di
Chiara Maffioletti

L’attrice inglese è al suo primo lavoro importante: «Sono felice di interpretare un personaggio che rispetto al passato diventa una eroina coraggiosa»

La Perla di Labuan è tornata a risplendere. Solo che ora Lady Marianna non è solo una angelica fanciulla pronta a seguire un principe azzurro che, nella fattispecie, è un pirata. Nel nuovo «Sandokan», campione di ascolti, è un’eroina coraggiosa e ambientalista, pronta a battersi per salvare la sua terra, che ama. Per questo personaggio — cardine sia nei romanzi di Emilio Salgari che nello sceneggiato degli anni Settanta, quando a interpretarla era Carole André — nella nuova serie di Rai1 (le ultime due puntate andranno in onda il 15 e il 16 dicembre) è stata scelta una debuttante, Alanah Bloor, attrice nata in Cornovaglia, di 26 anni, al suo primo ruolo importante.

Come si è sentita quando ha saputo di essere stata scelta?
«Ero così emozionata che quasi non ci credevo. Dopo aver fatto il provino, ho cercato un po’ di dimenticarlo e di non farmi troppe speranze. Ma quando il mio agente mi ha chiamata, appena prima dello scorso Natale, è stato il miglior regalo che potessi ricevere».



















































Conosceva Sandokan?
«No, non lo conoscevo. Sandokan ha avuto un posto enorme nei cuori di molti italiani, so che c’entra molto anche il fattore nostalgia. Ma quando ho ottenuto il ruolo, ho approfondito a fondo il mondo di Sandokan e mi sono innamorata della storia e della magia che trasmette. Inoltre, ho un amore particolare per i film e le serie storiche, in costume».

Il suo personaggio è una eroina più moderne e appassionata rispetto al passato. Cosa è cambiato?
 «Marianna è protagonista in questa nuova versione. È determinata, non accetta un no come risposta e lotta per ciò che è giusto. Salgari ha certamente fatto di lei la musa della sua storia, ma in questa versione diventa una vera eroina. È stato un onore interpretarla e dare tanto di me stessa a questo personaggio».

Crede che le donne abbiano ancora bisogno di un uomo che le salvi?
«Non l’hanno mai avuto, l’archetipo della damigella in pericolo è qualcosa inventato dagli uomini. Marianna infatti passa la maggior parte del suo tempo a salvare gli altri in questa serie».

Ha mai avuto contatti con Carole André, l’attrice che nello storico sceneggiato aveva interpretato questo ruolo?
«No, non ancora. Mi piacerebbe incontrare Carole André, sarei anche interessata a sapere cosa pensa della nuova versione».

Come vive questo successo?
«Sono molto felice e spero che il maggior numero di persone possibile possa godersi Sandokan in tutto il mondo. È davvero una serie che può essere guardata da chiunque, persone di qualsiasi età. C’è qualcosa per tutti». 

Film e serie tv possono influenzare le idee delle persone sull’amore e sul romanticismo?
«Assolutamente sì. E penso anche che sia normale sognare da giovani di essere travolti da un uomo affascinante. Eppure, in realtà, il vero amore si basa sulla vita normale. È nella quotidianità che, per me, l’amore è realmente più magico, nei piccoli gesti e negli atti di gentilezza».

Qual è stata la sfida più grande di questo progetto?
«Per me è stato il mio primo lavoro importante, quindi tutto era nuovo. Stare sul set è stata un’esperienza intensa a cui ho dovuto abituarmi, ma tutti sono stati davvero gentili e disponibili con me. Vivere lontano da casa (la serie è stata girata in Italia ndr), inoltre, comporta anche delle sfide: ogni volta che la mia famiglia veniva a trovarmi mi portava il tè dello Yorkshire, così potevo avere un assaggio di casa ogni giorno».

Come è stato il suo rapporto con gli altri attori?
«Sono stata molto fortunata a lavorare con un gruppo di attori così talentuoso e con tante esperienze. Can Yaman e Ed Westwick sono stati fantastici: mi hanno insegnato molto sul set, si sono presi davvero cura di me. Ho stretto amicizie molto intense. Abbiamo passato così tanto tempo a esplorare Roma e la Calabria insieme e da allora ci siamo uniti molto».

E se dovesse condividere alcuni dei momenti più divertenti sul set?
«Ci siamo divertiti moltissimo in generale, sul set. Le giornate erano lunghe ma sempre accompagnate da tanto buon cibo, spesso c’era anche la pizza, meglio di così… In Calabria faceva un caldo incredibile e i corsetti vittoriani non sono proprio facili da indossare se fuori fanno 35 gradi. Solitamente mi vedevano con la gonna sollevata davanti all’aria condizionata, con un ventilatore in una mano e un ghiacciolo nell’altra».

9 dicembre 2025