di
Monica Ricci Sargentini

I due Paesi avevano firmato ad ottobre la tregua sotto la supervisione del presidente Donald Trump.

Thailandia e Cambogia di nuovo sull’orlo della guerra dopo l’accordo di pace firmato ad ottobre grazie alla mediazione degli Stati Uniti. Stamattina Bangkok ha lanciato attacchi aerei lungo il confine conteso accusando Phnom Penh di aver violato per prima la tregua uccidendo un soldato thailandese e ferendone altri quattro. Il governo di Anutin Charnvirakul ha anche adottato una risoluzione del Consiglio di sicurezza nazionale (Nsc) che autorizza nuove operazioni: «L’azione militare – ha precisato – sarà intrapresa in ogni circostanza, subordinatamente all’evoluzione della situazione, e ci riserviamo il diritto di intraprendere operazioni militari per altre questioni necessarie».  L’Aeronautica Militare thailandese ha affermato che la Cambogia ha mobilitato armamenti pesanti, riposizionato unità di combattimento e preparato elementi di supporto che potrebbero intensificare le operazioni militari. «Questi sviluppi hanno spinto all’uso della potenza aerea per scoraggiare e ridurre le capacità militari di Phnom Penh», ha affermato in una dichiarazione.
Per ora la Thailandia si è limitata a colpire «le infrastrutture militari nell’area del passo di Chong An Ma, perché da lì erano partiti i colpi di artiglieria e mortaio contro la base di Anupong che avevano causato la morte di un soldato», come ha spiegato il portavoce dell’esercito thailandese Winthai Suvaree.  

Dal canto suo l’esercito cambogiano ha accusato l’esercito thailandese di aver lanciato «un attacco contro le forze cambogiane» intorno alle 5:04 ora locale che era stato preceduto «da numerose azioni provocatorie per molti giorni». Quattro civili cambogiani sono rimasti uccisi nella provincia di Oddar Meanchey e uno nella provincia di Preah Vihear», secondo quanto ha riferito il ministro dell’Informazione cambogiano, Neth Pheaktra. 



















































Il cessate il fuoco era già stato messo a dura prova all’inizio di novembre dopo che soldati thailandesi erano rimasti feriti dallo scoppio di alcune mine spingendo Bangkok ad annunciare che avrebbe sospeso a tempo indeterminato l’attuazione dell’accordo. A metà novembre Trump aveva dichiarato di essere intervenuto per preservare l’accordo che ora sembra definitivamente saltato. 
Thailandia e Cambogia hanno una storia di inimicizia che risale a secoli fa, quando erano imperi in guerra. Le loro moderne rivendicazioni territoriali derivano in gran parte da una mappa del 1907 disegnata quando la Cambogia era sotto il dominio coloniale francese, che la Thailandia ha sostenuto essere inesatta. Nel 1962, la Corte Internazionale di Giustizia ha concesso alla Cambogia la sovranità sul tempio millenario di Preah Vihear. Una decisione fortemente contestata dalla Thailandia. La disputa riguarda anche il tempio di Prasat Ta Muen Thom che oggi è controllato dai militari di Bangkok.

8 dicembre 2025 ( modifica il 8 dicembre 2025 | 14:03)