Ancora tensioni alla vigilia della marcia popolare che, nella giornata di lunedì 8 dicembre, vedrà sfilare centinaia di attivisti e militanti del movimento No-Tav da Venaus fino alla frazione di San Giuliano, dove è sorto nuovo presidio permanente. Una marcia popolare e una protesta che, quest’anno, si fa carico di un ancor più importante valore storico. L’anniversario: vent’anni dal violento sgombero di Venaus, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2005. Dopo una prima ondata di proteste alle reti del cantiere di San Didero, nella serata di sabato, la mobilitazione è continuata nella serata di domenica, vigilia del corteo. Tensioni alle reti del cantiere di Chiomonte: al lancio di sassi e petardi al di là delle reti da parte di alcuni manifestanti, un centinaio, gli agenti di polizia hanno risposto con lacrimogeni e idrante. Ferito al volto un funzionario della Digos.
Seconda serata di proteste No Tav, ferito un agente. Oggi la marcia da Venaus a San Giuliano
Si innalza il livello di tensione in val di Susa. Continuano le proteste del movimento No Tav che, nel ventesimo anniversario dallo sgombero di Venaus, nella giornata dell’8 dicembre marcerà in direzione di San Giuliano per ribadire il proprio dissenso nei confronti della Torino-Lione, il “cantiere della devastazione”. Proteste che hanno avuto inizio sabato sera, alle reti del cantiere di San Didero, e che si sono ripetute nella tarda serata di domenica, 7 dicembre, al cantiere di Chiomonte, luoghi storici e simbolo della lotta No Tav. Circa un centinaio di manifestanti: alla simbolica “battitura” delle reti è seguito un fitto lancio di oggetti verso il cantiere, presidiato dagli agenti di polizia. Ancora fuochi d’artificio, ma anche sassi, petardi e bulloni: colpito e ferito al volto, non gravemente, un funzionario della Digos.
Sassi e bulloni lanciati oltre le reti del cantiere (FSP) | 7 dicembre 2025Proteste al cantiere di San Didero
Momenti di tensione all’altezza delle reti metalliche che tracciano il confine, non solo fisico, tra la “valle” e il cantiere stesso. Reti oltre le quali sono stati schierati gli agenti di polizia verso cui, dopo la tradizionale “battitura” – un gesto ma anche e soprattutto un rito proprio del movimento No Tav – sono state lanciate pietre e direzionati dei fuochi d’artificio. Ai lanci degli attivisti, gli agenti hanno risposto con lacrimogeni e l’uso di idranti per disperdere la folla. Una tensione rientrata nell’arco di un’ora.
La marcia da Venaus a San Giuliano a 20 anni dallo sgombero
Una prima mobilitazione che anticipa quella che si preannuncia essere una nuova giornata di iniziative nell’attesa dell’8 dicembre, “non una ricorrenza”, sottolineano gli attivisti No Tav che, in queste ore, stanno raggiungendo la Val di Susa. Un nuovo appuntamento è previsto per metà pomeriggio della giornata di domenica, 7 dicembre, con l’obiettivo di raggiungere il presidio dei Mulini. Ma il corteo più importante è previsto nella giornata di lunedì, 8 dicembre, con un concentramento a partire dalle ore 13 a Venaus, con direzione la frazione di San Giuliano, dove dal 2 dicembre scorso è sorto un nuovo presidio permanente.