Ci sono giornate molto difficili da digerire. Giornate in cui tutto gira storto e guardare avanti diventa l’esercizio più complesso. Questa è una di quelle per Lewis Hamilton che, dopo l’amara esclusione al termine della Q2, non ha nascosto il proprio disappunto, arrivando a dire di aver deluso la squadra al punto da suggerire un cambio di pilota per ripartire.
Poche parole, ma forti, che si inseriscono in un weekend molto delicato per il sette volte campione del mondo in cui, sin dalla prima sessione, nulla ha realmente funzionato come sperato. L’Hungaroring è storicamente uno dei suoi circuiti preferiti, dove è sempre stato competitivo, tanto da centrare otto vittorie in carriera. Ma quest’anno è tutta un’altra storia.
Fin dalla FP1 Hamilton ha patito problemi di bilanciamento sulla sua SF-25, alternando fasi di sottosterzo a momenti di sovrasterzo. Proprio la difficoltà nel domare il posteriore lo ha spinto, prima della terza sessione di libere, a compiere un passo indietro, passando a un’ala con più carico, a differenza del compagno di squadra che ha mantenuto la versione più scarica per tutto il weekend.
Lewis Hamilton, Ferrari
Foto di: Michael Potts / LAT Images via Getty Images
Tuttavia, nemmeno questo espediente ha funzionato: anche in FP3 Lewis ha accusato un gap di qualche decimo rispetto al monegasco, con un divario che si è poi ripresentato nel momento decisivo della qualifica. Certo, anche Leclerc ha rischiato l’esclusione anticipata, con un margine di soli due decimi dalla zona eliminazione, ma i riferimenti cronometrici sono esplicativi e vedono Hamilton pagare un distacco ancora più marcato dall’altro Ferrarista.
Subito dopo l’eliminazione, l’inglese ha lasciato trasparire tutta la sua frustrazione via radio con un secco “ogni volta, ogni volta”. Ma è stato davanti ai microfoni che la sua delusione è emersa in modo ancora più netto e senza filtri.
“Sì, sono io ogni volta [il responsabile]”, ha dichiarato Hamilton a Sky quando gli è stato chiesto di chiarire il significato del suo team radio al termine della Q2. Il Ferrarista ha espresso tutta la propria amarezza con poche parole, ma cariche di significato, che mostrano il lato più vulnerabile del britannico quando le cose non girano come sperato, esattamente come sta avvenendo in questo weekend.
Lewis Hamilton, Ferrari
Foto di: Zak Mauger / LAT Images via Getty Images
“[Sono] Inutile, assolutamente inutile. Il team non ha problemi: la macchina è in pole. Forse dobbiamo cambiare il pilota perché evidentemente è possibile portare questa macchina in pole position”, ha aggiunto, ponendosi come primo responsabile del suo scarso rendimento, ancor prima di guardare a eventuali carenze tecniche.
Parole dure, che fotografano un momento complicato per Hamilton, soprattutto al sabato, nonostante negli ultimi appuntamenti avesse mostrato dei progressi, avvicinandosi ai livelli del compagno di squadra. Tuttavia, la doppia eliminazione in Q1 a Spa e quella in Q2 qui a Budapest, proprio su uno dei circuiti dove ha ottenuto più successi, rappresentano un colpo difficile da assorbire nell’immediato.
Hamilton ha infine ammesso di non “essersi sentito una sola volta” in grado di lottare per le posizioni di vertice nel corso del weekend, riconoscendo però i passi avanti compiuti dal Cavallino negli ultimi appuntamenti, concretizzati oggi con la pole a sorpresa firmata Leclerc. Parole che ricordano anche quelle pronunciate l’anno scorso dopo il GP del Qatar verso la fine della sua avventura in Mercedes quando, per spiegare una qualifica negativa, sentenziò con un “magari non sono più veloce…”.
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