di
Andrea Rinaldi

Per il governatore, ospite della Banca Centrale Irlandese, le stablecoin «pongono rischi all’integrità finanziaria» per la loro circolazione opaca «che limita fortemente l’abilità delle autorità»

L’ascesa delle principali economie emergenti, la dinamica del doppio debito degli Stati Uniti e l’ancora incompleta integrazione europea, ma anche l’accelerazione della tecnologia su pagamenti e criptovalute sta portando verso un sistema monetario internazionale multipolare.
Per il governatore di Bankitalia Fabio Panetta tutti questi sommovimenti — in alcuni casi lenti, in altri repentini, come sostiene uno dei padri della finanza comportamentale, il Nobel Kahneman — possono portare a nuove opportunità o a esiti turbolenti. Ecco perché «le fondamenta della stabilità monetaria rimangono la fiducia, istituzioni pubbliche solide e l’architettura monetaria a due livelli. Questi punti di riferimento hanno resistito a ogni ondata tecnologica perché si basano su due elementi che nessun codice digitale può riprodurre: l’autorità dello Stato e la credibilità di una banca centrale indipendente». Secondo Fabio Panetta — nel suo intervento a Dublino alla Whitaker Lecture alla Central Bank of Ireland dal titolo «La lotta per rimodellare il sistema monetario internazionale: processi lenti e rapidi» — la tecnologia e la geopolitica stanno riscrivendo le regole della moneta. Molte domande viene da porsi, se questa transizione verso la «multipolarità» sarà brusca o no, se le stablecoin ad esempio saranno stabili o meno e se la privacy verrà salvaguardata nella transizioni ai pagamenti elettronici. «Una cosa è già chiara: la fiducia nel denaro è un bene pubblico globale. Preservarla in un mondo digitale e interconnesso richiede forme di cooperazione più profonde, non più superficiali: tra le banche centrali; tra le autorità pubbliche e gli innovatori privati; tra Paesi il cui orientamento politico può essere diverso, ma le cui economie e i cui sistemi finanziari sono indissolubilmente legati», rimarca il vertice di Palazzo Koch.

Il biglietto verde

Il dollaro «rimane al centro della moneta e della finanza globale», ma «le basi di questo predominio si stanno gradualmente indebolendo», ha avvertito Panetta. I processi lenti potrebbero progressivamente aprire la strada a un sistema monetario internazionale più multipolare, in cui il biglietto verde rimane un’ancora importante, ma altre valute acquisiscono importanza. «La multipolarità potrebbe aumentare la diversificazione potrebbe però anche amplificare la volatilità e i rischi di contagio: la concorrenza tra le valute di riserva potrebbe innescare improvvise riallocazioni al variare dei rendimenti relativi o della fiducia, aumentando le fluttuazioni dei tassi di cambio e dei prezzi degli attivi».



















































Le nuove valute 

L’Europa invece per rafforzare la sua autonomia strategica deve puntare su tre fattori, il primo dei quali è «il rilancio dell’economia». La seconda sono mercati dei capitali europei più liquidi e integrati. E la terza condizione è il completamento della digitalizzazione delle infrastrutture finanziarie.
Quanto alle nuove valute, anche con il sempre crescente utilizzo della tecnologia nei pagamenti, la «fiducia sarà la base del sistema monetario nazionale e internazionale» e «non potrà sostituire l’autorità dello Stato e la credibilità di una banca centrale indipendente»
, è la convinzione del governatore. «Anche in un ambiente completamente digitale, il sistema monetario continuerà a basarsi su un’architettura a due livelli di moneta pubblica e privata e senza questo ancoraggio, gli asset digitali non saranno per nulla stabili».
Panetta infatti è netto: le stablecoin scontano «due peccati originali» che la espongono a rischi e debolezze che le norme «possono solo mitigare, ma non eliminare». In primis «violano l’unicità della moneta» e quindi «sono intrinsecamente vulnerabili» alle vendite incontrollate; in secundis «pongono rischi all’integrità finanziaria» per la loro circolazione opaca e peer to peer «che limita fortemente l’abilità delle autorità» di «tracciare le transizioni e bloccare i flussi illeciti».

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9 dicembre 2025