BOLZANO. Tumori testa – collo, in Alto Adige l’incidenza è elevata. Attenzione al fumo, agli alcolici e al Papillomavirus (l’infezione da HPV può causare tumori in particolare nelle tonsille e alla base della lingua). Luca Calabrese – primario del reparto di Otorinolaringoiatria del San Maurizio e presidente della società italiana otorini ospedalieri – dice che uno dei problemi più importanti in provincia di Bolzano è legato alla percentuale fra le più alte in Italia di tumori testa – collo. Questione affrontata, tra le altre, nel corso de “I giovedì della salute” dell’Upad, iniziativa coordinata da Fausto Chilovi già primario di Gastroenterologia a Bolzano e responsabile medico dell’associazione. Nel mirino dei medici un gruppo eterogeneo di neoplasie che colpiscono aree delicate e vitali come bocca, faringe, laringe e collo: malattie gravi, ma curabili se diagnosticate in tempo. Occorre fare attenzione ai sintomi: gonfiore in bocca o nel collo, dolore all’orecchio, ulcere o piccoli sanguinamenti che non guariscono.

Professore, quante sono le diagnosi?

Questo tipo di tumore colpisce in Alto Adige 31 uomini e 9 donne ogni 100.000 abitanti con una mortalità rispettivamente di circa 16 e 4 ogni 100.00 abitanti, il che vuol dire che tale diagnosi è tardiva in stadio avanzato nella maggior parte dei casi. La gestione dei pazienti è molto complessa con percorsi di chirurgia seguita spesso da radio-chemioterapia. Interventi che possono durare 12 ore eseguiti da una equipe complessa di chirurghi, anestesisti, ferristi, infermieri, portantini … che arriva a 14- 16 persone. Poi seguono rianimatori, infermieri di reparto, oss, logopedisti, fisioterapisti, nutrizionisti, psico-oncologi, radiologi, anatomo patologi; successivamente intervengono oncologi medici, radioterapisti per il percorso post operatorio con la possibilità di un’ambulanza che accompagni quotidianamente la persona al centro di radioterapia.

Cosa si può fare per ridurre il rischio?

Sono tumori per la maggior parte legati all’abuso di fumo ed alcool. Purtroppo, le campagne di sensibilizzazione ai fattori di rischio sono poco efficaci e gli screening per una diagnosi precoce poco attrattivi. Per tale motivo si è pensato anche di coinvolgere i medici odontoiatri del territorio che possono essere considerati il primo vero filtro a cui tutti i cittadini affluiscono per altri motivi. Un nascente progetto metterà a loro disposizione una piattaforma con la quale connettersi direttamente con l’ospedale per un rapido ed immediato confronto su qualsiasi lesione comparsa in cavo orale che perduri oltre due settimane.

Com’è strutturato il reparto e quali le principali patologie che trattate?

Sono molteplici e vanno dalle comuni malattie del naso, orecchio e gola come sinusiti, otiti, vertigini e disturbi della voce, a malattie complesse come i tumori della testa e del collo o le sordità severe. L’organizzazione condivisa permette di sviluppare competenze specialistiche nei vari ospedali in maniera da offrire percorsi di eccellenza per esempio per i tumori a Bolzano, per gli impianti cocleari a Bressanone, per la malformativa o la traumatologia a Merano ma unendo e scambiando le competenze fra i vari comprensori. Va detto che la gestione diretta degli ambulatori specialistici distribuiti al di fuori dell’ospedale permette la realizzazione di un modello integrato ospedali – territorio altamente funzionale.

Quali sviluppi tecnologici e farmacologici possono rivoluzionare l’Otorinolaringoiatria nei prossimi anni?

Nei primi mesi del prossimo anno avremo a disposizione il robot chirurgico che potrà essere utile anche in otorino. Permetterà in specifiche situazioni interventi chirurgici mini-invasivi da accoppiare alla chirurgia laser. Siamo poi coinvolti in numerosi studi nazionali ed internazionali in qualità di ricercatori per l’utilizzo di nuovi farmaci e protocolli di immunoterapia, chemioprevenzione e ricerca di fattori prognostici.

Avete adottato nuove tecniche o procedure innovative?

Abbiamo appena pubblicato un libro sulla chirurgia oncologica del cavo orale edito dalla Springer, casa editrice americana di riferimento, in cui vengono illustrate le nuove modalità di approccio chirurgico. Grazie poi alla lungimiranza dell’Asl abbiamo avuto la possibilità di realizzare un centro di biotecnologie con il quale si vuole puntare alla personalizzazione della chirurgia grazie alla pianificazione computerizzata degli interventi complessi con ricostruzioni ossee, allestimento di placche in titanio fatto su misura e disegnate al computer sulla TAC del paziente oltre la stampa 3D di segmenti anatomici per la corretta programmazione della chirurgia.
Lei è presidente della società italiana otorini ospedalieri. Un riconoscimento importante

Con orgoglio desidero dire che grazie a questo splendido lavoro di squadra Bolzano è diventato uno dei punti di riferimento nazionale per la chirurgia oncologica, riconoscimento venuto anche dalle società scientifiche permettendomi di essere eletto presidente. Recentemente anche il ministero ha riconosciuto il nostro lavoro nominandomi membro di un tavolo di lavoro nazionale in qualità di esperto sui tumori della testa e collo. Sono titoli che vanno condivisi con tutti. Lei ha lavorato all’Istituto nazionale dei tumori di Milano e all’Istituto europeo di Oncologia.
Cosa le ha fatto scegliere Bolzano?

In Lombardia vi sono bolle di sanità di eccellenza ma che non dialogano fra di loro. Se viene effettuato una chirurgia di qualità il risultato vero non è la guarigione chirurgica del paziente ma la sua reale riabilitazione sociale intesa come un percorso completo che ha come obiettivo di riportarlo nel limite del possibile ad un ritorno familiare e lavorativo grazie ad una rete ospedale – territorio fatto di assistenza intermedia e riabilitazione fisica, psichica e relazionale. Qui, a differenza della Lombardia, ho trovato questa volontà organizzativa finalizzata alla personalizzazione della cura. V.F.