di
Cesare Zapperi
Dal partito di Salvini la «risposta» allo ius scholae proposto da Forza Italia. Molinari: «Riconoscimento solo a chi lo merita»
Altro che passaggio allo ius scholae, come vorrebbe il centrosinistra ma anche Forza Italia nella maggioranza di governo, per rendere più agevole l’acquisizione della cittadinanza italiana. Per la Lega le regole attuali restano più che valide. Semmai, vanno rese più restrittive perché i requisiti in vigore hanno maglie troppo larghe che consentono un numero di «naturalizzazioni» eccessive.
Per il partito guidato da Matteo Salvini serve, anzitutto, un vero e proprio esame formale (con modalità da definire con un decreto del ministero dell’Interno), per verificare se vi è una integrazione effettiva e se si possiede una conoscenza minima delle regole giuridiche e sociali del Paese di cui si desidera diventare cittadini in senso pieno. E poi, nella proposta di legge che vede tra i firmatari il capogruppo alla camera Riccardo Molinari e i deputati Jacopo Morrone, Giorgia Andreuzza, Ingrid Bisa e Elena Maccanti, ci sono nuove cause di revoca e tempi più lunghi di residenza legale prima di poter presentare la domanda.
«I sondaggi, ma soprattutto l’ascolto dei cittadini ci dicono che la cittadinanza va concessa a chi dimostra di meritarsela» sottolinea Molinari che ricorda come gli italiani, bocciando il referendum abrogativo dell’8 e 9 giugno scorsi (che mirava a dimezzare il periodo di residenza da 10 a 5 anni), hanno già dato un’indicazione precisa sull’indisponibilità a modificare sostanzialmente le regole. Posizione che il segretario di +Europa contesta: «La legge italiana sulla cittadinanza è già molto restrittiva. La proposta della Lega non porterà maggiore sicurezza ma maggiore propaganda contro chi è un lavoratore regolare nel nostro Paese». E il deputato di Avs Filiberto Zaratti è ancora più duro: «La Lega prosegue la sua crociata anti migranti, noncurante che migliaia di giovani nati qui ne sono privi. È una vergogna che i partiti di governo non vogliano affrontare questa piaga sociale che produce cittadine e cittadini di serie B».
La Lega è per la linea dura, soprattutto sui precedenti penali di chi richiede la cittadinanza. Per questo, nella proposta di legge sono previste nuove cause di deroga: per esempio, nei confronti di chi vanta una condanna definitiva a oltre 5 anni di reclusione o superiore a 3 anni per reati di violenza di genere (stupro, maltrattamenti contro familiari e conviventi, stalking, revenge porn). Nel testo leghista sono inclusi anche alcune particolari fattispecie di reato definite «culturalmente motivati» come la costrizione o induzione al matrimonio, le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili o la tratta di essere umani.
La seconda stretta riguarda i tempi. La Lega propone di raddoppiare, da 2 a 4 anni, il periodo minimo di residenza legale in Italia per i minori, figli o discendenti di secondo grado di italiani, per chiedere la cittadinanza al raggiungimento della maggiore età. Per quanto riguarda gli stranieri adulti, si propone di raddoppiare da 2 a 4 anni il periodo di residenza legale per chi ha un genitore italiano per nascita, da 3 a 10 per gli stranieri nati in Italia, da 4 a 8 per i cittadini Ue e da 5 a 10 per gli apolidi. Come forma di «compensazione», si agisce sulle procedure amministrative proponendo di accorciare i tempi di definizione della pratica da 24 a 12 mesi (prorogabili fino a 24 anziché 36 come attualmente).
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7 dicembre 2025 ( modifica il 7 dicembre 2025 | 21:46)
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