Ancona, 8 dicembre 2025 – In un dicembre che sa più di bollette che di biscotti alla cannella, arriva una piccola favola di Natale che racconta di un papà anconetano sommerso dai debiti: niente miracoli, nessuna cometa, ma un uomo, una famiglia e 7 euro e 86 centesimi nel conto corrente.

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E la decisione del tribunale di Ancona che prova a mettere un po’ d’ordine sotto l’albero. Il protagonista è un 44enne rumeno, residente ad Ancona, sposato e padre di una bambina, finito schiacciato da un debito da 517.665 euro. La storia, come tutte le favole tristi, ha un punto di rottura: la sua ditta individuale, chiusa nel 2012 dopo che un cliente, uno grosso, fallisce e con lui trascina giù i crediti “di entità significativa” che avrebbero dovuto tenerla a galla.

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Cosa resta al 44enne dopo il fallimento della sua ditta

Da lì, anni di affanni e un debito che continua a crescere come un’ombra lunga fino a superare il mezzo milione. Quando si presenta davanti all’Organismo di composizione della crisi, l’uomo porta un conto vuoto, uno stipendio modesto da operaio a tempo determinato, una Lancia Y del 2001 come unico bene degno di nota.  E soprattutto una famiglia da mantenere: una moglie e una figlia piccola.

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La decisione del Tribunale: come funziona la liquidazione controllata

Il Tribunale, preso atto che nessuna magia può far sparire mezzo milione di euro, concede la liquidazione controllata dei beni. E così l’uomo potrà continuare a vivere, lavorare e occuparsi della sua famiglia sotto la guida di un liquidatore. La parte più delicata riguarda proprio la famiglia.

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I giudici, facendo i conti tra stipendio e spese “necessarie”, calcolano che il nucleo, marito, moglie e bambina, abbia bisogno di 1.535 euro al mese per non scivolare nella povertà assoluta. Tutto ciò che entra in più, circa 500 euro mensili, verrà destinato per tre anni alla massa dei creditori. E la Lancia Y rimane.

L'interno di un tribunale italiano, particolare (foto Migliorini)

L’interno di un tribunale italiano, particolare (foto Migliorini)

Non per generosità natalizia, ma perché serve per accompagnare la bambina, per andare al lavoro, per non isolarsi. Il tribunale dice che l’auto è necessaria alla vita quotidiana e non verrà toccata, almeno finché non ci sarà un motivo davvero urgente per venderla.

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I creditori hanno 90 giorni per presentare le domande

Ora i creditori hanno 90 giorni per presentare le loro domande, il liquidatore prenderà in mano la situazione e l’uomo potrà respirare. Non si arricchirà, non si rimetterà in piedi dall’oggi al domani, ma almeno potrà passare il Natale sapendo che quei 7 euro e 86 centesimi sul conto sono il punto zero da cui ripartire.

Non è la favola di Dickens, non c’è Scrooge che si redime né spiriti che bussano alla porta. C’è un papà con una bambina piccola, un debito impossibile e una legge che non punisce ma accompagna.