La Francia non accetterà più sul proprio territorio i rifugiati gazawi prima della conclusione di un’indagine sulle “lacune” che avrebbero permesso l’accoglienza di una studentessa accusata di antisemitismo per via di alcuni post sui social. Lo ha detto oggi il ministro degli Affari esteri francese Jean-Noël Barrot.
Sospesa iscrizione a Sciences Po a Lille
La studentessa gazawi, 25 anni, è arrivata in Francia l’11 luglio. Avrebbe dovuto iscriversi a Sciences Po Lille all’inizio dell’anno accademico. Ma la scoperta di contenuti social che incitavano all’uccisione degli ebrei, poi rimossi, ha portato alla sua cancellazione dall’iscrizione e a un’indagine giudiziaria per apologia del terrorismo, oltre all’indagine amministrative. “Tutti i profili che sono entrati in Francia saranno oggetto di una nuova verifica dopo le falle che hanno portato qui questa giovane donna, che non ha posto in Francia”, ha affermato il ministro.
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Dovrà lasciare il territorio nazionale
Dall’inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista Hamas, la Francia ha aiutato centinaia di persone, tra cui bambini feriti, giornalisti, studenti e artisti, a lasciare la Striscia di Gaza. Secondo Barrot, però, “i controlli di sicurezza effettuati dai servizi statali competenti e dalle autorità israeliane non hanno permesso di individuare queste dichiarazioni antisemite e inaccettabili”. La studentessa, ha aggiunto, dovrà ora lasciare il territorio nazionale. Ora si pone il problema della destinazione, e alla domanda se l’alternativa possa essere quella di farla ritornare nella Striscia di Gaza, in guerra, Barrot ha ribadito che “deve lasciare la Francia e che [la questione della sua destinazione] fa parte delle discussioni in corso”.
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