La Formula 1 ha prolungato la sua permanenza ad Abu Dhabi oltre la fine del mondiale, con un’ultima giornata di attività in pista nel 2025 già proiettata verso il futuro. Le squadre hanno infatti potuto schierare da un lato i giovani piloti al volante delle monoposto attuali, e dall’altro una vettura muletto opportunamente modificata per simulare le condizioni del 2026 e collaudare i nuovi pneumatici Pirelli.

Le vetture muletto restano monoposto a effetto suolo a tutti gli effetti, poiché derivano direttamente dalle macchine utilizzate in questa stagione. Sono però state adattate per avvicinarsi ai livelli di carico aerodinamico previsti nel 2026, adottando soluzioni come ali molto più scariche, in stile Monza, oppure aumentando le altezze da terra.

Cinque piloti ufficiali, tra cui Max Verstappen, George Russell e Fernando Alonso, non hanno preso parte ai test. Alcuni di loro sono già rientrati in fabbrica per concentrarsi sul lavoro in ottica 2026. In questo contesto, il tempo sul giro risulta piuttosto relativo, ma i piloti hanno comunque la possibilità di alternarsi, anche in funzione delle diverse caratteristiche delle vetture.

Jak Crawford, Aston Martin F1 Team

Jak Crawford, Aston Martin F1 Team

Foto di: Steven Tee / LAT Images via Getty Images

Le differenze tra le vetture muletto e quelle destinate ai rookie con quest’ultime che, oltre a generare un maggiore carico aerodinamico, montavano ancora le gomme 2025, leggermente più larghe e quindi capaci di offrire più grip, hanno “favorito” i debuttanti, permettendo loro di occupare le prime posizioni della classifica.

Luke Browning ha firmato il miglior tempo al mattino con 1:23.920 sulla sua Williams, un riferimento rimasto imbattuto fino al calare del sole, quando le temperature si sono abbassate. In quelle condizioni più favorevoli, la riserva Aston Martin Jak Crawford ha sfruttato al massimo il grip disponibile usando anche una C5, la mescola più tenera, fermando il cronometro a 1:23.766 e balzando al comando. L’americano ha preceduto Paul Aron, al volante della Sauber nell’ambito dell’accordo con Alpine, e lo stesso Browning.

Per quanto riguarda le vetture muletto, essendo tra i piloti che disponevano di un sistema di ala mobile all’anteriore, Antonelli non ha dovuto rispettare il limite di velocità in rettilineo di 300 km/h imposto da Pirelli. Questo perché, a partire dal prossimo anno, la pressione e il carico sugli pneumatici varieranno in modo diverso proprio in quelle condizioni. Per le altre squadre prive dell’ala anteriore mobile, ossia tutte tranne Ferrari e Mercedes, Pirelli ha invece imposto un limite massimo di velocità per avere parametri più realistici.

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Foto di: Zak Mauger / LAT Images via Getty Images

Antonelli ha chiuso al sesto posto, risultando il miglior pilota su mule car equipaggiata con gomme 2026. Il suo giro veloce in 1:25.170 è stato quasi un secondo e mezzo più lento rispetto a quello di Crawford, ma comunque di quasi un secondo più rapido rispetto al secondo pilota conn la vettura muletto, ossia Oscar Piastri, decimo. Inoltre, l’italiano della Mercedes è stato il più produttivo della giornata, completando ben 157 giri.

Il test si è svolto senza particolari problemi, fatta eccezione per l’incidente di Riyo Hirakawa. Il giapponese è finito fuori pista alla curva 1, provocando l’esposizione della bandiera rossa e riportando danni all’ala posteriore, ma è riuscito a tornare in azione poco dopo. Esteban Ocon, invece, ha completato soltanto quattro giri nel pomeriggio a causa di presunti problemi tecnici sulla Haas.

“La giornata di test è stata un’ottima opportunità per tutte le squadre di provare i pneumatici definitivi 2026, le cui mescole saranno formalmente confermate lunedì prossimo. Nel corso dei test di sviluppo organizzati da Pirelli durante la stagione, i team hanno testato singolarmente diverse versioni di prototipi, in fasi differenti del loro sviluppo (dalla sola costruzione a varie opzioni della stessa mescola)”, ha detto Mario Isola, direttore di Pirelli Motorsport. 

Grafico Pirelli, Test Abu Dhabi

Grafico Pirelli, Test Abu Dhabi

Foto di: Pirelli

“Utilizzando le mule car già adoperate nei test di sviluppo, con le stesse limitazioni sulla velocità, le squadre hanno potuto facilmente confrontare i dati ottenuti a Yas Marina con quelli ricavati nei mesi scorsi durante le singole giornate di prove. Per i nostri ingegneri l’apporto di questa sessione è fondamentale per confermare la differenza di prestazione tra le mescole e il loro livello di degrado, su cui si è concentrato il lavoro nel corso dell’anno”.

“Le analisi sui pneumatici, che hanno un’impronta minore sull’asfalto, ci hanno permesso anche di verificare la loro esposizione al graining e al surriscaldamento, due effetti che rischiano di essere aumentati a causa dell’impronta a terra. Dovremo aspettare ora fine gennaio per vedere in azione i pneumatici sulla nuova generazione di vetture a Barcellona”.

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