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Redazione Economia

I rappresentanti delle associazioni hanno deciso di non firmare la relazione sui nuovi forfait destinati a regolare il risarcimento diretto nei sinistri stradali. Anche l’Ivass è scettica sulle norme attuali

I rappresentanti nominati dal Cncu, Sonia Monteleone per Movimento Consumatori e Stefano Mannacio per Assoutenti, hanno deciso di non firmare la relazione sui nuovi forfait destinati a regolare il risarcimento diretto nei sinistri stradali nell’ultima riunione tenutasi al ministero delle Imprese e del made in Italy guidato da Adolfo Urso. La scelta – si spiega in una nota e presa giovedì 4 dicembre – «nasce da una valutazione approfondita. L’attuale sistema dei forfait, pur concepito per rendere più semplice la gestione dei sinistri, nel tempo ha prodotto effetti contrari alle attese: valori economici lontani dai costi reali, minore trasparenza nei rapporti tra compagnie, difficoltà nei controlli e procedure sempre più pesanti per gli utenti». Ritengono per questo sia necessario tornare al principio che «chi rompe paga».

Anche l’Ivass chiede una verifica

Anche Ivass, l’authority di vigilanza sul sistema assicurativo – nelle sedi istituzionali e durante le recenti riunioni con Mister Prezzi – ha sottolineato come il modello attuale sia soggetto a distorsioni e necessiti di una revisione profonda, per quanto riguarda il sistema Card, che regola le compensazioni fra imprese nel risarcimento diretto. Le criticità – si spiega – sono evidenti: cresce il rischio di comportamenti opportunistici.



















































Difficile contrastare le frodi

Diventa più difficile contrastare le frodi. Anche le procedure burocratiche prevalgono sulla qualità della gestione del sinistro. Di più i contratti assicurativi risultano spesso complessi e poco chiari per gli utenti. Si registrano pressioni sulle modalità di riparazione, non sempre rispettose della regola d’arte. E aumentano le difficoltà nella gestione dei casi “borderline”, vicini ai limiti di applicabilità del risarcimento diretto.

Il sistema di risarcimento

A ciò si aggiunge un altro problema: il sistema del risarcimento diretto genera costi amministrativi maggiori rispetto alla procedura tradizionale, senza offrire vantaggi reali al cittadino. Per questi motivi, Assoutenti ritiene indispensabile avviare una riforma complessiva. Le strade possibili sono due: tornare a un modello basato sulla responsabilità civile pura oppure confermare la facoltatività del risarcimento diretto anche nella fase stragiudiziale, come già riconosciuto dalla Corte Costituzionale. È il momento di costruire un sistema più equilibrato, trasparente e realmente orientato alla tutela degli automobilisti.

Il decreto legislativo

Un decreto legislativo approvato venerdì dal Consiglio dei ministri prevede invece che auto e le moto storiche potranno godere di una disciplina speciale in termini di assicurazione: potranno cioè fare a meno dell’rc auto tradizionale ricorrendo ad altri schemi assicurativi. La novità, spiega la relazione al provvedimento, «si è resa necessaria, in quanto i veicoli d’epoca e di interesse storico e collezionistico hanno un minore tasso di sinistrosità, essendo spesso esposti in spazi museali». 

Quanti i veicoli storici

I veicoli storici sono in Italia quasi 310 mila, di cui 219.456 auto e 90.443 moto. Il decreto stabilisce anche che per alcuni mezzi di trasporto, come i motoscafi il cui utilizzo è spesso stagionale, ci sia la facoltà di stipulare polizze di durata inferiore all’intero anno. Infine viene anche prevista, nel caso di un veicolo in stato di rottame o privo di motore, una deroga all’obbligo assicurativo. La deroga non scatta se il veicolo non possiede elementi che possono essere facilmente reinseriti come ruote, batteria, sterzo, e nemmeno se è temporaneamente fermo, con motore guasto, in panne, o privo di benzina. In questi casi resta l’obbligo assicurativo.

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8 dicembre 2025 ( modifica il 8 dicembre 2025 | 11:16)