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Una frase secca. «Sono sempre pronto alle elezioni». Pronunciata con sguardo di sfida. Volodymyr Zelensky risponde da Roma alle accuse di Donald Trump. Lo fa parlando con Il Messaggero, mentre lascia la hall del Park Hotel dei Principi. Sono passati pochi minuti dall’ultimo affronto del presidente americano. «Usa la guerra per evitare le elezioni», l’accusa scagliata stamane dal Tycoon contro il presidente con la mimetica. Zelensky risponde a tono.
APPROFONDIMENTI
Interpellato da questo giornale, a domanda precisa, il leader della resistenza risponde lanciando un messaggio in risposta alla Casa Bianca. Le elezioni? «I am ready, forever», le sue esatte parole. Come a dire: quando volete. È reduce da una visita a papa Leone a Castel Gandolfo. Davanti all’hotel nel cuore dei Parioli lo attende il corteo di auto blindate che lo porterà a Palazzo Chigi per il faccia a faccia con Giorgia Meloni.
Mentre attraversa a grandi falcate la hall chiediamo al presidente ucraino quali sono le sue aspettative. Se spera davvero in una mediazione della leader italiana con l’erratico e imprevedibile inquilino dello Studio Ovale. Deciso a chiudere la guerra in fretta e a venire incontro ai diktat russi sui territori. Zelensky si ferma, sorride. «Sì, mi fido di Giorgia Meloni e credo che ci aiuterà». Poi sparisce dietro il vetro oscurato della berlina. A sirene spiegate verso un destino mai incerto come in queste ore.
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