di
Mara Gergolet
L’imprenditore Theo Müller e l’appoggio all’AfD di Alice Weidel. E così i suoi prodotti sono ora oggetto di boicottaggio
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BERLINO – Pur essendo famoso per aver detto che il denaro non gli ha cambiato la vita, Theo Müller — imprenditore dello yogurt — fa feste notevolmente opulente, con una predilezione per l’ornamento o il mobilio dorato. E ama hotel di lusso, per esempio a Cannes, dove si è fatto fotografare attovagliato con Alice Weidel nell’ottobre 2023 in quella che è stata la prima foto di un industriale che ha «sdoganato» e di fatto appoggiato l’estrema destra AfD. Non sorprende quindi che il celebre yogurt Müller sia finito tra i prodotti da boicottare, in una campagna social sempre più rumorosa e ramificata, che travalica i confini.
Se vi affacciate su TikTok, è facile trovare una lista aggiornata, che varia da Paese a Paese raccogliendo i suoi diversi marchi (lui in Italia è quello di «fate l’amore con il sapore», ma esporta da Israele all’Australia), e contiene ogni sorta di budini, yogurt immancabilmente zuccherati (è osteggiato anche dai salutisti), mascarponi, bevande al cioccolato, creme di riso: un impero da sabotare.
Theo Müller, 85 anni, è anche concittadino di Alice Weidel, nel senso che entrambi hanno la residenza in Svizzera. Alla festa degli 85 anni celebrata a Freising in Baviera — raccontata un paio di mesi fa dallo Spiegel —, dove ha fatto servire champagne ai 250 invitati dalle 11 del mattino e ha noleggiato l’orchestra sinfonica di Praga per suonare fino a notte, c’erano diversi esponenti d’estrema destra, mischiati a politici locali.
Un tempo, quando viveva in Baviera prima di emigrare tra le Alpi elvetiche in spregio alle elevate tasse tedesche, aveva la tessera della Csu. Ovviamente, Alice Weidel era al party, e già prima si era fatta vedere con i coniugi Müller al festival wagneriano di Bayreuth.
Al tavolo del celebrato 85enne, sedevano il direttore di Weltwoche, rivista ammiccante all’estrema destra, filorussa, e un celebre scienziato scettico dei cambiamenti climatici. Presente Hans-Christian Limmer (l’inventore delle panetterie tedesche in stile McDonald’s) ma più noto per aver preso parte alla famigerata conferenza sulla remigrazione di Potsdam. E tanti inappuntabili conservatori e eminenze locali. Perché Müller di questo è convinto, che non bisogna isolare l’AfD, che il Brandmauer vada abbattuto, anche se finora non ha fatto professione di voto.
È sempre stato controverso. Si potrebbe dire che allo stesso modo in cui non è interessato al denaro, non è interessato alla pubblicità. Infatti, aveva sponsorizzato la nazionale di calcio. Uomo duro, tagliente, un ex socio l’ha definito «altamente intelligente e imprevedibile».
Vent’anni fa fu condannato a pagare 45.000 euro per aver aggredito un fotografo. Siccome le sue aziende consumano molta acqua (e hanno preso molte multe) ed erano finite nel mirino di Greenpeace, una volta elogiò i dipendenti che contro gli attivisti aprirono gli idranti. Non rispetta i contratti collettivi: nelle sue fabbriche in Sassonia domina il sindacato «vicino all’azienda».
Con un fatturato di 9,5 miliardi è tra le 100 persone più ricche della Germania. Però non nel primissimo gotha, sebbene compensato da un’esposizione ben superiore ai fratelli Aldi o agli eredi Lidl — loro sì nella top ten dei tedeschi più ricchi — che sono i veri re dell’agroalimentare in Germania.
Ma il tema che Müller pone — così come il boicottaggio che potrebbe subire — è serio. Solo venti giorni fa, l’Associazione delle imprese famigliari, l’ossatura dell’imprenditoria tedesca nota come Mittelstand, aveva prima invitato a parlare un esponente dell’AfD e poi si è schierata, con la sua presidente Marie-Christine Ostermann, contro il Brandmauer, il muro tagliafuoco. La politica dell’isolamento «ha fallito», ha detto Ostermann.
E pur affermando di «ritenere sbagliate e pericolose» le loro politiche, l’AfD «unfit» per governare la Germania, ha chiesto il dialogo con i loro politici e simpatizzanti. Ne è seguita una vera ribellione dentro il consorzio, con aziende anche grandi, come le drogherie Rossmann (15 miliardi di fatturato, ben più di Müller) o il marchio hipster Fritz Cola, che hanno sbattuto la porta e se ne sono andate. Ma la presenza dell’AfD è ormai un problema che tocca anche le aziende.
9 dicembre 2025
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