Tony Blair non occuperà una posizione chiave nel \”consiglio di pace\” di Donald Trump per Gaza, dopo che, secondo quanto riportato, nazioni arabe e musulmane si sarebbero opposte al coinvolgimento dell’ex primo ministro britannico. Secondo il Financial Times, Blair è stato silenziosamente escluso dalla lista dei candidati per il consiglio che Trump ha dichiarato di voler presiedere personalmente.\n
Hamas ha difficoltà \”oggettive\” nel ritrovare il corpo di Ran Gvili, l’ultimo ostaggio deceduto a Gaza, ma \”e’ possibile riportarlo indietro\”. Lo ha dichiarato il maggior generale Nitzan Alon, uomo di punta dell’Idf nelle trattative per la liberazione degli ostaggi dopo l’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023.
\n
Sono 67 i giornalisti uccisi nel mondo in un anno, di cui quasi la metà nella Striscia di Gaza \”sotto il fuoco delle forze israeliane\”. Lo rende noto Reporter senza frontiere nel suo bilancio annuale pubblicato oggi.
\n
Hamas si dice pronto a discutere di \”congelare o immagazzinare\” il suo arsenale di armi come parte del cessate il fuoco con Israele. Lo afferma un alto funzionario, proponendo una possibile formula per risolvere una delle questioni più spinose dell’accordo mediato dagli Stati Uniti.
\n\n
Gli approfondimenti:
\n\n
Per ricevere le notizie di Sky TG24:
\n
- \n
- Il canale Whatsapp di Sky TG24 (clicca qui)
- Le notizie audio con i titoli del tg (clicca qui)
\n
\n
“,”postId”:”93332db8-f3b4-4b3d-a92e-4f00da35ae61″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}}],”posts”:[{“timestamp”:”2025-12-09T12:12:56.930Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T13:12:56+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Hamas: \”No inizio fase 2 finché violazioni Israele\””,”content”:”
La seconda fase dell’accordo di pace per Gaza non potrà iniziare fino a quando Israele continuerà \”le sue violazioni\” del cessate il fuoco, entrato in vigore il 10 ottobre scorso. Lo ha ribadito all’Afp Hossam Badran, membro dell’ufficio politico di Hamas, denunciando che Israele continua \”a sottrarsi ai propri impegni” ed esortando i Paesi mediatori a esercitare “pressioni” su Israele affinché rispetti la prima fase dell’accordo.
“,”postId”:”e33b9b61-0299-4951-aaba-5776c87d2915″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T12:00:40.754Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T13:00:40+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Quattro bambini palestinesi a Roma al Policlinico Umberto I”,”content”:”
Nel quadro delle operazioni umanitarie condotte dall’Italia per la popolazione civile di Gaza, coordinate dal ministero degli affari esteri, prosegue l’impegno della Sapienza e del Policlinico universitario Umberto I per favorire l’accoglienza dei bambini e assicurare loro le cure necessarie.Sono arrivati ieri sera all’aeroporto di Ciampino altri piccoli pazienti provenienti dalla Striscia, insieme ad alcuni familiari. Ad accoglierli, con il vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, anche la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni. Quattro di loro, accompagnati da circa quaranta persone tra genitori, fratelli e sorelle, sono stati presi in carico dalle differenti Unità operative della Clinica Pediatrica dell’Umberto I.\n \”L’incontro con i bambini di Gaza è un’emozione difficile da tradurre in parole: arrivano da territori profondamente martoriati e portano con sé non solo la fragilità della malattia, ma anche le storie delle loro famiglie – racconta la rettrice Antonella Polimeni – Sono vicende che entrano nel vissuto di ciascuno di noi e che si aggiungono a quelle dei piccoli pazienti già accolti nei mesi scorsi con i loro cari. La mia speranza è che l’emergenza che ancora colpisce la popolazione della Striscia possa presto lasciare spazio a una pace duratura, fondata sul dialogo e sulla cooperazione tra i popoli.\” \”Il Policlinico Umberto I – dichiara il direttore generale Fabrizio d’ Alba – già nei mesi scorsi è stato il luogo di cure e di accoglienza per bambini e bambine testimoni e vittime di una guerra terribile che ha martoriato le loro vite e quelle delle loro famiglie. I professionisti tutti del nostro Ospedale saranno come già da mesi stanno facendo, pronti e disponibili a prendersi cura di questo piccoli pazienti mettendo a disposizione le loro competenze e capacità professionali mediche unitamente ad un approccio umano e di solidarietà colmo di gesti concreti.\”
“,”postId”:”26f5e64c-d656-41f2-b87d-256905495273″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T10:15:03.401Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T11:15:03+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Sondaggio, 53-71% israeliani teme altra guerra nel 2026″,”content”:”
In Israele, un sondaggio rilanciato dal quotidiano\nTimes of Israel, rivela che la maggioranza degli israeliani teme che il\nPaese sia coinvolto in un’altra guerra nel prossimo anno. Secondo l’Israel\nVoice Index di novembre 2025 dell’Israel Democracy Institute, il 71% degli\nisraeliani ritiene che le ostilita’ con Hezbollah in Libano riprenderanno.\nIl 69% pensa che ci sara’ un’altra guerra con l’Iran e il 53% prospetta\nche Israele riprendera’ a combattere Hamas a Gaza. Inoltre, il 47% valuta\nche potrebbe esserci un nuovo conflitto con il gruppo ribelle Houthi in\nYemen, che ha lanciato centinaia di missili e droni contro Israele negli\nultimi due anni. Il sondaggio rileva inoltre che il 59% degli israeliani\nritiene che una nuova rivolta potrebbe scoppiare in Cisgiordania nel\nprossimo futuro. Tuttavia, questa cifra mostra una spaccatura interna, con\nil 64% degli ebrei israeliani che teme un’intifada, mentre solo il 36%\ndegli arabi israeliani la considera una possibilita’. Il sondaggio rivela\ninoltre che il 55% degli israeliani ritiene che il piano degli Stati Uniti\ndi vendere i moderni jet F-35 all’Arabia Saudita danneggera’ la sicurezza\ndi Israele.
“,”postId”:”734dfba6-4e37-4c68-b377-0c6cb7673f3f”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T09:16:45.988Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T10:16:45+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Rapporto Migrantes: in Italia a ottobre 1.200 arrivati da Gaza”,”content”:”
Il reinsediamento dei rifugiati da\nPaesi di primo asilo, iniziato in Italia dieci anni fa, appare in forte\nrallentamento. Dopo le 985 persone accolte nel 2017, i numeri sono scesi\ndrasticamente: 182 nel 2023, 84 nel 2024 e praticamente zero per buona\nparte del 2025. Nel primo semestre 2025 l’Italia ha accolto 304 persone\ntramite evacuazioni umanitarie, contro le 1.034 del 2024. Verso fine\nottobre 2025 il ministero degli Esteri ha annunciato l’accoglienza di\n1.200 palestinesi nell’ambito degli interventi umanitari legati alla\nguerra di Gaza. Dal febbraio 2016 all’ottobre 2025, grazie ai corridoi\numanitari promossi da organizzazioni religiose e associative, quasi 8.300\npersone hanno raggiunto l’Europa in sicurezza, di cui oltre 7.100 arrivate\nin Italia. A partire dal 2019, circa 300 studenti rifugiati hanno potuto\naccedere all’universita’ italiana grazie al progetto UNICORE. L’Italia\nrimane uno dei principali Paesi europei impegnati nei corridoi umanitari,\nun modello riconosciuto a livello internazionale.
“,”postId”:”8f49b468-4537-4203-83fd-cfdf9ea97485″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T08:21:10.851Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T09:21:10+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Domani flash mob #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza in oltre 50 ospedali “,”content”:”
Sono già 51 gli ospedali, da Trento a Palermo, che mercoledì 10 dicembre ‘Giornata Internazionale dei Diritti Umani’, parteciperanno alla mobilitazione promossa dalle reti #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza per chiedere la liberazione degli oltre 90 sanitari palestinesi illegalmente detenuti nelle carceri israeliane. Tra questi il pediatra Hussam Abu Safiya, direttore del Kamal Adwan Hospital nella Striscia di Gaza, un simbolo della sanità civile colpita dal conflitto.\nIl flash mob si svolgerà tra le 10 e le 19, davanti agli ospedali e alle strutture sanitarie di tutta Italia verranno esposti i poster dei sanitari palestinesi detenuti e sul canale Youtube @digiunogaza alle 17 partirà la maratona online ‘Una giornata di lavoro e solidarietà per Gaza’ con medici e attivisti che interverranno in live streaming dalla Striscia di Gaza e dagli ospedali mobilitati in tutta Italia. La maratona sarà l’occasione per presentare la campagna di raccolta fondi a sostegno dell’ospedale Emergency di Al-Qarara, nella striscia di Gaza. “Oltre agli ospedali italiani il 10 dicembre saranno con noi anche strutture sanitarie internazionali – sottolinea Francesco Niccolai, tra i fondatori della rete #DigiunoGaza – ad oggi hanno aderito anche reti di operatrici e operatori sanitari di Francia, Regno Unito, Belgio e Stati Uniti (Doctors against Genocide, Physicians for Humanity e Health Workers 4 Palestine Connecticut (Usa); Blouses Blanche Pour Gaza (Francia); British Arab Nursing & Midwifery e Health Workers 4 Palestine Uk (Gran Bretagna); Health Workers 4 Palestine Belgium (Belgio).\nDopo il flash mob di agosto e di ottobre (digiuno per Gaza e Luci per la Palestina) a cui hanno aderito oltre 60 mila operatrici e operatori del sistema sanitario, abbiamo continuato a mantenere alta l’attenzione perché a Gaza il genocidio non è terminato e continuano le incursioni dei coloni in Cisgiordania. Ricordo che abbiamo anche aperto una raccolta fondi a favore di Emergency, il nostro obiettivo è raccogliere 150mila euro per la clinica di Emergency a Khan Yunis, è importante – conclude Niccolai – raggiungere rapidamente questa cifra perché la popolazione di Gaza non ha più tempo”.
“,”postId”:”c97ebc97-b865-4662-8b69-fd8a635baaf3″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T08:16:52.116Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T09:16:52+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Egitto chiede alla Fao di aumentare gli aiuti per Gaza e Sudan”,”content”:”
L’Egitto ha chiesto all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) di assumere un ruolo più incisivo nel sostenere i Paesi che affrontano gravi crisi dell’approvvigionamento alimentare, sottolineando le crisi a Gaza e in Sudan come priorità urgenti.\n E’ stato il primo ministro Mostafa Madbouly a lanciare l’appello a nome del presidente Abdel-Fattah El-Sisi in apertura del terzo incontro globale dei rappresentanti della Fao svolto nella nuova capitale egiziana, presente il direttore generale dell’agenzia, Qu Dongyu.\n \”I sistemi alimentari sono sottoposti a crescenti pressioni a causa dei cambiamenti climatici, delle interruzioni della catena di approvvigionamento e dell’aumento dei prezzi delle materie prime – ha detto -, e la cooperazione regionale sarà essenziale per gestire queste pressioni\”.\n L’incontro del Cairo dovrebbe far progredire gli sforzi già in atto – ha aggiunto – migliorando la qualità dei programmi e ampliando le partnership a supporto di sistemi alimentari sostenibili.\n In un contesto di peggioramento delle condizioni umanitarie, ha concluso, \”le agenzie delle Nazioni Unite, in particolare la Fao, devono intensificare il sostegno ai Paesi che affrontano gravi interruzioni dell’approvvigionamento alimentare\”, citando Gaza e Sudan tra i più critici.
“,”postId”:”84892e96-61f7-4a4b-9b0c-3b6196500cb7″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T08:12:23.529Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T09:12:23+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Media: \”Blair non avrà ruolo nel board di pace per Gaza\””,”content”:”
Tony Blair non occuperà una posizione chiave nel ‘consiglio di pace’ di Donald Trump per Gaza, dopo che, secondo quanto riportato, nazioni arabe e musulmane si sarebbero opposte al coinvolgimento dell’ex primo ministro britannico. Secondo il Financial Times, Blair è stato silenziosamente escluso dalla lista dei candidati per il consiglio che Trump ha dichiarato di voler presiedere personalmente. Mentre i sostenitori di Blair avevano sottolineato il suo ruolo nel porre fine a decenni di violenza nell’Irlanda del Nord, i critici avevano sottolineato il suo scarso curriculum di successi come rappresentante del cosiddetto Quartetto – Onu, Unione Europea, Stati Uniti e Russia – per contribuire alla mediazione della pace in Medio Oriente. Nel mondo arabo in generale, ricorda il Guardian, Blair era visto con scetticismo e ostilità anche per il suo ruolo nella disastrosa invasione dell’Iraq guidata dagli Stati Uniti nel 2003. Blair era stata l’unica persona pubblicamente indicata per un potenziale ruolo nel consiglio quando il presidente degli Stati Uniti presentò a settembre il suo piano in 20 punti per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas.
“,”postId”:”27b0c583-76e2-4513-ad91-a4e58773b2ac”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T07:29:20.677Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T08:29:20+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Vertice Idf: difficoltà oggettive Hamas a ritrovare corpo “,”content”:”
Hamas ha difficolta’ \”oggettive\” nel ritrovare il\ncorpo di Ran Gvili, l’ultimo ostaggio deceduto a Gaza, ma \”e’ possibile\nriportarlo indietro\”. Lo ha dichiarato il maggior generale Nitzan Alon,\nuomo di punta dell’Idf nelle trattative per la liberazione degli ostaggi\ndopo l’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023. Una situazione \”legata\nal caos che ha dovuto affrontare subito dopo il 7 ottobre\”, ha affermato\nAlon in un’intervista a Ynet, la prima da quando ha concluso i suoi oltre\ndue anni di incarico, durante i quali ha anche guidato le attivita’ di\nraccolta di informazioni dell’Idf su prigionieri e persone scomparse.\n\”Ciononostante, crediamo che sia possibile riportarlo indietro. C’e’ un\ncollegamento tra la pressione esercitata su Hamas e i risultati, quindi\nnon possiamo arrenderci\”, ha insistito Alon.
“,”postId”:”ecfd4fce-053b-44e1-8bc1-0f9f5c39a5d3″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T06:40:11.389Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T07:40:11+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Generale Nitzan Alon: Hamas ha difficoltà \”oggettive\” a trovare il corpo ultimo ostaggio “,”content”:”
Hamas ha difficoltà \”oggettive\” a trovare il corpo di Ran Gvili, l’ultimo ostaggio deceduto a Gaza la cui salma deve essere restituita a Israele. A dichiararlo è stato il generale Nitzan Alon, che ha ricoperto il ruolo di referente delle Idf, le Forze di difesa israeliane, nelle trattative sugli ostaggi dopo il 7 ottobre 2023. Hamas ha \”difficoltà oggettive\” a trovare il corpo, ha dichiarato in un’intervista a Ynet. \”Tuttavia, crediamo che sia possibile riportarlo indietro. C’è un legame tra la pressione esercitata su Hamas e i risultati, quindi non possiamo arrenderci,\” ha aggiunto Alon nell’intervista, la prima da quando ha concluso i suoi oltre due anni di missione in cui ha anche guidato l’attività di raccolta di informazioni dell’IDF su prigionieri e persone scomparse.
“,”postId”:”0b9877af-7208-43ff-922e-7d4e30248021″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T06:06:43.481Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T07:06:43+0100″,”altBackground”:false,”title”:”\”Giallo Blair\” su Gaza. Ft: escluso da board, Usa smentisce”,”content”:”
Mentre crescono i dubbi sul futuro postbellico di\nGaza e sull’attuazione della fase due del piano Trump, si infittisce il\ngiallo sulla posizione che dovra’ ricoprire Tony Blair nel ‘Board of\nPeace’. Secondo il Financial Times, l’ex primo ministro britannico sarebbe\nstato escluso dalla lista dei candidati per l’amministrazione provvisoria\nvoluta da Trump nella Striscia, in seguito alle obiezioni di diversi stati\narabi e musulmani. Blair, finora era stata l’unica persona pubblicamente\nidentificata per un potenziale ruolo nel consiglio quando Trump, a fine\nsettembre, aveva svelato il suo piano in 20 punti per porre fine alla\nguerra tra Israele e Hamas. E Blair, dal suo canto, aveva definito il\npiano di Trump come \”audace e intelligente\”, aggiungendo che sarebbe stato\nfelice di far parte del Board, presieduto dal presidente degli Stati\nUniti, considerato anche il fatto che aveva lavorato per piu’ di un anno a\nun piano per Gaza, utilizzando il suo Tony Blair Institute per formulare\nle sue idee, e collaborato con Jared Kushner, genero di Trump e inviato\ndegli Stati Uniti per il Medio Oriente, durante il primo mandato del\npresidente. Ma a mettere in discussione la sua presenza, sarebbe stato il\nruolo dell’ex premier durante l’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati\nUniti nel 2003, che lo renderebbe incompatibile per tutti i Paesi della\nregione mediorientale. L’ufficio di Blair ha rifiutato di rilasciare\ndichiarazioni, mentre un funzionario statunitense, al Times of Israel, ha\nrespinto categoricamente l’articolo del Financial Times, definendolo\n\”fuorviante\”. Secondo il funzionario, Blair e’ infatti pronto a far parte\ndi quel comitato, insieme ai principali collaboratori di Trump, Jared\nKushner e Steve Witkoff, nonche’ all’ex inviato delle Nazioni Unite per la\npace in Medio Oriente, Nikolay Mladenov.
“,”postId”:”4e7fab8f-68a9-4a90-ba99-53bf7d612b29″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-09T06:01:56.080Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-09T07:01:56+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Rsf: nel 2025 uccisi 67 giornalisti, quasi metà a Gaza “,”content”:”
Sono 67 i giornalisti uccisi nel mondo in un anno, di cui quasi la metà nella Striscia di Gaza \”sotto il fuoco delle forze israeliane\”. Lo rende noto Reporter senza frontiere nel suo bilancio annuale pubblicato oggi. \”Il numero dei giornalisti uccisi (dal primo dicembre 2024 al primo dicembre 2025) è tornato a crescere, a causa delle pratiche criminali delle forze armate regolari e non e della criminalità organizzata\”, spiega l’associazione secondo la quale \”i giornalisti non muoiono, vengono uccisi\”.
“,”postId”:”6cac406f-ee58-4cdf-9eaf-b989a122b383″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}}]}” query='{“configurationName”:”LIVEBLOG_CONTAINER_WIDGET”,”liveblogId”:”48a3d532-d1c7-4527-81c4-42e0e8165cd2″,”tenant”:”tg24″,”limit”:800}’ config='{“live”:true,”isWebView”:false,”postsPerPageMobile”:10,”postsPerPageDesktop”:10}’>
Tony Blair non occuperà una posizione chiave nel “consiglio di pace” di Donald Trump per Gaza, dopo che, secondo quanto riportato, nazioni arabe e musulmane si sarebbero opposte al coinvolgimento dell’ex primo ministro britannico. Secondo il Financial Times, Blair è stato silenziosamente escluso dalla lista dei candidati per il consiglio che Trump ha dichiarato di voler presiedere personalmente.
Hamas ha difficoltà “oggettive” nel ritrovare il corpo di Ran Gvili, l’ultimo ostaggio deceduto a Gaza, ma “e’ possibile riportarlo indietro”. Lo ha dichiarato il maggior generale Nitzan Alon, uomo di punta dell’Idf nelle trattative per la liberazione degli ostaggi dopo l’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023.
Sono 67 i giornalisti uccisi nel mondo in un anno, di cui quasi la metà nella Striscia di Gaza “sotto il fuoco delle forze israeliane”. Lo rende noto Reporter senza frontiere nel suo bilancio annuale pubblicato oggi.
Hamas si dice pronto a discutere di “congelare o immagazzinare” il suo arsenale di armi come parte del cessate il fuoco con Israele. Lo afferma un alto funzionario, proponendo una possibile formula per risolvere una delle questioni più spinose dell’accordo mediato dagli Stati Uniti.
Gli approfondimenti:
Per ricevere le notizie di Sky TG24:
Leggi di più
3 minuti fa
Hamas: “No inizio fase 2 finché violazioni Israele”
La seconda fase dell’accordo di pace per Gaza non potrà iniziare fino a quando Israele continuerà “le sue violazioni” del cessate il fuoco, entrato in vigore il 10 ottobre scorso. Lo ha ribadito all’Afp Hossam Badran, membro dell’ufficio politico di Hamas, denunciando che Israele continua “a sottrarsi ai propri impegni” ed esortando i Paesi mediatori a esercitare “pressioni” su Israele affinché rispetti la prima fase dell’accordo.
15 minuti fa
Quattro bambini palestinesi a Roma al Policlinico Umberto I
Nel quadro delle operazioni umanitarie condotte dall’Italia per la popolazione civile di Gaza, coordinate dal ministero degli affari esteri, prosegue l’impegno della Sapienza e del Policlinico universitario Umberto I per favorire l’accoglienza dei bambini e assicurare loro le cure necessarie.Sono arrivati ieri sera all’aeroporto di Ciampino altri piccoli pazienti provenienti dalla Striscia, insieme ad alcuni familiari. Ad accoglierli, con il vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, anche la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni. Quattro di loro, accompagnati da circa quaranta persone tra genitori, fratelli e sorelle, sono stati presi in carico dalle differenti Unità operative della Clinica Pediatrica dell’Umberto I.
“L’incontro con i bambini di Gaza è un’emozione difficile da tradurre in parole: arrivano da territori profondamente martoriati e portano con sé non solo la fragilità della malattia, ma anche le storie delle loro famiglie – racconta la rettrice Antonella Polimeni – Sono vicende che entrano nel vissuto di ciascuno di noi e che si aggiungono a quelle dei piccoli pazienti già accolti nei mesi scorsi con i loro cari. La mia speranza è che l’emergenza che ancora colpisce la popolazione della Striscia possa presto lasciare spazio a una pace duratura, fondata sul dialogo e sulla cooperazione tra i popoli.” “Il Policlinico Umberto I – dichiara il direttore generale Fabrizio d’ Alba – già nei mesi scorsi è stato il luogo di cure e di accoglienza per bambini e bambine testimoni e vittime di una guerra terribile che ha martoriato le loro vite e quelle delle loro famiglie. I professionisti tutti del nostro Ospedale saranno come già da mesi stanno facendo, pronti e disponibili a prendersi cura di questo piccoli pazienti mettendo a disposizione le loro competenze e capacità professionali mediche unitamente ad un approccio umano e di solidarietà colmo di gesti concreti.”
Leggi di più
11:15
Sondaggio, 53-71% israeliani teme altra guerra nel 2026
In Israele, un sondaggio rilanciato dal quotidiano
Times of Israel, rivela che la maggioranza degli israeliani teme che il
Paese sia coinvolto in un’altra guerra nel prossimo anno. Secondo l’Israel
Voice Index di novembre 2025 dell’Israel Democracy Institute, il 71% degli
israeliani ritiene che le ostilita’ con Hezbollah in Libano riprenderanno.
Il 69% pensa che ci sara’ un’altra guerra con l’Iran e il 53% prospetta
che Israele riprendera’ a combattere Hamas a Gaza. Inoltre, il 47% valuta
che potrebbe esserci un nuovo conflitto con il gruppo ribelle Houthi in
Yemen, che ha lanciato centinaia di missili e droni contro Israele negli
ultimi due anni. Il sondaggio rileva inoltre che il 59% degli israeliani
ritiene che una nuova rivolta potrebbe scoppiare in Cisgiordania nel
prossimo futuro. Tuttavia, questa cifra mostra una spaccatura interna, con
il 64% degli ebrei israeliani che teme un’intifada, mentre solo il 36%
degli arabi israeliani la considera una possibilita’. Il sondaggio rivela
inoltre che il 55% degli israeliani ritiene che il piano degli Stati Uniti
di vendere i moderni jet F-35 all’Arabia Saudita danneggera’ la sicurezza
di Israele.
Leggi di più
10:16
Rapporto Migrantes: in Italia a ottobre 1.200 arrivati da Gaza
Il reinsediamento dei rifugiati da
Paesi di primo asilo, iniziato in Italia dieci anni fa, appare in forte
rallentamento. Dopo le 985 persone accolte nel 2017, i numeri sono scesi
drasticamente: 182 nel 2023, 84 nel 2024 e praticamente zero per buona
parte del 2025. Nel primo semestre 2025 l’Italia ha accolto 304 persone
tramite evacuazioni umanitarie, contro le 1.034 del 2024. Verso fine
ottobre 2025 il ministero degli Esteri ha annunciato l’accoglienza di
1.200 palestinesi nell’ambito degli interventi umanitari legati alla
guerra di Gaza. Dal febbraio 2016 all’ottobre 2025, grazie ai corridoi
umanitari promossi da organizzazioni religiose e associative, quasi 8.300
persone hanno raggiunto l’Europa in sicurezza, di cui oltre 7.100 arrivate
in Italia. A partire dal 2019, circa 300 studenti rifugiati hanno potuto
accedere all’universita’ italiana grazie al progetto UNICORE. L’Italia
rimane uno dei principali Paesi europei impegnati nei corridoi umanitari,
un modello riconosciuto a livello internazionale.
Leggi di più
09:21
Domani flash mob #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza in oltre 50 ospedali
Sono già 51 gli ospedali, da Trento a Palermo, che mercoledì 10 dicembre ‘Giornata Internazionale dei Diritti Umani’, parteciperanno alla mobilitazione promossa dalle reti #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza per chiedere la liberazione degli oltre 90 sanitari palestinesi illegalmente detenuti nelle carceri israeliane. Tra questi il pediatra Hussam Abu Safiya, direttore del Kamal Adwan Hospital nella Striscia di Gaza, un simbolo della sanità civile colpita dal conflitto.
Il flash mob si svolgerà tra le 10 e le 19, davanti agli ospedali e alle strutture sanitarie di tutta Italia verranno esposti i poster dei sanitari palestinesi detenuti e sul canale Youtube @digiunogaza alle 17 partirà la maratona online ‘Una giornata di lavoro e solidarietà per Gaza’ con medici e attivisti che interverranno in live streaming dalla Striscia di Gaza e dagli ospedali mobilitati in tutta Italia. La maratona sarà l’occasione per presentare la campagna di raccolta fondi a sostegno dell’ospedale Emergency di Al-Qarara, nella striscia di Gaza. “Oltre agli ospedali italiani il 10 dicembre saranno con noi anche strutture sanitarie internazionali – sottolinea Francesco Niccolai, tra i fondatori della rete #DigiunoGaza – ad oggi hanno aderito anche reti di operatrici e operatori sanitari di Francia, Regno Unito, Belgio e Stati Uniti (Doctors against Genocide, Physicians for Humanity e Health Workers 4 Palestine Connecticut (Usa); Blouses Blanche Pour Gaza (Francia); British Arab Nursing & Midwifery e Health Workers 4 Palestine Uk (Gran Bretagna); Health Workers 4 Palestine Belgium (Belgio).
Dopo il flash mob di agosto e di ottobre (digiuno per Gaza e Luci per la Palestina) a cui hanno aderito oltre 60 mila operatrici e operatori del sistema sanitario, abbiamo continuato a mantenere alta l’attenzione perché a Gaza il genocidio non è terminato e continuano le incursioni dei coloni in Cisgiordania. Ricordo che abbiamo anche aperto una raccolta fondi a favore di Emergency, il nostro obiettivo è raccogliere 150mila euro per la clinica di Emergency a Khan Yunis, è importante – conclude Niccolai – raggiungere rapidamente questa cifra perché la popolazione di Gaza non ha più tempo”.
Leggi di più
09:16
Egitto chiede alla Fao di aumentare gli aiuti per Gaza e Sudan
L’Egitto ha chiesto all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) di assumere un ruolo più incisivo nel sostenere i Paesi che affrontano gravi crisi dell’approvvigionamento alimentare, sottolineando le crisi a Gaza e in Sudan come priorità urgenti.
E’ stato il primo ministro Mostafa Madbouly a lanciare l’appello a nome del presidente Abdel-Fattah El-Sisi in apertura del terzo incontro globale dei rappresentanti della Fao svolto nella nuova capitale egiziana, presente il direttore generale dell’agenzia, Qu Dongyu.
“I sistemi alimentari sono sottoposti a crescenti pressioni a causa dei cambiamenti climatici, delle interruzioni della catena di approvvigionamento e dell’aumento dei prezzi delle materie prime – ha detto -, e la cooperazione regionale sarà essenziale per gestire queste pressioni”.
L’incontro del Cairo dovrebbe far progredire gli sforzi già in atto – ha aggiunto – migliorando la qualità dei programmi e ampliando le partnership a supporto di sistemi alimentari sostenibili.
In un contesto di peggioramento delle condizioni umanitarie, ha concluso, “le agenzie delle Nazioni Unite, in particolare la Fao, devono intensificare il sostegno ai Paesi che affrontano gravi interruzioni dell’approvvigionamento alimentare”, citando Gaza e Sudan tra i più critici.
Leggi di più
09:12
Media: “Blair non avrà ruolo nel board di pace per Gaza”
Tony Blair non occuperà una posizione chiave nel ‘consiglio di pace’ di Donald Trump per Gaza, dopo che, secondo quanto riportato, nazioni arabe e musulmane si sarebbero opposte al coinvolgimento dell’ex primo ministro britannico. Secondo il Financial Times, Blair è stato silenziosamente escluso dalla lista dei candidati per il consiglio che Trump ha dichiarato di voler presiedere personalmente. Mentre i sostenitori di Blair avevano sottolineato il suo ruolo nel porre fine a decenni di violenza nell’Irlanda del Nord, i critici avevano sottolineato il suo scarso curriculum di successi come rappresentante del cosiddetto Quartetto – Onu, Unione Europea, Stati Uniti e Russia – per contribuire alla mediazione della pace in Medio Oriente. Nel mondo arabo in generale, ricorda il Guardian, Blair era visto con scetticismo e ostilità anche per il suo ruolo nella disastrosa invasione dell’Iraq guidata dagli Stati Uniti nel 2003. Blair era stata l’unica persona pubblicamente indicata per un potenziale ruolo nel consiglio quando il presidente degli Stati Uniti presentò a settembre il suo piano in 20 punti per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas.
Leggi di più
08:29
Vertice Idf: difficoltà oggettive Hamas a ritrovare corpo
Hamas ha difficolta’ “oggettive” nel ritrovare il
corpo di Ran Gvili, l’ultimo ostaggio deceduto a Gaza, ma “e’ possibile
riportarlo indietro”. Lo ha dichiarato il maggior generale Nitzan Alon,
uomo di punta dell’Idf nelle trattative per la liberazione degli ostaggi
dopo l’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023. Una situazione “legata
al caos che ha dovuto affrontare subito dopo il 7 ottobre”, ha affermato
Alon in un’intervista a Ynet, la prima da quando ha concluso i suoi oltre
due anni di incarico, durante i quali ha anche guidato le attivita’ di
raccolta di informazioni dell’Idf su prigionieri e persone scomparse.
“Ciononostante, crediamo che sia possibile riportarlo indietro. C’e’ un
collegamento tra la pressione esercitata su Hamas e i risultati, quindi
non possiamo arrenderci”, ha insistito Alon.
Leggi di più
07:40
Generale Nitzan Alon: Hamas ha difficoltà “oggettive” a trovare il corpo ultimo ostaggio
Hamas ha difficoltà “oggettive” a trovare il corpo di Ran Gvili, l’ultimo ostaggio deceduto a Gaza la cui salma deve essere restituita a Israele. A dichiararlo è stato il generale Nitzan Alon, che ha ricoperto il ruolo di referente delle Idf, le Forze di difesa israeliane, nelle trattative sugli ostaggi dopo il 7 ottobre 2023. Hamas ha “difficoltà oggettive” a trovare il corpo, ha dichiarato in un’intervista a Ynet. “Tuttavia, crediamo che sia possibile riportarlo indietro. C’è un legame tra la pressione esercitata su Hamas e i risultati, quindi non possiamo arrenderci,” ha aggiunto Alon nell’intervista, la prima da quando ha concluso i suoi oltre due anni di missione in cui ha anche guidato l’attività di raccolta di informazioni dell’IDF su prigionieri e persone scomparse.
Leggi di più
07:06
“Giallo Blair” su Gaza. Ft: escluso da board, Usa smentisce
Mentre crescono i dubbi sul futuro postbellico di
Gaza e sull’attuazione della fase due del piano Trump, si infittisce il
giallo sulla posizione che dovra’ ricoprire Tony Blair nel ‘Board of
Peace’. Secondo il Financial Times, l’ex primo ministro britannico sarebbe
stato escluso dalla lista dei candidati per l’amministrazione provvisoria
voluta da Trump nella Striscia, in seguito alle obiezioni di diversi stati
arabi e musulmani. Blair, finora era stata l’unica persona pubblicamente
identificata per un potenziale ruolo nel consiglio quando Trump, a fine
settembre, aveva svelato il suo piano in 20 punti per porre fine alla
guerra tra Israele e Hamas. E Blair, dal suo canto, aveva definito il
piano di Trump come “audace e intelligente”, aggiungendo che sarebbe stato
felice di far parte del Board, presieduto dal presidente degli Stati
Uniti, considerato anche il fatto che aveva lavorato per piu’ di un anno a
un piano per Gaza, utilizzando il suo Tony Blair Institute per formulare
le sue idee, e collaborato con Jared Kushner, genero di Trump e inviato
degli Stati Uniti per il Medio Oriente, durante il primo mandato del
presidente. Ma a mettere in discussione la sua presenza, sarebbe stato il
ruolo dell’ex premier durante l’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati
Uniti nel 2003, che lo renderebbe incompatibile per tutti i Paesi della
regione mediorientale. L’ufficio di Blair ha rifiutato di rilasciare
dichiarazioni, mentre un funzionario statunitense, al Times of Israel, ha
respinto categoricamente l’articolo del Financial Times, definendolo
“fuorviante”. Secondo il funzionario, Blair e’ infatti pronto a far parte
di quel comitato, insieme ai principali collaboratori di Trump, Jared
Kushner e Steve Witkoff, nonche’ all’ex inviato delle Nazioni Unite per la
pace in Medio Oriente, Nikolay Mladenov.
Leggi di più
07:01
Rsf: nel 2025 uccisi 67 giornalisti, quasi metà a Gaza
Sono 67 i giornalisti uccisi nel mondo in un anno, di cui quasi la metà nella Striscia di Gaza “sotto il fuoco delle forze israeliane”. Lo rende noto Reporter senza frontiere nel suo bilancio annuale pubblicato oggi. “Il numero dei giornalisti uccisi (dal primo dicembre 2024 al primo dicembre 2025) è tornato a crescere, a causa delle pratiche criminali delle forze armate regolari e non e della criminalità organizzata”, spiega l’associazione secondo la quale “i giornalisti non muoiono, vengono uccisi”.
Leggi di più