Il segno di una crisi profonda. Un terremoto ha scosso quello che si pensava fosse un “normale” mercoledì di lavoro al Filadelfia. Il Torino infatti ha cacciato il direttore sportivo Davide Vagnati e ripreso quello che in pratica (dopo la breve esperienza di Bava) gli aveva lasciato il posto, Gianluca Petrachi. Inatteso. Qualcuno ipotizzava che il sito del club fosse stato hackerato quando ha pubblicato la notizia all’ora di pranzo. Invece no. E’ tutto vero. La nota del club è stampata sulla prima svolta clamorosa che ha preso la proprietà da un po’ di tempo a questa parte. Un messaggio anche per la squadra. Recita: «Il Torino Football Club comunica l’esonero, con effetto immediato, di Davide Vagnati dall’incarico di Direttore Sportivo e Responsabile dell’Area tecnica del Club. Il Torino FC ringrazia Vagnati per il lavoro svolto e per il grande impegno profuso in questi quasi sei anni e gli augura il meglio nel proseguimento della sua carriera. La direzione tecnico-sportiva è stata nuovamente affidata a Gianluca Petrachi, già Direttore Sportivo del Torino con una lunga permanenza dal 2010 al 2019. Tutta la Società riaccoglie Gianluca Petrachi con un caloroso abbraccio: bentornato a Torino».
Urbano Cairo ha deciso così spinto da un inizio di stagione fallimentare almeno per quelli che erano gli obiettivi e i soldi spesi in estate. Una zona vicina all’Europa e 30 milioni messi sul piatto per provarci hanno invece prodotto uno sprofondo d’altri tempi, quelli più cupi: con una squadra crollata al 16 esimo posto a pochi passi dalla zona retrocessione (4) e con il grosso degli investimenti fuorigiri, se non inutili. Una scossa doveva essere data, ma a pagare per una volta non è stato l’allenatore – in attesa della prova del nove sabato contro la Cremonese -, ma chi ha architettato una squadra improduttiva, e lo fa da diversi anni. Vagnati saluta dopo cinque stagioni. E’ sopravvissuto al famoso litigio con Juric nel ritiro in Austria, venuto a conoscenza grazie al telefonino di un giocatore che ha ripreso tutta scena e pure il momento in cui mandò a stendere Cairo. Non all’ultima profonda crisi della squadra che ha scoperchiato vecchie ruggini servendogli la “vendetta” del patron. Aveva rinnovato il contratto fino al 2027.
Toro, la rivoluzione non ha pagato: quei 20 milioni di euro che stanno a guardare
27 Novembre 2025
E per un cambio così radicale non poteva che essere ingaggiato l’unico che ha portato a Cairo giocatori veri e un sacco di soldi grazie alle plusvalenze, più di 200 milioni dal 2010 al 2019. Leccese, amico intimo di Antonio Conte, Petrachi era arrivato sotto le bombe carta lanciate dai tifosi alla Sisport nel momento più basso della storia recente granata, con la squadra che andava male anche in Serie B. Seppe riportare il sereno con azioni drastiche e idee innovative. Ma soprattutto giocatori che dal nulla si sono costruiti una carriera importante: da D’Ambrosio a Darmian, Glik, Bruno Peres, Maksimovic, Bremer… Andò via litigando con Cairo, ma un anno fa tra i due è scoppiata la pace durante una cena e adesso, dopo essersi già annusati un paio di volte, il nuovo matrimonio. Per provare a tirare su il Toro un’altra volta.