di
Sara Bettoni
Dopo l’allarme lanciato dai medici sugli errori di una coop esterna nei reparti, il Cda si è riunito d’urgenza. Lascia il vertice Francesco Galli, ciellino, entrato 25 anni fa nel Gruppo San Donato. Per qualcuno è stato «più realista del re»
Alla fine di una lunga giornata di telefonate, confronti e discussioni, arrivano le dimissioni di Francesco Galli, fino al 7 dicembre alla guida del San Raffaele. Una decisione che il manager ha assunto dopo la presa di posizione forte del Gruppo San Donato, a cui appartiene l’ospedale milanese (privato accreditato a contratto col Servizio sanitario regionale). La struttura è finita nella bufera dopo una serie di scelte manageriali di Galli, culminate nell’affidamento a una cooperativa di infermieri senza le necessarie competenze di tre reparti considerati delicati: a breve sono andati in tilt, con situazioni di rischio per i pazienti.
«Gravi fatti» e riunione urgente
Il consiglio di amministrazione è stato convocato d’urgenza l’8 dicembre, «a seguito dei gravi fatti verificatisi nella notte tra il 6 del 7 dicembre scorso nell’ospedale San Raffaele». Del cda fanno parte Angelino Alfano nel ruolo di presidente, i fratelli Paolo e Marco Rotelli e l’imprenditore Kamel Ghribi, tutti e tre con la carica di vicepresidenti, i consiglieri Augusta Iannini e Nicola Grigoletto, l’amministratore delegato Marco Centenari. Al vertice era presente anche il collegio sindacale. All’unanimità hanno votato la procedura di revoca a Galli dell’incarico di amministratore unico dell’ospedale. Il manager a quel punto si è immediatamente dimesso. «L’ingegner Marco Centenari è stato indicato quale nuovo amministratore unico del San Raffaele», recita una nota del Gsd. Centenari, che ha già lavorato in via Olgettina e che mantiene anche la carica di ad del Gruppo San Donato, «ha confermato la totale disponibilità della struttura ospedaliera e di tutti i professionisti coinvolti, affinché sia assicurata la assoluta trasparenza e siano tutelate prima di tutto la salute e la sicurezza dei cittadini». La sostituzione di Galli sarebbe stata incentivata anche dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, e dal presidente della Lombardia Attilio Fontana.
Una «scalata» iniziata 25 anni fa
Si interrompe così la scalata di Galli nel Gsd, dove ha iniziato a lavorare oltre 25 anni fa. Classe 1969, ciellino, muove i primi passi nel gruppo di sanità privata nel 1998, come vice e poi direttore amministrativo dell’Istituto Clinico Città di Brescia. Nel 2004 diventa direttore generale del Policlinico San Pietro, quattro anni dopo è amministratore delegato degli IOB, azienda ospedaliera nata dalla fusione tra il Policlinico San Pietro e il Policlinico San Marco di Osio Sotto. Nel 2009, mantenendo quella carica, arriva a Milano per gestire due istituti Clinici, Sant’Ambrogio e San Siro.
Sua l’idea, nel 2013, delle Smart Clinic nei centri commerciali. Nel 2018 viene nominato amministratore delegato del Policlinico San Donato. «Nel ruolo di amministratore delegato — si legge nella biografia sul sito del gruppo — ha contribuito in modo decisivo alla crescita degli ospedali da lui diretti, attraverso azioni di riorganizzazione ed efficientamento dei processi e delle attività aziendali a tutti i livelli». Chi lo conosce bene ha sentito spesso ripetergli la frase: «Ci sono ancora margini di ottimizzazione». Una spinta alla razionalizzazione andata oltre le indicazioni dei vertici del gruppo. Tant’è che altri ancora lo definiscono «più realista del re». Ora, dopo le polemiche e l’azione del cda, il passo indietro.
Le dimissioni non placano però le polemiche delle opposizioni in Regione. «Le ovvie dimissioni di Francesco Galli non bastano – commenta il capogruppo dei dem Pierfrancesco Majorino -. Siamo di fronte al totale fallimento del modello lombardo. Un modello che lascia che il privato si arricchisca alle spalle del pubblico e dei cittadini. Fontana dovrebbe cambiare radicalmente il modello e rilanciare il valore della sanità pubblica».
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9 dicembre 2025 ( modifica il 9 dicembre 2025 | 14:58)
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