Eddy Merckx incorona una volta di più Tadej Pogačar. Per la prima volta in 50 anni, qualcuno si avvicina al suo livello e, pur con qualche remora, il Cannibale riconosce che il paragone è in qualche modo possibile. In questi anni ha più volte mostrato di apprezzare lo sloveno e lo conferma ancora una volta, mettendolo inevitabilmente una spanna sopra a tutti gli altri, tranne forse con una sola eccezione, e comunque limitatamente a un contesto specifico. Non si tratta tuttavia di Jonas Vingegaard, che malgrado lo abbia battuto due volte al Tour de France, nelle ultime due edizioni è arrivato piuttosto lontano dallo sloveno, né di Remco Evenepel, che non vede come potenziale vincitore del Tour de France se in campo c’è anche l’attuale campione del mondo.
“La vera tensione in questo Tour de France non c’è mai stata – ha spiegato Merckx a De Telegraaf – Pogačar non è mai, mai, mai stato in difficoltà. Vingegaard non era un concorrente. In tre settimane, è riuscito solo a tenere duro […] Remco Evenepoel? No, certamente no. Remco è più un cronoman. In montagna non è all’altezza di Pogačar per il Tour. Non vedo nemmeno Vingegaard colmare rapidamente quel divario”.
Tutto appare dunque ben allineato affinché il classe 1998 possa dunque raggiungere e superare il record di cinque vittorie alla Grande Boucle che gli appartiene (assieme a Jacques Anquetil, Bernard Hinault e Miguel Indurain). “Assolutamente sì – aggiunge, concedendosi comunque un punto a suo favore – È molto forte, non c’è dubbio, ma stiamo parlando di generazioni diverse. Pogačar ha meno concorrenza di quanta ne avessi io ai miei tempi. Se ce ne fosse di più, sarebbe più difficile per lui vincere così tanto”.
Tra i due comunque c’è molto in comune e la leggenda fiamminga non lo nasconde: “In termini di mentalità vincente, vedo sicuramente qualcosa di me in lui. Ed è un corridore completo. Eccelle anche nelle gare di un giorno”. Si arriva così all’unico che può impensierirlo, Mathieu van der Poel: “Fantastico! Ha fatto un Tour incredibile, che atleta! Il suo impegno è eccezionale e fa sempre cose bellissime e inaspettate. Come quell’attacco nella tappa 9 con Rickaert: ce l’ha quasi fatta. Ho molto rispetto per come si è messo in mostra […] È un peccato che sia dovuto tornare a casa. Altrimenti, avremmo visto altre grandi cose da lui. Ha dato tutto, ovunque. Mi è piaciuto molto il modo in cui ha corso, ma mi piace sempre quando Mathieu è in sella”.
Ed è così che il fenomeno neerlandese è l’unico che può impensierire il suo omologo sloveno, perlomeno nelle corse di un giorno “Tra Van der Poel e Pogačar stiamo assistendo a una bellissima rivalità nelle Classiche – commenta – È quindi un peccato che Mathieu non sia maggiormente un corridore da Grand Tour. È l’unico che potrebbe davvero sfidare Pogačar”.