Prima la denuncia presentata da Raoul Bova per tentata estorsione contro ignoti, oggi quella contro Fabrizio Corona per diffamazione. È questa l’ultima “puntata” dell’intreccio iniziato con il pr milanese Federico Monzino che, per far «diventare famosa» la sua amica Martina Ceretti, contatta l’ex paparazzo e, con il benestare della modella, gli invia i messaggi tra la 23enne e l’attore (da chiarire se in un secondo momento – come sostiene il pr – abbia revocato il consenso).

Intanto qualcuno – gli inquirenti sospettano sia Monzino – da una scheda spagnola chiede non troppo velatamente soldi all’attore per impedire la pubblicazione della storia, ma Bova non cede al ricatto e denuncia. Quelle chat – tra cui un messaggio vocale – vengono pubblicate dal programma “Falsissimo” di Corona e poi vengono riprese da diverse società.

L’audio e la replica di Fabrizio Corona. Contro chi ha diffuso l’audio, Bova presenta un reclamo al Garante della Privacy, assistito dalla sua avvocata ed ex suocera Annamaria Bernardini De Pace. Alla notizia del reclamo all’Authority, l’ex paparazzo attacca via social network sia Bernardini De Pace che l’attore. Da qui scaturiscono le loro querele per diffamazione nei confronti di Corona. Ieri quella dell’avvocata, oggi quella di Bova, al centro delle quali c’è proprio il post dell’ex paparazzo.

Le parole di Corona. «Questa storia secondo cui Raoul Bova sarebbe caduto in una trappola è una bufala clamorosa creata con l’unico intento di proteggere quel babbo di m… di Raoul Bova che già da cinque anni tradiva la sua compagna, e di salvare la sua immagine, facendolo passare per la brava persona che non è». Corona nel suo lungo post rivolgeva una dura critica anche all’avvocato: «Dopo aver infangato Bova con una lettera vergognosa, ora lo difende per salvare i suoi nipoti, i loro soldi e per vendicarsi della donna che lo ha portato via dalla sua famiglia», Rocío Muñoz Morales.

Le indagini sul caso. Intanto gli agenti della polizia Postale indagano sulla tentata estorsione, coordinati dal pm Eliana Dolce. Nelle mani degli agenti i telefoni di Monzino e di Ceretti – perquisiti e ascoltati insieme a Corona – nei quali si cercano elementi che possano collegarli alla tentata estorsione nei confronti di Bova.