Una vittoria di un’importanza capitale, Varese sbanca Cremona, sulle ali del nuovo acquisto Carlos Stewart. Una prestazione incredibile del nuovo play americano che con i suoi 19 punti, la sua leadership e il suo estro fa respirare Kastritis e tutta la Openjobmetis.

VARESE CI METTE IL CUORE, STEWART LA LEADERSHIP

Una partita densa di errori, parziali e contro parziali, scelte dettate dalla foga, dalla poca lucidità. Poi, nell’ultimo quarto, il momento clou. Stewart, il nuovo play della Openjobmetis Varese, crea un parziale di 13-2, ribalta Cremona, pulisce il gioco di una Varese che fino a quel momento aveva giocato con timore e con difficoltà enormi. Scrive il suo nome nel referto finale con 19 punti, si dimostra essere l’uomo a cui deve essere data la palla, che deve far ragionare la squadra, che deve essere il faro in un buio pesto.

Che per Varese si stava per verificare ancora. Dopo una partenza horror con un parziale di 11-0 iniziale a favore della Vanoli, dopo non essere riuscita a segnare punti nei primi 5 minuti di partita, dopo essere stata impacciata per larga parte del match in quella che è la sua arma migliore: il tiro da 3. Dopo il match con Udine, anche oggi Varese ha percentuali veramente orribili, ingiustificabili, con il 18%, 6 tiri su 33 realizzati, certi presi sempre troppo in fretta.

E Cremona poi, si è spenta e sciolta sulle accelerazioni di Stewart. Forse, non si aspettava una reazione così veemente di una Varese che era stata sotto per larga parte del match, che non sembrava avere la forza per ribaltarla, dopo il +6 della Vanoli a fine terzo periodo. Dopo che Casarin, 13 punti, e Willis, 19 finali, sembravano star guidando la squadra di coach Brotto ad un referto rosa importantissimo fra le mura amiche.

Varese respira, ritrova il gruppo, ritrova unità, trova 2 punti importanti in un derby infuocato, quello degli errori, delle difficoltà, dell’ansia e della timidezza. Ma anche della nuova rinascita. Quella targa Carlos Stewart.

Qui le statistiche della partita

Credit Foto: Ciamillo CastoriaAntonio Catalano