di
Leonard Berberi

La novità contenuta in un documento depositato dal Dipartimento della Sicurezza interna. Sparirà anche il sito web per la registrazione degli Esta

Chi intende visitare gli Stati Uniti dovrà prepararsi a «rivelare» gli ultimi cinque anni della propria vita sui social media. Le nuove regole, ed è questa la novità più significativa, si applicheranno anche a chi appartiene al programma di esenzione dei visti, come i cittadini dell’Unione europea (italiani compresi). È quanto si legge nella nuova proposta dell’amministrazione Trump. Anche se al momento non è noto quando i cambiamenti diventeranno effettivi, secondo gli esperti si guarda al secondo trimestre 2026.

Secondo l’avviso pubblicato mercoledì dal Dipartimento della Sicurezza interna, coloro che chiederanno di entrare negli Stati Uniti — nell’ambito del programma di esenzione dal visto — saranno tenuti ad aggiungere i social media come «elemento obbligatorio dei dati». Finora, infatti, questa voce è opzionale.



















































La modifica proposta riguarderebbe i 42 Paesi i cui cittadini e nazionali possono soggiornare negli Stati Uniti fino a 90 giorni senza un visto, previa una procedura di controllo pre-viaggio tramite l’Electronic System for Travel Authorization (il famoso «ESTA»). Le proposte sono soggette a un periodo di preavviso di 60 giorni che servono anche a ricevere proposte di modifica.

Oggi i richiedenti provenienti da Paesi con esenzione dal visto devono registrarsi al programma ESTA, pagano 40 dollari e forniscono un indirizzo e-mail, l’indirizzo di casa, il numero di telefono e le informazioni di un contatto di emergenza. Viene anche chiesto di inserire i propri account social, ma su base volontaria. L’autorizzazione al viaggio ha una validità di due anni.

Assieme ai controlli sui social media proposti, la Customs and Border Protection statunitense (cioè i controlli di frontiera) ha anche segnalato possibili modifiche alla tecnologia alla base del processo di richiesta, tra cui l’obbligo di un selfie oltre alle foto del passaporto. Nel documento si fa capire che il sito web per le richieste verrebbe dismesso così da effettuare la registrazione soltanto via app.

Tra le informazioni richieste la CBP intende aggiungere diversi campi dati alla domanda ESTA. Tra questi:
– numeri di telefono utilizzati dal richiedente negli ultimi cinque anni;
– indirizzi e-mail utilizzati dal richiedente negli ultimi dieci anni;
– indirizzi IP e metadati provenienti da foto inviate elettronicamente; 
– nomi dei familiari (genitori, coniuge, fratelli/sorelle, figli) e relative date e luoghi di nascita;
– numeri di telefono dei familiari utilizzati negli ultimi cinque anni;
– residenze dei familiari; 
– dati biometrici: volto, impronte digitali, Dna e iride; 
– numeri di telefono aziendali utilizzati dal richiedente negli ultimi cinque anni;
– indirizzi email aziendali utilizzati dal richiedente negli ultimi dieci anni.

Questa iniziativa segue azioni simili del governo statunitense per effettuare controlli sui social media per alcuni richiedenti visto, inclusi i richiedenti dei visti H-1B concessi a lavoratori stranieri qualificati, così come i richiedenti visti per studenti e studiosi. Segue anche i piani, ancora in attesa di approvazione, del governo di riscuotere una nuova tassa di 250 dollari per l’integrità dei visti da molti visitatori, benché i visitatori provenienti da Paesi con esenzione dal visto siano esenti da tale tassa.

Tra le novità del documento c’è anche l’introduzione di una funzione — via app — per segnalare volontariamente la propria uscita dagli Usa che si dovrebbe effettuare caricando un selfie e autorizzando la geolocalizzazione per «certificare» che il viaggiatore ha effettivamente lasciato l’America.

Il documento fornisce anche una stima del carico di lavoro e del numero di utenti coinvolti, per le varie modalità di raccolta. Per esempio per il rilascio dell’ESTA via app sul telefonino il Dipartimento statunitense stima circa 14,5 milioni di utilizzatori. Le nuove procedure, poi, avrebbero un tempo stimato per risposta che varia — a seconda del metodo utilizzato —: 8 minuti per modulo cartaceo, 4 minuti per il sito web, 22 minuti per l’applicazione mobile. 

Non c’è, al momento, certezza sulle tempistiche di introduzione. Salvo ripensamenti la polizia di frontiera potrebbe introdurre i cambiamenti gradualmente nelle settimane e nei mesi successivi alla data del 9 febbraio 2026, l’ultimo giorno utile per inviare le proposte di modifica. Il testo depositato dovrà essere approvato dall’Office of management and budget.

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10 dicembre 2025 ( modifica il 10 dicembre 2025 | 18:49)