voto
6.0
- Band:
CANCER VOID - Durata: 00:21:00
- Disponibile dal: 01/08/2025
- Etichetta:
- Iron Fortress Records
- Me Saco Un Ojo Records
Nel già affollato universo del death metal “old school moderno”, i cechi Cancer Void fanno il loro ingresso con l’EP “First Metastasis”. Provenienti da Praga, i cinque musicisti si inseriscono con decisione in un filone che, pur ampiamente esplorato, continua ad attrarre nuove leve e pubblico fedele. Il supporto congiunto di due etichette molto rispettate nell’underground, come Me Saco Un Ojo e Iron Fortress, testimonia da subito un certo credito guadagnato ancor prima della pubblicazione.
L’artwork è curato e ben aderente all’immaginario del genere, in particolare per quei dettagli grotteschi che strizzano l’occhio all’estetica di certa scuola finlandese. A livello sonoro, “First Metastasis” si presenta come un concentrato di death metal compatto, dalla dinamica piuttosto varia. I Cancer Void sembrano cercare consapevolmente di evitare la monotonia, alternando passaggi groovy a sfuriate più veloci, senza dimenticare qualche intermezzo atmosferico che contribuisce a costruire un clima quasi onirico in certi frangenti.
Tra i brani spiccano nettamente “Encased In Veins” e “Cosmic Caverns of Extinction”, due tracce che condensano bene lo spirito del progetto: riff ispirati, cambi di tempo ben dosati, un certo gusto per l’hook che, pur senza scivolare nella melodia più limpida, riesce a fissarsi nella memoria, anche grazie al preciso intervento della chitarra solista. In queste composizioni emerge, in alcune ripartenze, anche un’anima vagamente thrash, che dona maggiore mordente e immediatezza. Il lavoro delle chitarre, in particolare, si fa quindi più articolato e dinamico, evitando di adagiarsi su soluzioni troppo spoglie.
Un peccato che il resto del mini non si mantenga su questo livello: gli altri brani risultano infatti meno incisivi, prigionieri di formule tutto sommato dozzinali, incapaci di generare chissà che impatto. Qui il riffing si fa più scolastico, e l’alternanza di sezioni lente e accelerate, pur eseguita con ordine, non basta a distinguere i pezzi nel mare magmatico del death metal contemporaneo. È in questi momenti che l’ascoltatore rischia di perdere il filo, scivolando in una fruizione distratta. Alla fine dei conti, questo genere dovrebbe vivere di riff, e se su questo fronte non si brilla più di tanto, alla lunga si fatica a emergere.
Detto ciò, i Cancer Void appaiono motivati, competenti e già piuttosto attenti alla forma: suoni curati, arrangiamenti calibrati, struttura dei brani pensata per evitare la stagnazione. Quel che per adesso manca è una visione più nitida, ma anche più costanza nel riffing; elementi che consentano loro di distinguersi realmente dai molti colleghi che si muovono sullo stesso terreno.
Il paragone con i connazionali Sněť non è fuori luogo: anche i Cancer Void sembrano voler reinterpretare certi codici del death metal vecchio stampo con piglio vivace, pur restando fedeli a un’estetica di fondo ben precisa. Il tempo dirà se sapranno affermarsi come voce riconoscibile del genere o se rimarranno un nome tra tanti. Per ora, “First Metastasis” è un primo passo onesto, che lascia intravedere alcuni spiragli di evoluzione.