La loro storia ormai la conoscono tutti: di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, i tre figli e la famiglia nel bosco, si parla da giorni con opinioni contrastanti e pubblico che si divide. Non ha grossi dubbi su di loro invece il cantante Al Bano Carrisi, che promuove le loro scelte e tende loro la mano, offrendo un lavoro «perché non si voltano le spalle all’umanità». Lo fa dalle colonne del Corriere della Sera, in un’intervista in cui spiega che capisce questa famiglia: «Avevo fatto la stessa scelta per me, Romina e i nostri figli. Ora metto loro a disposizione una casa. E, se mi contatteranno, anche un lavoro».
«La mia è stata una scelta. Non volevo che i miei figli vivessero nel caos e nell’inquinamento. Mi sposai con Romina il 26 luglio del 1970; cominciai a far costruire la nostra casa a settembre. Alla fine dell’anno successivo, ci vivevamo. Sempre compatibilmente con il mio lavoro che mi ha sempre portato a viaggiare», aggiunge il cantante, che vive nella sua Cellino San Marco. «L’acqua la sto ancora aspettando. Usiamo quella che proviene dai pozzi artesiani. Per avere l’elettricità, nel 1970, dovetti pagare 20 milioni di vecchie lire all’Enel».
«Bagno esterno? L’ho avuto anch’io»
Al Bano non vede come fumo negli occhi alcuni particolari ritenuti inaccettabili sia dai detrattori della famiglia nel bosco, sia soprattutto dai servizi sociali, come il bagno a secco esterno al casolare: «Fino a quando avevo 17 anni ho vissuto in una casa con il bagno esterno, in molte case era fuori vicino alla cucina», dice. Peccato che i suoi 17 anni Al Bano li abbia compiuti nel 1960, non proprio l’altro ieri. Sull’istruzione parentale invece il sostegno è meno chiaro: «I miei figli frequentavano la scuola americana. Ma erano al di fuori di ogni tipo di contaminazione».
Quanto a ciò che offre a questa famiglia, Al Bano è più criptico: «Gli offro casa a titolo gratuito e senza limiti di tempo. Loro sanno quello che stanno facendo e io pure – dice, ventilando l’idea di una specie di progetto top secret – Mi stanno cercando gli autori di tanti programmi televisivi, ma io non voglio dire altro perché c’è chi potrebbe pensare che voglia farmi pubblicità. Seguo solo il mio istinto. Sono convinto che quei genitori siano brave persone e che siano stati maltrattati per una scelta di vita controcorrente, alla Robinson Crusoe. E poi, abbiamo visto tutti le immagini dei loro bambini felici. Dal punto di vista umano, mi sembra un’esagerazione aver disposto l’allontanamento dei figli».
Ultimo aggiornamento: lunedì 8 dicembre 2025, 08:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA