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Gianna Fregonara e Orsola Riva
Il 23 dicembre si saprà quanti studenti hanno passato l’esame. Se ci saranno posti vuoti, il ministro valuta di aprire anche a chi deve recuperare una o due materie. Oggi manifestazione a Roma
Per moltissimi ieri è stato l’ultimo giorno da matricola di Medicina in uno dei 44 atenei italiani che tre mesi e mezzo fa avevano aperto le porte a poco più di 54 mila aspiranti camici bianchi. Dopo il record di bocciature e di voti bassi del primo appello, quasi tutti – poco meno di 50 mila studenti – hanno ritentato uno, due o tutti e tre gli esami del semestre filtro varato dalla riforma Bernini. L’esito di questa seconda e ultima prova si saprà martedì 23 dicembre. In teoria solo chi ha preso almeno 18 in tutte le materie – chimica, fisica e biologia – può entrare in graduatoria. Ma ora il ministero, temendo posti vuoti (al primo tentativo solo il 10 per cento era riuscito a superarle tutte e tre), sta valutando l’ipotesi di una sanatoria. Difficile fare previsioni. Il clima ieri tra gli studenti era mesto: chi sperava in una prova più semplice è rimasto deluso. I quiz per questo appello (31 per ogni materia) provengono dalla stessa batteria di domande preparata l’estate scorsa dalle tre commissioni di docenti universitari in pensione incaricati dal ministero.
«I quesiti di per sé non erano difficili, ma c’era troppo poco tempo. Alcuni richiedevano anche 5 minuti per lo svolgimento, ma gli studenti avevano in tutto 45 minuti», commenta Francesca Ballarini, docente di fisica a Pavia. A peggiorare le cose ci sono stati degli errori di trascrizione: «Nella domanda 28 sulla zattera di legno che galleggia ci sono due sviste gravi: la densità del legno e dell’acqua infatti non è di 800 e 1000 kg per cm cubo ma per metro cubo. Altrimenti hai voglia a portare le bottiglie dal supermercato!», ironizza la professoressa che segnala un’altra imprecisione: domanda 10, due delle 5 risposte sono uguali: la B e la D. Anche gli studenti hanno notato degli errori: «Mancava una preposizione in una domanda sull’impianto elettrico», racconta un aspirante medico che teme di non avercela fatta e adesso spera in una «sanatoria» o, se così non fosse, in un ricorso collettivo.
Il ministro dell’Università Anna Maria Bernini ha lasciato intendere che, se dovessero esserci dei posti vuoti anche dopo questa prova, qualcosa si farà. L’ipotesi più accreditata è quella di aprire la graduatoria a tutti (sempre nel limite dei posti disponibili che sono poco meno di 20 mila), anche a chi non ha passato uno o due esami, dandogli la possibilità di recuperarli nel secondo semestre.
Ora i compiti saranno corretti prima dal Cineca, la struttura interuniversitaria che si occupa dei test, poi torneranno nelle università per essere rivalutati. «Al primo appello c’è voluta una settimana – dice ancora Ballarini -. Avremmo dovuto controllare solo alcune domande. Ma durante la correzione ci siamo resi conto che tutte quelle a completamento andavano riviste perché si potevano usare vari sinonimi. Abbiamo avvisato il Cineca che di giorno in giorno aggiornava la tendina delle risposte giuste. Abbiamo anche discusso sul vincolo, irragionevole, che imponeva di usare una sola parola per riempire i puntini e abbiamo deciso che, se usandone due il candidato dà una risposta esatta, la riconosciamo come giusta».
Sulla prova incombe anche l’incognita dei ricorsi: ieri sono circolati di nuovo dei WhatsApp sospetti su domande e risposte. Ne ha riportati alcuni Fanpage. Gli studi di avvocati specializzati nelle cause collettive sono al lavoro. L’Udu, l’unione degli studenti universitari, ha organizzato per oggi una mobilitazione davanti al Senato per chiedere al governo di cambiare la legge: «Un sistema così costruito non seleziona il merito: lo soffoca».
Ne sa qualcosa Alessandro Perinel che ha fatto il test a Torino, dove a novembre avevano superato le tre prove in 108 su 2954, poco più del 3 per cento e lui era uno di quelli: «Avevo preso 26 in biologia, 21 in fisica e 20 in chimica. Poiché non hanno pubblicato i risultati ufficialmente, ho rifiutato i voti in fisica e chimica perché temevo che non fossero sufficienti per entrare. Quando sono cominciati a circolare i dati ufficiosi, ho capito che sarei entrato comunque ma ormai era tardi e ora sono a rischio perché fisica ieri era più difficile». Lapidario Roberto Burioni su Fb: «Visti esami: io li avrei superati al quarto anno di liceo come tutti miei compagni di classe».
10 dicembre 2025 ( modifica il 10 dicembre 2025 | 22:09)
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