L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha presentato la nuova edizione del Programma nazionale esiti (Pne) 2025, basata sui dati relativi al 2024. L’appuntamento rappresenta ormai un punto di riferimento per tutti gli operatori del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e per la comunità scientifica, dato che il Pne è finalizzato alla valutazione delle prestazioni assistenziali e delle procedure medico-chirurgiche nell’ambito del Ssn.

Oltre duecento indicatori per valutare le strutture ospedaliere

“Complessivamente – si legge nella nota introduttiva del Programma – la qualità dell’assistenza migliora, ma il sistema rimane segnato da forti diseguaglianze territoriali, e da un divario Nord-Sud (ad esempio, sui volumi per la chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto, sulla tempestività di accesso a procedure salvavita e sull’appropriatezza clinica in area materno-infantile). Nell’edizione Pne 2025 sono state complessivamente valutate 1.117 strutture di ricovero, utilizzando i dati delle schede di dimissione ospedaliera, linkati con l’anagrafe tributaria per la verifica dello stato in vita dei pazienti e con il flusso dell’emergenza-urgenza per la parte relativa al pronto soccorso. Gli indicatori del Pne sono 218, di cui 189 relativi all’assistenza ospedaliera (67 di esito/processo, 101 di volume e 21 di ospedalizzazione) e 29 relativi all’assistenza territoriale, quest’ultima valutata indirettamente in termini di ospedalizzazione evitabile (14 indicatori), esiti a lungo termine (11) e accessi impropri in pronto soccorso (4)”.

Top in Italia e la classifica di Arezzo

In Italia le strutture di livello più alto, in tutte le aree valutate, sono due: l’ospedale di Mestre (Venezia) in Veneto e quello di Savigliano (Cuneo) in Piemonte. 

L’ospedale San Donato compare in buone posizioni in due classifiche diverse. La prima è relativa all’ambito cardiocircolatorio, valutato da 7 indicatori. Delle 171 strutture che hanno raggiunto un livello molto alto, ce ne sono 25 valutate con almeno 4 indicatori: in testa figura l’ospedale Carlo Poma di Mantova (Lombardia), mentre la Toscana è rappresentata in settima posizione dall’azienda universitaria Careggi (Firenze), quindi dall’ospedale Pasquinucci di Pisa e dalla Fondazione Monasterio, sempre di Pisa. Arezzo è al 23esimo posto, con il reparto di cardiologia diretto dalla dottoressa Alessandra Sabini.

La seconda area in cui il San Donato presenta parametri di livello molto alto è quella di gravidanza e parto, con il reparto di ostetricia diretto da Ciro Sommella. In Toscana sono complessivamente 7 le strutture che eccellono: oltre ad Arezzo troviamo il presidio delle Apuane di Carrara, il San Jacopo di Pistoia, il nuovo ospedale di Prato, il Torregalli e l’azienda universitaria Careggi di Firenze, il San Giuseppe di Empoli. 

Il commento: “Monitorare le liste di attesa”

Americo Cicchetti, commissario straordinario di Agenas, ha commentato i dati: “Il livello di assistenza ospedaliera è migliorato ma restano delle criticità, principalmente dovute al divario ancora presente tra il Nord e il Sud del Paese ma anche tra le aree cittadine e quelle periferiche. Altro aspetto da monitorare e indagare è quello delle liste di attesa negli ospedali per interventi chirurgici. Attualmente si monitorano le liste di attesa per l’attività ambulatoriale. Quanto agli esiti delle strutture, le eccellenze non sono solo al Nord; vi sono infatti delle eccezioni, per esempio ci sono strutture con standard alti anche in Campania, Puglia e Basilicata”.