di
Sara Bettoni
Serie di errori degli infermieri della cooperativa esterna al primo giorno di servizio: in tilt il terzo piano che ospita la Medicina ad alta intensità, la Medicina di cure intensive e l’Admission room. Dopo l’allarme dei medici pazienti trasferiti: istituita un’unità di crisi
Ore di caos all’ospedale San Raffaele. Una serie di errori — alcuni potenzialmente fatali per i malati — della cooperativa di infermieri ha mandato in tilt il terzo piano dell’Iceberg, nel padiglione inaugurato pochi anni fa. Qui si trovano la Medicina ad alta intensità, la Medicina di cure intensive e l’Admission room. I primari coinvolti e la direzione sanitaria dell’ospedale hanno dovuto bloccare l’arrivo di nuovi pazienti dal pronto soccorso e trasferire in altri reparti i ricoverati del settore affidato alla coop. È stata anche istituita una Unità di crisi. A tutti i reparti è stato inoltre chiesto di liberare più posti possibili, rimandando a casa i pazienti in condizione di essere dimessi.
Alla base del pasticcio, la scelta varata dall’amministratore unico Francesco Galli di affidare reparti così delicati a una coop esterna, che non ha dimostrato le competenze per gestirli. Una decisione che era stata sconsigliata dagli «interni».
L’allarme nelle email
Nelle mail circolate tra la notte di sabato e ieri mattina si parla di «problemi di assistenza infermieristica che si sono drammaticamente palesati nella prima giornata di presa in carico del servizio da parte di una cooperativa, che hanno già determinato situazioni ad elevatissimo rischio per i pazienti» e di «pericolosa di gestione dei pazienti più critici». Un’altra mail riporta la serie di errori commessi già nella notte tra il 5 e il 6 dicembre. «Un infermiere riferisce di non aver mai fatto affiancamento in reparto». «Non sapeva dove fossero i farmaci». Un’operatrice non conosceva bene l’italiano né i nomi dei preparati e ha somministrato una dose di un medicinale dieci volte superiore all’indicazione. Ancora, una sua collega non sapeva contattare il medico di guardia con il «cicalino». E quasi tutte le terapie date ai pazienti non erano state segnate in cartella clinica. Per applicare la maschera per la ventilazione non invasiva a un paziente si è dovuto ricorrere all’aiuto di un infermiere di Neurochirurgia. Una situazione giudicata «inaccettabile» dal personale interno dell’ospedale e considerata «estremamente pericolosa per i pazienti, ma anche per i medici». A nulla è valsa la richiesta alla coop di inviare personale più qualificato.
La coop per i malati «non paganti»
D’altra parte, i sindacati alla fine dell’estate avevano segnalato la dimissione di circa 15 infermieri proprio dai reparti dell’Iceberg e la decisione della dirigenza di concentrare gli operatori assunti nei reparti in solvenza, lasciando le cooperative in quelli che si occupano dei malati «non paganti». L’ospedale del Gruppo San Donato, in mano alla famiglia Rotelli, è un privato accreditato a contratto con il Servizio sanitario nazionale. Una parte dell’attività è a pagamento, una parte rientra invece nel sistema pubblico.
Caos al centro prelievi
Dall’inizio del mandato di Galli, alla guida del San Raffaele da maggio scorso, non è la prima volta che la riorganizzazione e i tagli creano scompiglio in ospedale. A settembre sono sorte proteste per la decisione di mettere un «tetto» al numero di persone che ogni giorno possono accedere al punto prelievi: non più di cento. Sarebbe stato ridotto anche il personale amministrativo. Le conseguenze? Meno sportelli aperti e file più lunghe per l’accettazione. La sforbiciata ai costi riguarda anche i servizi di pulizia e di manutenzione e ha portato a un massiccio ricorso agli appalti esterni. Scelte culminate con il caos di questi giorni. «Cronaca di un disastro annunciato — dicono il sindacato Cub e la Rsu — da mesi denunciamo che le scelte aziendali di taglio alla qualità del lavoro e ai salari stanno facendo fuggire i professionisti. Appaltare reparti a società di professionisti e cooperative non garantisce non solo la qualità, ma nemmeno la sicurezza e l’incolumità dei pazienti». I problemi sono stati segnalati al ministero della Salute, alla Regione e agli organi di vigilanza.
L’ospedale fa sapere che «la Direzione sanitaria, attivatasi sin dalle prime ore della mattina, grazie alla collaborazione di diverse unità operative si è impegnata per garantire la migliore assistenza a pazienti, con particolare riferimento a quelli in situazioni di gravità». «Attualmente la situazione è sotto controllo — dice il direttore sanitario Roberts Mazzuconi — non è stata attuata alcuna misura per la chiusura di reparti né per limitare l’accesso dei pazienti al pronto soccorso». Da capire se, dopo il weekend di fuoco, cambieranno le strategie di gestione del San Raffaele.
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8 dicembre 2025 ( modifica il 8 dicembre 2025 | 09:49)
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