sociale aumentato della metà per ogni familiare da ricongiungere, al triplo dell’assegno sociale aumentato dell’intero importo per ogni familiare da ricongiungere. Infine la Lega punta a estendere a ogni familiare da ricongiungere l’obbligo di assicurazione sanitaria.