Gentile Redazione… Qua siamo sempre al solito dilemma, meglio un uovo oggi o una gallina domani. Voi sostenete che i rivenditori non possono andare avanti con la vendita di biciclette con una politica incentrate sugli sconti anche sostanziosi. Parlo per esperienza da praticante di lunga data. Il tema principale che molti brand non vogliono capire che i costi sono diventati proibitivi per la maggior parte degli appassionati, continuare con questa mentalità porta in modo inevitabile a favorire sempre di più nel mercato l’ ingresso di marchi cinesi, già sono entrati nel mondo professionistico sponsorizzando squadra world tour vedasi Astana. Questo comporta ad avere più pubblicità da parte loro, e di conseguenza a cascata la presa in visione di molti appassionati come il sottoscritto a virare un possibile acquisto verso un prodotto made in china. Bisogna mettersi in testa che la Cina sta avanzando in modo prepotente non solo in ambito ciclistico, per tanto il modo operandi cieco e ottuso da parte di maggiori brand si rivolterà contro loro stessi, perché continuare a sottovalutare il fenomeno cinese vuol dire farsi del male , dimentichiamoci i prodotti cinesi di 10/15 anni fa, adesso hanno le loro piattaforme di produzione e vari studi fatti con ingegneria di precisione che non ha nulla da invidiare ai brand europei e americani. Questo è il mio pensiero, e entro un paio di anni se non ci saranno cambiamenti la faranno da padrone , qualità rapporto prezzo conveniente e questa la loro arma letale.cordiali saluti.

Omar Bitto

Gentile Direttore, qui in Italia i nostri industriali se ne stanno approfittando il più possibile. Si sà che tutte le conponentistiche e telai vengono fabbricate in Cina e qui rivendute a prezzi fuori da ogni logica. Piano piano le varie aziende cinesi entreranno loro direttamente nel mercato europeo ed allora saranno guai per le nostre aziende e prezzi accessibili per noi amatori della bicicletta.

Spartaco Marchini

Gentile Omar e Spartaco, prima di tutto non facciamo confusione. Gli sconti sono stati spinti da aziende e case madri. Arrivando scontate ai rivenditori, le biciclette potevano essere messe in vendita con ribassi importanti rispetto al prezzo di listino. Se le aziende non faranno più sconti ai negozianti, questi si troveranno, di conseguenza, a non poter continuare con quel livello di prezzo in futuro. Non si scappa.
Perché le aziende non faranno più sconti (o comunque non ai livelli degli ultimi mesi)? Perché diventa un problema sostenere tutta la filiera. Così dicono e così riportiamo e, ovviamente, non consideriamo le scorciatoie.
Credibili? Vedremo il mercato dove li spingerà e il “pericolo” orientale è concreto, come lei stesso dice giustamente. La qualità c’è (c’era anche 10-15 anni fa a dire il vero, ma le politiche erano differenti) a seconda del prodotto che si immette sul mercato, più o meno come in ogni settore.
Come fanno a fare quei prezzi? Riducendo i costi alla base e certamente con una filiera meno complicata dal punto di vista burocratico. Ovvio che hanno potenzialità enormi. È proprio per questo che ci sono dazi e leggi che cercano di riequilibrare i prezzi per cercare di non mettere in totale difficoltà chi produce in Europa e in Italia rispettando leggi (e diritti!) conquistati dalla società. Chi si vanta di aver acquistato un prodotto orientale a prezzo anche dieci volte più basso rispetto a quel che si trova nei nostri negozi, sono tre le cose: o ha acquistato un prodotto di qualità molto inferiore rispetto a un riferimento che consideriamo di livello per qualità e prestazioni, oppure ha acquistato per canali che saltano molti passaggi, quindi discutibili e non certo proponibili come mercato normale. Oppure tutt’e due insieme le precedenti ipotesi.

Nella foto d’apertura un’immagine di uno stabilimento Giant, a Taiwan. Operaie attente e competenti e anche tutelate, non dappertutto è così purtroppo.